Una vacanza ad Aspen. Con tanto di Ews e clavicola rotta

Redazione MtbCult
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L’Enduro World Series non è roba solo per i pro’, ma, anzi, a entusiasmarsi di più spesso sono proprio gli amatori e gli appassionati di tutto il mondo.
E fra questi c’è anche Francesco De Felici, romano del SixInch Enduro Team, che proprio ad Aspen Snowmass (qui i risultati della gara) è riuscito a coronare il suo sogno: partecipare a una prova dell’Ews in America.
Ma ha fatto anche qualcosa di più: è entrato in contatto per una settimana circa con il personale di RockShox (marchio che ha la sede non lontano da Aspen) e ha vissuto come vivono loro.
Le immagini sono realizzate con uno smartphone, ma provate a immedesimarvi nelle sue parole, un fiume in piena…
E in bocca al lupo per la clavicola.
SL

Una vacanza ad Aspen, e che vacanza, ragazzi!
Inizierei dalla fine.
Più di 24 ore di viaggio con un braccio al collo, 2 buste, zainetto e valigione a tre colori EVOC.
 Sono all'aeroporto di Denver ad una settimana esatta dal mio arrivo negli USA per partecipare all'EWS ad Aspen/Snowmass Village.
 Sono arrivato con tanta curiosità, me ne torno a casa con le ossa rotte, ma con un'esperienza indimenticabile.

una vacanza ad aspen

Francesco De Felici (a destra) insieme a Simon Cittati di RockShox. Stessa maglia per entrambi, quella del SixInch Enduro Team.

Simon Cittati (brand manager di RockShox che abbiamo intervistato in questo articolo, ndr) è stato il mio gancio in questi 8 giorni ma fondamentalmente è stato un grande amico.
 Non saprò mai ringraziarlo abbastanza.
Mi ha prestato la bici, pur sapendo che l'avrei potuta devastare, mi ha presentato tutto il paddock che conta... e che dire della visita al centro sviluppo Mtb di Sram?
Un'occasione unica che da sola valeva la trasferta.

una vacanza ad aspen
Girare nei percorsi dietro casa di Simon mi ha riempito gli occhi: sembrano paesaggi disegnati! 
Il mio trasferimento mercoledì verso Aspen mi ha portato a vedere la strada su cui si corre la mitica, Pikes Peak Hill Climb Race.

una vacanza ad aspen
Un salto al Pikes Peak International Raceway e al The Garden of the Gods (un parco all'aperto di strutture rocciose naturali), in cui i visitatori hanno varie scelte per visitarlo, dalla jeep alla biga elettrica (chiamata segway) con reperti archeologici e una natura incredibile. 
La traversata verso la mia meta è stata a dir poco emozionante!
Scorrere quella strada rettilinea, ondeggiante all'orizzonte, proprio come nei film, immaginando le scorribande di indiani e cowboy, fa venire i brividi tutt'ora.

una vacanza ad aspen

una vacanza ad aspen
Per arrivare a Snowmass Village si passa per Aspen, una delle cittadine più snob d'America, servita da un aeroporto esclusivo, per le famiglie benestanti americane sia d'inverno che d'estate.
E pensate che c’è un campo da golf che è grande quanto la cittadina…
Ritiro il numero e già incontro volti noti dell'enduro, mi sento come nel Jet-set di una prima.

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Lunga la serie di selfie con i pro': qui con Mitch Ropelato

La serata si conclude con l'arrivo di Simon ed il suo migliore amico, un certo Jon Cancellier, product manager delle forcelle RockShox, praticamente un mito vivente.
Per l'accoglienza di una notte nel loro appartamento mi sdebito pagando una cenetta tutta americana: burger e patatine fritte, roba da atleti.

Chris Mandell si è fatto contagiare dalla selfie mania di Francesco. E sullo sfondo Jared Graves, Jon Cancellier e Curtis Keene.

Chris Mandell (a sinistra) si è fatto contagiare dalla selfie mania di Francesco. E sullo sfondo Jared Graves, Jon Cancellier e Curtis Keene.

Giovedì mattina tutti pronti alle 8,30 al truck SRAM e lì conosco Chris Mandell (altro manico, ha vinto nella categoria 21-39 anni), fondamentalmente responsabile ammortizzatori RockShox, insieme alla moglie Arièlle.
Giriamo fino al pomeriggio doppiando la Ps2 e la Ps3 che, per lunghezza e ripidi con controcurve a dir poco polverose, ha messo tutti in difficoltà.

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Con Anna Barnes

Jon è caduto due volte, nella seconda ha battuto la testa ed ha preferito fermarsi (non ha partecipato poi alla gara, ma ieri sera stava benissimo). 
Venerdì abbiamo provato una sola volta le Speciali e si saliva fino a 3300 mt, la Ps4 lunga 10km, un calvario, metà bike-park metà sentiero da gas spalancato.
La Ps5 abbastanza corta ed anonima e la Ps6, corta ma con due punti critici: uno era un drop di un paio di metri (sinceramente non nelle mie possibilità) e l'altro era sempre un drop con un'entrata 'sporca' ma più basso.
Decido di optare per la chicken-line nel primo mentre per il secondo il passaggio era obbligato.
Parte Simon saltandolo senza grandi problemi, faccio lo stesso, arrivando un po’ lungo sulla curva ma proseguo tranquillo.
Le pubbliche relazioni di Simon sono estenuanti, meeting, call-conference, dopo la giornata di bici, inizia il suo lavoro!

una vacanza ad aspen

Arrivano i giorni di gara e sabato mattina ammetto di essermela quai fatta sotto, un'emozione incredibile, non facilmente spiegabile.
Scorre tutto bene.
Pochi errori, soprattutto nessuna caduta, e nella Ps 3 rimonto 5 rider che erano partiti avanti.
Il trasferimento da Aspen a Snowmass è stato più complicato del previsto, avevamo due ore di tempo ma all’interno c’era anche una Speciale da almeno 20 minuti (per i comuni mortali!) e venti chilometri di trasferimento.

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Insieme a Jerome Clementz

Insomma ho tirato come un pazzo e sono arrivato in anticipo di 9 minuti.
 La sera ancora emozionato dalla giornata ho conosciuto Simone Invernizzi, giovane promettente, che era in 12° posizione nella categoria under 21. Un po’ di chiacchiere sulla situazione dell'enduro italiano e delle sue possibilità internazionali e poi a nanna.
Domenica il paddock era tranquillo, partenza alle 8,30 e subito diretti verso la vetta più alta, con l’aiuto di due impianti. Uno Stage (cioè una Speciale, ndr) lunghissimo!!
Archiviata la Ps4, controllo del chip al paddock e su verso la Ps5, che aveva in comune un trasferimento tosto, più di 30’ di single-track a quote tra i 2700 metri fino ai 3080 delle due partenze affiancate.

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La Ps5 è andata bene, senza forzare, anche perché la fatica della Ps4 si faceva sentire ed anche l'altitudine non aiutava.

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Arriviamo alla Ps6, parlo con il ragazzo del Costarica che partiva davanti a me e gli confido che se arrivavo stanco al secondo drop, sarei sceso a piedi senza prendermi troppi rischi.
Parto, mi sento bene, arriva il primo drop, faccio il giro dell'albero veloce e mi butto su un ripido in discesa pieno di rocce dove sorpasso chi mi stava davanti mentre scende a piedi.
Arrivo al punto chiave, entro bene, la velocità è quella delle prove, ma prima del drop mi scivola in avanti l'anteriore e volo di sotto capottandomi.

RX

Il botto è stato forte, un quintale in assetto gara è troppo per la clavicola che, ahimè, non regge l’impatto.
Mi siedo da una parte, la tocco ed ho la sensazione del “tasto di pianoforte”, test ortopedico che mi conferma la prima sensazione.
La clavicola è andata, una ragazza della sicurezza mi chiede se avevo bisogno del medico, e per tutta risposta gli domando: “May I finish?”
Alla risposta “'Yes!” mi rialzo, appare immediato un forte dolore alla coscia destra che mi toglie il respiro, non mollo e scendo fino in fondo, varcando il finish della Ps6 chiudendo così la mia sfida.
Simon mi è venuto incontro ed ha capito subito che qualcosa era successo, ho avvicinato un paramedico e gli ho chiesto di farmi una fasciatura ad 8 per tenere aperte le spalle che mi ha permesso di star lì con gli altri fino ai festeggiamenti dei vari podi.
Non potevo andare via da quel parterre che avevo sognato per mesi, da quel giorno in cui il sistema Ews accettò la mia iscrizione alla gara.
Il resto è stata una corsa all'ospedale, per capire se avessi potuto o meno prendere l'aereo la mattina seguente.

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Da 1 a 10 quanto è figo questo casco Troy Lee Designs?

Sono uscito dall’Aspen Valley Hospital con il referto che confermava la mia diagnosi (è il mio lavoro) che non osteggiava al viaggio di ritorno, ma anche con un bel pacco di dollari in meno (2300 dollari per due RX ed un tutore leggero).
Fortuna che prima di partire avevo stipulato un'assicurazione che mi rimborserà tutto (fatelo sempre quando volete visitare gli States).
Al mio ritorno dall'ospedale ho raggiunto la crème dell'enduro che festeggiava l'addio al celibato di Jon Cancellier.
Quello che è accaduto la sera lo sanno in pochi ed in pochi lo ricorderanno!
Ora vado a cercare il mio gate, Denver/ Dallas, Dallas/Londra, Londra/Roma alle 19,30 di domani dove, senza passare da casa, mi ricovererò nella clinica in cui lavoro e per mercoledì è già pronta la placca con le viti.
Se i piloti di MotoGP ci riescono a correre dopo due giorni, io la sera mi faccio dimettere!

Ps: purtroppo il volo Dallas/Londra viene cancellato, Francesco passerà la notte a Dallas in un albergo e… ancora lo stiamo aspettando!

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