Eva Lechner è senza squadra. «Coi russi è saltato tutto»

Giuseppe Scordo
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Una partenza a razzo, poi i problemi fisici e l’inseguimento della migliore condizione che non è mai arrivata. Ma anche un altro titolo italiano, a conferma che il regno del cross country in Italia è sempre e solo suo. E una coda di stagione dolce-amara: il successo in Malesia e un contratto per il 2015 che ancora non c’è.

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Foto Mtb Colnago Sudtirol.

- Voci di corridoio davano per certo il tuo passaggio alla Rusvelo.
- Invece è saltato tutto all’ultimo momento. Avevo già corso con la formazione russa nelle mie apparizioni primaverili su strada. Con l’Mtb Colnago Sudtirol che non proseguirà l’attività, era nato un bel progetto che prevedeva il mio ingresso nella nuova squadra e quello di Maja Wloszczowska. Quando sono partita per la Malesia, ho ricevuto un sms dove mi dicevano che la squadra femminile, per problemi legati agli sponsor, non ci sarà. Sono delusa, mi ero fidata. Adesso c’è qualche trattativa ma non ho ancora niente in mano, spero di portare con me anche Emilie Collomb. Attendiamo gli sviluppi.

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Foto Mtb Colnago Sudtirol.

- Questo intoppo ti ha rovinato la festa del successo al Langkawi International Challenge.
- Dopo un mondiale un po’ deludente, non volevo finire così la stagione. Sono tornata ad allenarmi a casa e ho puntato la Malesia, una gara che mi è sempre piaciuta e che mette in palio un buon montepremi. Sono arrivata per vincere, ma ho avuto subito difficoltà nella prima tappa, tra crampi e forature. Dal secondo giorno in avanti, volavo. E le avversarie, Zakelj compresa, hanno perso terreno. Una bella vittoria.

Eva Lechner, vincitrice del Langkawi Mtb Challenge.

Eva splendida dominatrice del Langkawi Mtb Challenge.

- Come mai dopo il successo in Coppa a Cairns, Eva Lechner si è spenta?
- Ho avuto l’influenza e una serie di ricadute che non mi hanno consentito di prepararmi come volevo. Tornavo a casa ed ero sempre stanchissima. In Coppa non ho più avuto la forma di Cairns. Prima del mondiale, ho fatto un buon quinto posto a Meribel. Ma ad Hafjell non ero al top e al mondiale non serve una giornata normale. Per andare a medaglia ci vuole ben altro, il livello è altissimo e basta poco ad arrivare decima o quindicesima.

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Per Eva Lechner solo un 11° posto al mondiale di Hafjell.

- A questo punto il tuo inverno è un’incognita.
- Il mio contratto con Colnago Sudtirol scade a dicembre. Per adesso sono in pausa, ma da dicembre vorrei dedicarmi al ciclocross e preparare il mondiale, dopo la medaglia d'argento di quest’anno. Se arriverà la nuova squadra bene, altrimenti correrò con l’Esercito.

Eva Lechner bacia la medaglia di argento vinta qualche ora fa.

Eva Lechner bacia la medaglia vinta ai mondiali di ciclocross lo scorso febbraio.

- Cosa pensi delle giovani Neff e Ferrand-Prevot, le rivelazioni di questa stagione?
- Sono entrambi fortissime. Grandi talenti, che vanno bene ovunque: in salita, in discesa, sul tecnico. Biker moderne. Ma dovranno confermarsi. Anche la Bresset per due anni ha dominato, poi ha accusato un calo. Restare al vertice è sempre difficile.

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