SHORT TEST Santa Cruz Tallboy LtC: solo i vantaggi di una 29er

Simone Lanciotti
|

SEDONA - E' una delle 29er più guardate, ammirate e anche invidiate. E' leggera, 2,34 chili per il solo telaio, ha un travel di 135 mm e porta con sé tutti i benefici già conosciuti sulla Blur della sospensione Vpp.
Ha un telaio in fibra di carbonio monoscocca e un carro compatto, con foderi bassi da 45,4 cm. Non è un valore record, ma quanto basta per assicurarsi uno spazio sufficiente per gomme da 2,4" che con un diametro da 29 pollici significa avere delle ruote enormi...
E' una delle regine fra le all mountain con ruote da 29" perché il nome che porta sul tubo obliquo la pone subito sotto la luce dei riflettori, prima ancora di sapere come va o come se la cava in salita.
La Santa Cruz Tallboy in versione LtC è già un pezzo di storia della Mtb, grazie al grandioso lavoro che Rob Roskopp ha fatto negli ultimi 10 anni.
Esteticamente riprende lo stesso disegno del telaio di una Blur e lo adatta a ruote da 29 pollici.
Esteticamente in effetti potremmo limitarci a dire questo, ma nella sostanza le somiglianze vanno anche oltre.

Ecco la Tallboy LtC: si noti quanto è ridotto l'interasse, solo 111,3 cm. Anche il tubo di sterzo è molto compatto, 10 cm. Foto di Sebastian Schieck

Ecco la Tallboy LtC: si noti quanto è ridotto l'interasse, solo 111,3 cm. Anche il tubo di sterzo è molto compatto, 10 cm.
Foto di Sebastian Schieck

Dettagli vincenti
A Sedona, in occasione del Trail House di Sram abbiamo avuto modo di provare questa bici allestita con componenti di altissimo livello, a cominciare dallo Sram XX1 (con corona da 30 denti) e dalla Pike in versione 29".
Anche l'ammortizzatore era Rock Shox e in particolare il modello Plus di ultima generazione che sulla Tallboy LtC ha fatto sentire la sua presenza.
Il setup della bici è stato molto facile. Abbiamo avuto modo di pedalare su una taglia M che ha richiesto qualche aggiustamento sulla lunghezza dell'attacco manubrio. Si nota subito il tubo di sterzo molto compatto, 10 cm, con un angolo piuttosto "in piedi": 69,4 gradi.
L'effetto di questa scelta geometrica diventa evidente subito appena partiamo.
Il tubo superiore (che ormai diventa del tutto inutile chiamare tubo orizzontale visto quanto sia curvato verso il basso) concorre a creare un triangolo principale molto compatto, ma dà la possibilità di montare un portaborraccia. Lo spazio a disposizione dell'ammortizzatore è notevole, tanto che si può montare anche un modello con piggy back, come in questo caso.

La forcella è una Rock Shox Pike da 140 mm che ben si abbina ai 135 di travel del carro. Foto di Sebastian Schieck

La forcella è una Rock Shox Pike da 140 mm che ben si abbina ai 135 di travel del carro.
Foto di Sebastian Schieck

L'interasse ci ricorda valori da 26": 111,3 cm.
Ci ricorderemo di questo valore, insieme all'angolo del tubo di sterzo appena metteremo piede sullo sterrato…
Il resto del telaio è curato nei minimi dettagli: forme sinuose, levigate, sexy e un appeal che pochi altri marchi possono vantare.
Ma per un po' metteremo da parte tutto il background che caratterizza Santa Cruz per saggiare le doti di questo mezzo in uno short test molto intrigante. E su un terreno altrettanto intrigante: i single track di Sedona.

Si parte e…
Ed ecco subito venire a galla le quote salienti di questo telaio: l'angolo di sterzo molto "in piedi" e l'interasse contenutissimo la fanno somigliare ad una 26 pollici per la facilità con la quale si riesce a sollevare la ruota anteriore, a cambiare traiettoria e a fare le linee che più ci piacciono ovunque, sia in salita che in discesa.
L'inerzia maggiore della ruota da 29 pollici si avverte chiaramente, ma le caratteristiche del telaio riescono ad attenuare questo svantaggio dinamico.
Sale che è una meraviglia grazie al diametro della ruota posteriore, al grip del copertone Nobby Nic di Schwalbe e alla cinematica della sospensione Vpp.
Una terna di ragioni che non vede gli scalini di roccia come degli ostacoli insormontabili. Basta un minimo di tecnica e il rapporto giusto per salire sopra a qualunque cosa.
Se tutte le 29er avessero la predisposizione che ha la Tallboy LtC ad essere guidata in stile 26 pollici, forse oggi non avremo più 26 pollici. Chi può dirlo?

Terreni duri. A Sedona i single track sono tanto belli quanto impegnativi. Non c'è un terreno più selettivo di questo per un test. Foto di Adrian Marcoux

Terreni duri. A Sedona i single track sono tanto belli quanto impegnativi. Non c'è un terreno più selettivo di questo per un test.
Foto di Adrian Marcoux

Cerchiamo un difetto
Difficile trovarli, c'è poco da fare, anche perché ad onor del vero abbiamo avuto modo di testarla solo per un giorno. Un giorno intenso, ma pur sempre solo un giorno.
Per tale ragione, al pari di quanto fatto per la DeVinci Dixon Carbon, non esprimeremo un giudizio con le stellette, ma ci limitiamo a raccontarvi come se l'è cavata a Sedona.
Il passaggio dei cavi è tutto all'esterno, ma semmai questa è una scelta del costruttore di semplificare la vita a chi deve allestire la bici a partire da questo telaio.
L'attacco freno posteriore non è Postmount diretto, stranamente, ma l'asse posteriore è 142x12. Un abbinamento non proprio modernissimo.

L'attacco freno posteriore è di tipo International Standard e non Postmount. Da notare però che il perno posteriore è di tipo passante 142x12. Insolito abbinamento

L'attacco freno posteriore è di tipo International Standard e non Postmount. Da notare però che il perno posteriore è di tipo passante 142x12. Insolito abbinamento

Manca il portaborraccia nella posizione canonica: è previsto l'attacco ma nella parte inferiore del tubo obliquo. Come accade per tutte le Mtb all mountain-enduro di ultima generazione.
Tutto qui? Sì, difficile trovare altri aspetti che non convincano. Davvero difficile.
Ciò che viene facile, invece, è trovare motivi di soddisfazione: questa è una delle poche 29er che si guida come una 26 e mantiene i vantaggi delle ruote grandi.
Infine ecco il video di presentazione della bici realizzato proprio da Santa Cruz.

Introducing the Tallboy LT carbon from santa cruz bikes on Vimeo.

Per informazioni Santacruzbicycles.com oppure Dsb-bonandrini.com

Condividi con
Sull'autore
Simone Lanciotti

Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.

Iscriviti alla nostra newsletter

... E rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie!
Logo MTBCult Dark
Newsletter Background Image MTBCult
arrow-leftarrow-right