TEST - Trek Remedy 9 27.5: mai sottovalutare una trailbike come questa

Simone Lanciotti
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Dietro a questo test c’era una curiosità ben precisa: dopo aver provato la Trek Slash 9.8 da enduro, volevamo verificare cosa cambiava davvero salendo su una versione con meno mm di escursione, una geometria leggermente differente e un materiale diverso per il telaio.
Insomma, era un'occasione ghiotta per rispondere al quesito "di quanto travel hai davvero bisogno?"
E il primo approccio con la Trek Remedy 9 27.5 aveva già svelato molte delle risposte: la Remedy 9 27.5 sembra proprio una versione in scala ridotta della Slash.

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Meno escursione, però, non vuol dire meno divertimento.
140 mm di travel sono un valore che, se abbinato a una sospensione efficace (e quella Trek lo è), hanno dei limiti davvero elevati.
Insomma, è un trailbike con potenzialità enormi.

Sospensione Full Floater: non ci eravamo già visti?
Lo schema della sospensione è il medesimo della Slash, ovvero quello che Trek adotta su tutte le full in produzione.
Quattro pivot, di cui uno concentrico con l’asse del mozzo posteriore, schema Full Floater (cioè l’ammortizzatore è fissato su entrambe le estremità al carro) e ammortizzatore con Drcv (Dual Rate Control Valve) e Re:aktiv.

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Trek, insomma, si è impegnata per far sì che la nuova Remedy avesse un comportamento adeguato a moltissime circostanze.
Il Re:aktiv è una specifica taratura dell'idraulica dell’ammortizzatore progettata da Trek insieme a Fox e Penske che permette alla sospensione posteriore di mutare la risposta in base alla tipologia del terreno.

Il mozzo posteriore con l'Abp.

Il mozzo posteriore con l'Abp.

La posizione Climb del Ctd di Fox è un po’ più ferma (non di molto in realtà) rispetto a una taratura classica e questo favorisce la sfruttabilità della bici in salita, mentre in discesa il Re:aktiv + Drcv danno la sensazione di travel infinito rendendo ancora più sfruttabile la Remedy 9 27.5.
Nonostante l’ammortizzatore sia un Fox Performance (cioè un gradino sotto al top) le sue prestazioni sono comunque molto valide.
Per un uso escursionistico rappresenta un bilanciamento davvero notevole.

L'ammortizzatore Fox Ctd ha dimensioni e caratteristiche specifiche per questa bici.

L'ammortizzatore Fox Ctd ha dimensioni e caratteristiche specifiche per questa bici.

Sali in sella e ti senti a casa
Trek sa il fatto suo in quanto a geometrie. Lo avevamo notato con la Slash 9.8 e lo confermiamo con la Remedy 9 27.5: trovare l’assetto corretto è solo questione di piccole regolazioni (a patto di aver scelto la taglia giusta di telaio).
L’ingresso in curva è rapido e nell’uscita di curva si apprezza il sostegno dell’ammortizzatore.

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L’angolo di sterzo è da 67,5° (o 68,2° a seconda della posizione del MinoLink), il carro è da 43,3 cm e il movimento centrale è a 34,6 cm da terra.
Il risultato lo si vede nella guida: la Trek Remedy 9 27.5 entra in curva con facilità e dopo poche curve ci si trova a casa.

Geometria

Lega Alpha Platinum, solo un po’ più brusca
La presenza di tubazioni in lega leggera si avverte, non solo sulla bilancia, ma anche quando il terreno diventa molto sconnesso e difficile.
Qualche vibrazione in più è da mettere in conto, ma il bilanciamento della geometria le fa passare in secondo piano.

Lega leggera Alpha Platinum e tubo sterzo conico E2.

Lega leggera Alpha Platinum e tubo sterzo conico E2.

Sono una trailbike, ma non sottovalutatemi
Se questa bici potesse parlare direbbe esattamente questo. Se la guardi bene e la provi capisci che è proprio così, che è una bici pensata per guidare forte, ma senza ricorrere all’aiuto di tantissima escursione.

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Per divertirsi bastano anche "solo" 140 mm di travel e quasi sempre ci si accorge che sono una misura più che adeguata per moltissime situazioni.

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Una trail bike come la Trek Remedy 9 27.5 è capace di fare cose che in alcuni casi una bici da enduro non riesce a fare.
Come garantire un’efficienza di pedalata migliore (c’è meno escursione da gestire).
Contenere il peso.
Essere più agile e versatile, in generale.

Per quanto riguarda la possibilità di personalizzazione, questa Trek offre ampi margini potendo contare su un telaio di alto livello. Anche se non in carbonio.
Il montaggio di serie è di buon livello e prevede tutto ciò che serve all’utente più smaliziato. Compresa la trasmissione Sram X1 con corona da 32 denti.

Il reggisella telescopico Rock Shox Reverb Stealth è di serie.

Il reggisella telescopico Rock Shox Reverb Stealth è di serie.

Non costa poco, però…
…però è una Trek, ha la garanzia a vita sul telaio (solo per il primo proprietario) e la sospensione posteriore (grazie anche al tuning fatto sull'ammortizzatore) è una delle migliori sul mercato.
Il prezzo di listino è di 4299€ e il peso della bici (senza pedali e nella taglia 18,5”) è di 13,42 Kg, non proprio pochi per una trailbike (la Canyon Spectral Al 9.0 Sl, anche se con un allestimento migliore, è più leggera).
Questa bici, se la provate, vi farà capire che non occorre avere travel esagerati per divertirsi e che, anzi, qualche mm in meno significa avere qualcosa in più.
Come dicono gli americani, “less is more”.

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Cosa non ci ha convinto?
Il prezzo, lo abbiamo già detto, è alto, ma siccome parliamo di un marchio di riferimento nel mondo della Mtb e soprattutto di prestazioni elevate è implicito attendersi un costo più alto della media.
Il sistema Re:aktiv ha un funzionamento davvero valido, ma soprattutto in discesa, perché quando si posiziona la levetta del Ctd su Climb l’ammortizzatore diventa più un po’ più fermo rispetto a un Fox Ctd tradizionale.

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In conclusione…
La versione con ruote da 27,5” della Trek Remedy è una trailbike con le vitamine, i cui limiti emergono solo quando il sentiero è estremo e la velocità è molto elevata.
In tutte le altre circostanze 140 mm di travel sono un valore perfetto per non sentirsi mai a disagio.
La Trek Remedy 9 27.5 è una delle bici più versatili fino ad ora provate e con circa 1000€ in più si arriva alla versione con telaio in carbonio, ma si va oltre la fatidica soglia dei 5000€.
Il consiglio che vi diamo, dopo averla provata, è di non disdegnare il caro vecchio alluminio e di non considerarlo una scelta povera, soprattutto in questo caso.

Per informazioni Trekbikes.com/it

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Sull'autore
Simone Lanciotti

Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.

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