Assos factory visit: un caffè ed entriamo...

Guido Paolo Rubino
|

Siamo stati invitati da Assos a visitare il loro quartier generale e a vedere quanta cura e dedizione si celano dietro ai loro prodotti. Il marchio svizzero è noto in tutto il mondo per la ricerca sui materiali e per la qualità dei suoi pantaloncini.
Non abbiamo esitato ad accettare l'invito e l'articolo che state per leggere (foto comprese) è realizzato dal nostro inviato Guido Paolo Rubino
SL

SAN PIETRO DI STABIO - Assos è una piccola città.
Un villaggio alle porte della Svizzera, a due pedalate dal confine con l’Italia.
Assos è un raffinato specialista dell’abbigliamento, quello che quando parli con un ciclista le idee sono subito chiare: se vuoi andare sul sicuro i pantaloncini li devi scegliere da quel catalogo lì, c’è poco da girarci intorno.

L'ingresso dello showroom di Lugano.

L'ingresso del manga.Yio Assos, lo showroom di Lugano.

Assos, prima di tutto, è una filosofia, un approccio verso il prodotto dove il mercato è una conseguenza più che una causa. Puntando al meglio senza compromessi può funzionare e funziona anche così.
Chi cerca i capi della ditta svizzera sa che troverà una qualità senza compromessi. E questo ridimensiona anche il prezzo importante.
I pantaloncini saranno pure il punto di forza di un catalogo molto vasto, ma sono solo la punta di un iceberg enorme.
Basta fare un giro nello showroom di Lugano per rendersene conto, oppure nello spaccio aziendale dove si può trovare qualche occasione da non perdere.

Ci accoglie Desireé Maier, titolare, insieme al fratello, di Assos.

Ci accoglie Desireé Maier, titolare, insieme al fratello, di Assos.

GPR6_8108

A Stabio, centro urbano ticinese, c’è il quartier generale diviso in costruzioni piccole e collegate tra loro. Un piccolo villaggio contrassegnato dal logo inconfondibile.
Un capannone enorme stonerebbe decisamente e il maglificio rossocrociato si è stabilito in queste costruzioni bianche che si dividono tra uffici, sale riunioni, centri di progettazione, zone test e macchine per cucire.
E si lavora sempre a tutta: «Anche quando le squadre ci mandano i loro capi, non prodotti da noi, per montare i nostri fondelli. Lo scorso anno sono stati 850…».
A parlare è Desireé Maier, titolare, insieme al fratello, dell’azienda.

Progettazione e un po' di follia.

Progettazione e un po' di follia.

Per loro, ovviamente, è un vanto, come avere parecchi clienti tra i professionisti che acquistano direttamente i loro prodotti. Niente sponsorizzazione, troppo impegnativa, eccezion fatta per la nazionale elvetica. Il lavoro fatto con il body aerodinamico di Fabian Cancellara è uno dei fiori all’occhiello di Assos. Gli altri si sponsorizzano da soli, come recita lo slogan aziendale.
Certo non mancano i tester.
Anzi, ce ne sono due d’eccezione: Daniele Nardello e Luca Zanasca, ex corridori professionisti come interpreti principali della ricerca Assos, più altri collaboratori che provano i capi pedalando per tanti chilometri fino a tirare fuori tutti i difetti possibili.

Nel laboratorio riparazioni si recuperano i capi rovinati per cadute ed incidenti vari. Un servizio in più per i clienti.

Nel laboratorio riparazioni si recuperano i capi rovinati per cadute ed incidenti vari. Un servizio in più per i clienti.

«È una cosa maniacale, e certo quando correvo non me ne rendevo conto – spiega Luca Zanasca – si arriva a definire praticamente al millimetro il posizionamento ideale di un fondello, per non parlare del taglio dei capi da indossare».
I materiali sono scelti con cura e prima di dare l’ok per la produzione li aspetta una vera e propria camera di tortura. I tessuti vengono verificati in tutte le loro caratteristiche e sottoposti a prove di abrasione, lavaggi, contatto con sostanze chimiche, verifica dei colori e tutto quanto, ma pure di più, possa capitare nel ciclo di vita di un indumento da bicicletta.

GPR6_8034

Ancora non vi basta? Allora c’è la Cape Epic, una prova severa per uomini e indumenti in cui Assos si è buttata con entusiasmo e di cui ha sfruttato le condizioni difficili per test ancora più severi. Roba da mountain bike, cosa c’è di più severo per un test senza scuse?
Un settore cui Assos ancora non si è dedicata. Fino ad ora almeno.
Chi lavora in Assos pedala non solo su strada. E si fanno pure parecchi chilometri in Mtb. Le biciclette appoggiate qua e là vicino agli ingressi dei vari settori dell’azienda la dicono lunga su come molti dipendenti passino il tempo della pausa pranzo.

E adesso entriamo nei laboratori

GPR6_8203

GPR6_8210

Fino a 200mila cicli al giorno: è il test di abrasione dei tessuti. Molto più di quanto possa accadere a contatto con la peggior sella.

Fino a 200mila cicli al giorno: è il test di abrasione dei tessuti. Molto più di quanto possa accadere a contatto con la peggior sella.

Una lavatrice un po' speciale. Meglio fare danni qui che a casa però.

Una lavatrice un po' speciale. Meglio fare danni qui che a casa però.

La verfica dei colori: questa macchina è dotata di diversi sistemi di illuminazione che mettono in evidenza eventuali difetti dei tessuti.

La verfica dei colori: questa macchina è dotata di diversi sistemi di illuminazione che mettono in evidenza eventuali difetti dei tessuti.

Lavaggio e controllo chimico dei tessuti prima di essere approvati per la produzione

Lavaggio e controllo chimico dei tessuti prima di essere approvati per la produzione

GPR6_8281

GPR6_8299

Nel laboratorio riparazioni si recuperano i capi rovinati per cadute ed incidenti vari. Un servizio in più per i clienti.

Nel laboratorio riparazioni si recuperano i capi rovinati per cadute ed incidenti vari. Un servizio in più per i clienti.

Progettazione e un po' di follia.

Progettazione e un po' di follia.

C'è anche lei, la modella del catalogo Assos. Solo in poster, però.

C'è anche lei, la modella del catalogo Assos. Solo in poster, però.

Cape Epic: le bici erano ridotte così: polvere finissima ad abradere tutto quanto, tanto che per proteggere il deragliatore si è adottato un rimedio artigianale: un pezzo di bicchiere di plastica legato al piantone.

Cape Epic: le bici erano ridotte così: polvere finissima ad abradere tutto quanto, tanto che per proteggere il deragliatore si è adottato un rimedio artigianale: un pezzo di bicchiere di plastica legato al piantone.

Lo spaccio aziendale, un piccolo bazar di occasioni.

Lo spaccio aziendale, un piccolo bazar di occasioni.

Per informazioni Assos.com

Condividi con
Sull'autore

Iscriviti alla nostra newsletter

... E rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie!
Logo MTBCult Dark
Newsletter Background Image MTBCult
arrow-leftarrow-right