Divieto alle Mtb sulle Alpi Marittime? Ecco la nuova versione del regolamento

Redazione MtbCult
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Ricorderete l'appello, lanciato da Cicloalpinismo.com, che abbiamo pubblicato domenica scorsa per chiedere all'Ente Parco e alla Regione Piemonte la modifica del Regolamento delle Aree Protette delle Alpi Marittime, nell'articolo in cui si vietava di fatto l'accesso libero alle Mtb e alle e-bike su tutti i sentieri del Parco.
Oggi ci sono importanti aggiornamenti sulla vicenda e li condividiamo con voi, che vi siete mobilitati sul web, insieme a tanti altri appassionati di montagna, per impedire tale divieto.
In realtà, l'Ente Parco ha ammesso un errore: il Regolamento che era stato pubblicato sull'albo pretorio era una versione sbagliata. Quindi l'articolo "incriminato" riguardante la circolazione delle Mtb, anche a pedalata assistita, è nella sostanza diverso da quello che aveva suscitato timori e sdegno.
E' una buona notizia e siamo per questo ancora più contenti di darvela.
Ecco di seguito il nuovo COMUNICATO UFFICIALE diramato oggi da Cicloalpinismo.com

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Sono stati tre giorni intensi.

A seguito della pubblicazione sull’albo pretorio del Parco di un nuovo regolamento in attesa di approvazione che, di fatto, avrebbe vietato l’accesso alle MTB in tutta l’area protetta delle Alpi Marittime, salvo successive deroghe e a seguito dell’incontro con i dirigenti del Parco avvenuto in data 11.10.2017 nel quale abbiamo discusso in merito al succitato regolamento purtroppo senza grandi speranze di cambiare le carte in tavola, abbiamo deciso di procedere aprendo un dibattito pubblico per sensibilizzare la comunità e la Regione Piemonte sul tema.

E’ così stato creato il gruppo Facebook “Stop alle MTB nelle Alpi Marittime?!?” (750 iscritti in poche ore, abbiamo lanciato due hashtag (#cicloalpinismoinesilio #stopmtbalpimarittime), aperto una petizione online su Change.org (oltre 2000 adesioni in tre giorni) e avviato un’azione di sensibilizzazione all’assessore ai Parchi della Regione Piemonte e all’Ente Parco tramite l’invio di mail.

La risposta della rete è stata pronta e lo sdegno si è evidenziato anche grazie alla condivisione della campagna sulle principali testate nazionali del settore: mtb-mag.com, mtbcult.it, montagna.tv come esempio.

A un certo punto, nel tardo pomeriggio di lunedì è uscito un comunicato nel quale ci veniva imputato di aver creato falso allarmismo e nel quale il consigliere firmatario del Regolamento citava una nuova versione del discusso articolo 5, differente da quella "ufficiale" pubblicata ai sensi di legge sull'albo pretorio del Parco e da noi contestata.

Improvvisamente siamo stati liquidati, e spesso indelicatamente, come facinorosi attivisti pronti a tutto per guadagnare qualche like: si è cercato di esaurire la nostra protesta perché ritenuta infondata, attraverso articoli pubblicati anche su La Stampa on line.

Sicuri della nostra posizione, avendo discusso personalmente e come già detto con Presidente e Direttore del Parco l'articolo contestato (quello con 4 commi) e pubblicato a norma di legge (con tanto di firme) sull’albo pretorio online del Parco, abbiamo chiesto di fare chiarezza.

Ancora non era emerso che circolavano due versioni differenti del regolamento!

In aggiunta, comparivano quantomeno di dubbio statuto tecnico-scientifico le dichiarazioni dell’Assessore Valmaggia riportate dalla testata cuneodice.it, per il quale il divieto sarebbe stato funzionale a salvaguardare le persone dall’affrontare percorsi non consoni alle proprie capacità (Avete capito bene! speriamo in un errore di interpretazione del giornalista che ha trascritto l’intervista…). Peccato che tali commenti fossero applicabili soltanto ad un documento errato!

A questo punto, di fronte ad una evidente situazione paradossale è emersa la dichiarazione del Presidente Salsotto pubblicata a mezzo stampa: «Semplicemente sono circolate due versioni. Sull'albo pretorio del Parco c'è quella sbagliata. Chiediamo scusa, è stato un errore nostro. La versione depositata in Regione è invece quella corretta.»

Nella sua dichiarazione, però, il Presidente continuava a sostenere che i due regolamenti fossero sostanzialmente uguali e sui social, che come tutti sanno si muovono “di pancia”, infuriava la polemica nei nostri confronti per una vicenda che in effetti presenta le sue complessità nell’essere descritta.

Se per il Presidente i due regolamenti differiscono nella forma ma non nella sostanza per noi non è così:
- il primo, che abbiamo contestato, vieta di fatto l’accesso a tutti i sentieri del Parco salvo successive deroghe,
- il secondo invece consente “la circolazione delle biciclette, comprese quelle a pedalata assistita…su tutte le strade, le piste forestali, i sentieri e le mulattiere delle aree protette” salvo successive possibili interdizioni su “particolari sentieri e mulattiere”.

Cogliamo l’invito a partecipare ai tavoli di confronto che verranno fatti per stabilire quali particolari sentieri saranno da interdire ed immaginiamo che le decisioni prese saranno ragionate sulla base di effettive necessità di tutela dell’ambiente naturale o dei sentieri stessi dovute, per esempio a particolari condizioni dell’ambiente e/o contingenti aumenti di frequentazione, in determinati periodi dell’anno come avviene in altri Parchi (primo esempio Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, oppure il Parco Regionale del Monte di Portofino).

Accettiamo le scuse del Presidente che si è dimostrato, come in precedenza, persona diplomatica ed aperta al dialogo e vogliamo credere che si sia trattato veramente un errore.

Noi continueremo a vigilare, col supporto di tutta la comunità su quanto accaduto: aspettiamo l’approvazione del regolamento in Regione, la firma apposta su di esso (che oggi manca benchè sia pubblicato sull’Albo pretorio) e ringraziamo il presidente del Parco per la disponibilità a ragionare con noi sui particolari della nuova regolamentazione.

Siamo molto soddisfatti del grande appoggio che abbiamo ricevuto da tutta la comunità nazionale (e non solo) da coloro che amano la montagna e amano viverla a bordo di una Mtb!
Abbiamo avuto conferma che, insieme, le cose possono cambiare.

Grazie a tutti del sostegno!
Il team di Cicloalpinismo.com

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