Il richiamo della nebbia. Ovvero quell'ispirazione da non perdere

Simone Lanciotti
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Io, quando vedo la nebbia, sento un richiamo.
Un forte richiamo.
Provo a non agitarmi più di tanto, cerco di essere razionale, ma alla fine sono solo due le cose che posso fare.
O prendo la bici e le vado incontro, immaginandomi lì, proprio lì, da dove questa nebbia scende, cioè sulla montagna.
Oppure mando giù il boccone e lascio che esploda dentro, a vuoto.
Però, se dovessi mettere in una lista i motivi o le condizioni che più mi invogliano a salire in sella, in cima metterei proprio la nebbia.
E non importa se è inverno o se è estate.
So che è da maniaci, impallinati della Mtb.
E so che chi sta leggendo, da qualche parte, un briciolo di comprensione lo trova.

Foto Sterling Lorence

Foto Sterling Lorence

Se ci penso bene, ho imparato a usare la mountain bike anche per questo.
Per dare un significato a un fenomeno tanto banale, quanto detestato da molti.
Non si va in Mtb solo per inseguire i risultati, i numeri, le prestazioni e in generale le classifiche.
La mia Mtb, quella che immagino sofferente nello stare ferma e immobile quando il lavoro o il meteo mi inchiodano al chiuso, non è questo.

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E’ uno strumento che mi fa guardare il mondo in modo diverso.
E’ così che uso la Mtb: per raggiungere posizioni privilegiate, per essere in un punto di osservazione della natura da favorito e senza per forza raggiungere chissà quale vetta.
E cosa c’entra la nebbia con tutto questo?
La nebbia diventa come un sipario semi trasparente che, muovendosi, svela, nasconde o lascia solo intravedere ciò che le sta dietro.
E quei dettagli offuscati che mostra sono uno stimolo per la fantasia.
Per la fantasia di un biker, anche.

Foto Yeti Cycles

Foto Yeti Cycles

Chiunque abbia preso a cuore questo mezzo sa quanta fantasia c’è nella Mtb.
In discesa, ad esempio, nella scelta della traiettoria.
Oppure nella scelta della meta.
Nella scelta di un sentiero.
E in tutte le altre occasioni che vi possono venire in mente.
La nebbia diventa un’ispirazione.

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Io non saprei usare la Mtb in modo diverso.
Questo mezzo magnifico, ogni tanto, va spogliato di tutta la tecnica per lasciare il posto solo al fine vero per cui la si utilizza.
Entrare nella natura e conoscerla meglio.
E da quel momento ogni dettaglio diventa un miracolo e un’opera magnifica che proprio non posso permettermi di perdere.
E magari condividere con tutti.

Foto Sterling Lorence

Foto Sterling Lorence

Dietro quella nebbia, ogni volta, mi immagino che esista un mondo perfetto.
Quello in cui entro su due ruote anche solo per poche ore a settimana.
Quando guardo quella nebbia che nasconde le montagne e i boschi penso che sognare sia uno dei più grandi privilegi.
Basta non avere paura di sognare più forte.
Basta spingersi un po’ oltre con la Mtb.

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Sull'autore
Simone Lanciotti

Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.

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