SHORT TEST - Ohlins Ttx 22M: è nato per la pista

Daniele Foresi
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Ohlins ha costruito la sua reputazione negli autodromi di tutto il pianeta e lo scorso anno ha fatto il suo ingresso nel mondo della Mtb con l'ammortizzatore Ttx 22M, un componente che ha attirato l'attenzione di tantissimi appassionati e non solo della scena gravity. Durante la seconda prova del circuito downhill Gravitalia, grazie ad Andreani Group abbiamo avuto l'occasione di testarlo e di compararlo con il Cane Creek Double Barrel montato di serie sulla Specialized Demo 8 Carbon.
In una parola, la semplicità (intesa come il ridotto numero di regolazioni esterne) è la sua forza.

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Il Ttx 22M è un ammortizzatore molto semplice da tarare, le regolazioni sono poche ma buone e, sopratutto, sono molto avvertibili. Anche un neofita, con poche prove, riuscirà a trovare il suo assetto ideale.
Sulla parte anteriore abbiamo una leva nera (vedi foto in basso) che gestisce la compressione alle alte velocità (3 posizioni) e un pomello blu che gestisce quella alle basse (16 click). Sulla parte posteriore è presente un comando dorato che gestisce il ritorno (6 click).

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Le molle a disposizione, a differenza della concorrenza, hanno un incremento di soli 10 kg, permettendo così all'utente finale una miglior taratura e un controllo del precarico più accurato. Se volete conoscerlo più da vicino, scaricatevi il manuale nell'area DOWNLOAD di questo articolo.

Inizia il montaggio dell'ammortizzatore.

Inizia il montaggio dell'ammortizzatore.

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Come va in pista?
Partiamo per il primo giro con una taratura neutra, la compressione alle alte velocità è impostata su 2, quella alle basse su 8 click e il ritorno su 3 click.
La prima parte della pista di Sestola è molto veloce, caratterizzata da salti e rettilinei con poche parti tecniche. La regolazione da noi adottata ci sembra perfetta, la bici non si scompone, la ruota posteriore resta ben attaccata a terra e la bici non si siede troppo mantenendo un'ottima scorrevolezza.

Eros Taboni dà le ultime indicazioni a Daniele Foresi, l'autore del test.

Eros Taboni dà le ultime indicazioni a Daniele Foresi, l'autore del test.

La parte centrale della pista, sempre molto veloce, è caratterizzata da una serie di passaggi su pietre e brake bump abbastanza profondi e frequenti. Un terreno ideale per mettere alla prova la capacità dell'ammortizzatore di assorbire urti frequenti senza entrare in crisi.
Nei passaggi su rocce la bici è rimasta composta e abbiamo sempre avuto la sensazione di avere ancora mm liberi da usare al posteriore. Nei brakebump, invece, ci siamo accorti che la bici tendeva a sedersi un po’ troppo.

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Senza toccare la compressione alle alte velocità abbiamo aumentato di 2 click il ritorno per verificare la sensibilità della regolazione. La differenza è stata subito avvertita, la sospensione recuperava corsa molto più rapidamente senza scomporre l'assetto generale del mezzo. Incredibile come solo 2 click possano aver fatto una differenza così netta.
Nella parte finale il tracciato tornava ad essere scorrevole e non presentava ostacoli degni di nota.

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Nel secondo giro decidiamo di provare la compressione alle alte velocità sulla posizione 1, la più morbida e rimettiamo il ritorno sulla posizione intermedia.
La differenza rispetto alla posizione 2 è abissale: già nelle paraboliche della parte alta sentiamo la bici sedersi di più e decidiamo subito di aumentare la velocità del ritorno di 2 click. L'assetto della bici migliora leggermente, ma nella parte centrale della pista notiamo che negli impatti più forti la bici tende a mangiarsi troppa corsa, quindi aumentiamo di 3 click la compressione alle basse velocità. L'assetto migliora ulteriormente, la sospensione è più morbida e copia meglio il terreno rispetto al settaggio del giro precedente, la bici risulta più semplice da guidare e perdona più facilmente errori di traiettoria.

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E all’ultimo giro facciamo un reset
Nell'ultimo giro decidiamo di resettare ancora una volta tutte le regolazioni e partire con la compressione alle alte velocità sulla posizione 3, la più corposa.
Sui tratti veloci della pista sembra quasi di avere un’altra bici, la sospensione resta molto sostenuta facendoci accelerare ad ogni uscita di curva. Nei tratti più scassati invece l'assetto è più nervoso e nei brake bumps la ruota posteriore tende a saltellare di più rendendo la bici più difficile da controllare. Il ritorno e la compressione alle basse velocità però lavorano bene, quindi dobbiamo cambiare lo stile di guida e diventare molto più aggressivi, anticipando le asperità e buttandoci in curva molto decisi. Se da una parte la guida diventa molto più esaltante, dall'altra la stanchezza si fa sentire prima. Consigliamo questa regolazione ai rider più esperti che sanno come sfruttare a pieno un retrotreno più sostenuto e sono sufficientemente allenati per guidare una bici più nervosa.

Il Cane Creek Double Barrel Coil e l'Ohlins Ttx 22M.

Il Cane Creek Double Barrel Coil e l'Ohlins Ttx 22M.

In conclusione…
Alla fine del test siamo rimasti entusiasti dell’Ohlins Ttx 22M: le regolazioni sono molto efficaci e trovare il giusto assetto richiede poco tempo e pochi click. I comandi sulla Specialized Demo 8 restano molto facili da raggiungere e non necessitano di tool specifici per essere azionati. Ciò vuol dire che possiamo regolarci la sospensione direttamente sulla pista.

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Venendo da un Cane Creek Double Barrel (progettato in passato con l'ausilio dei tecnici Ohlins) non possiamo che essere felici di tutto ciò. Il Cane Creek resta uno dei migliori ammortizzatori sul mercato, ma il numero delle regolazioni presenti e la necessità del tool dedicato per regolarlo lo rendono più complicato da usare e, quindi, non sempre alla portata di tutti .
L'Ohlins Ttx 22M non ha deluso le aspettative, e anche sul campo di prova si dimostra uno degli ammortizzatori più validi sul mercato. Il prezzo è più alto rispetto alla concorrenza (680€ come riportato nel listino), ma, come diceva un certo Steve Jobs, less is more e questa filosofia è risultata vincente anche su questo prodotto.

Per informazioni Andreanigroup.com

Ps: nei mesi scorsi vi avevamo parlato di una forcella Ohlins da Dh. Il produttore svedese dovrebbe essere quasi pronto per il lancio e si vocifera che per fine giugno dovrebbero comparire le prime immagini. Ma non finisce qui: Ohlins vuole lanciarsi anche nelle sospensioni ad aria e sarebbe un passo storico per questo marchio che fino ad oggi ha solo lavorato con le molle.
Si parla di forcelle e ammortizzatori per l'enduro e l'Xc.
Non si conoscono ancora i dettagli, ma c'è da scommettere che il livello qualitativo di questi componenti sarà sicuramente molto alto. Basti pensare che, fino ad oggi, su 10 rider che hanno provato il Ttx 22M 7 poi lo hanno acquistato.
Non vediamo l'ora di darvi altri dettagli su queste novità.
Simone Lanciotti

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