TEST - Cannondale Trigger 29 Carbon 1: pronta a tutto

Simone Lanciotti
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Sali in sella, afferri il manubrio e senti che sei pronto per fare di tutto. Poche bici danno sensazioni così immediate come questa bici.
Assetto che invoglia a pedalare tanto.
Ma anche a lanciarsi in discesa (bastano pochi click…).
Dislivello sella-manubrio quasi perfetto.
Interasse compatto (115,3 cm).
Manubrio largo 74 cm.
E infine la sensazione di essere sulle ruote e non in mezzo alle ruote.
Ecco, quest’ultima cosa è da considerare con attenzione: la Trigger 29 Carbon è una bici che va guidata e che, al contrario delle prime 29 pollici, lascia ampia libertà di scelta su come e dove mettere le ruote.
Le premesse, appena tirata fuori dalla scatola la Trigger 29 Carbon 1, erano davvero importanti.

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Una bici per fare tutto
Iniziamo da un dato: 12,01 kg. Ossia il peso della bici senza i pedali. E parliamo di una 29er in carbonio con travel di 130 mm, cioè un valore tale da rendere questa bici capace di girare su qualunque percorso.
La sensazione percepita in sella, quella di poter affrontare lunghe escursioni, salite impegnative e discese estenuanti per freni e sospensioni, trova il primo riscontro positivo.

Per la regolazione dell'ammortizzatore Fox Dyad Rt2 si procede tramite step ben precisi descritti nell'articolo.

Per la regolazione dell'ammortizzatore Fox Dyad Rt2 si procede tramite step ben precisi descritti nell'articolo. Foto di Ilario Biondi

Regoliamo il Dyad Rt 2
Ma è arrivato il momento di partire e la prima regolazione da fare è settare la pressione del Dyad Rt 2 sui valori di suggeriti da Cannondale. Uno stiker sulla parte posteriore del tubo piantone riporta i valori di pressione per la camera positiva e per quella negativa, oltre ai click del registro di rebound.
La procedura richiede l’utilizzo di una pompetta per ammortizzatori ad alta pressione che viene fornita con la bici. Si sgonfia la camera negativa, si sgonfia quella positiva e si porta la pressione al valore suggerito, prima nella camera positiva poi in quella negativa.
L’ammortizzatore Fox Dyad Rt 2 è un dispositivo decisamente originale perché originale è anche la sospensione posteriore. Innanzitutto il suo cinematismo è tale da far lavorare l’ammortizzatore in estensione anziché in compressione, cioè ha uno schema pull-shock, e questa differenza consente alla ruota posteriore di essere spinta verso il terreno, migliorando il contatto fra copertone e terreno.

Questo disegno mostra il differente volume d'aria per le due modalità di utilizzo Elevate (a sinistra) e Flow (a destra).

Questo disegno mostra il differente volume d'aria per le due modalità di utilizzo Elevate (a sinistra) e Flow (a destra).

La sensazione che si percepisce in sella è del tutto analoga a quella che si avverte sulla “sorellina” Jekyll, ossia che la ruota posteriore sia incollata al terreno.
Se a ciò si aggiunge una ruota da 29 pollici si ha una sensazione di controllo e di aderenza impressionante.
Il Dyad Rt 2, però, riserva anche altre raffinatezze, come il controllo remoto delle due impostazioni di setup, Elevate e Flow.

Non ci stancheremo mai di elogiare le ruote da 29 pollici sui terreni più scivolosi, specie se "supportate" da copertoni con tassellatura pronunciata. La Trigger 29 Carbon 1 è stata testata in condizioni meteo molto differenti.

Non ci stancheremo mai di elogiare le ruote da 29 pollici sui terreni più scivolosi, specie se "supportate" da copertoni con tassellatura pronunciata. La Trigger 29 Carbon 1 è stata testata in condizioni meteo molto mutevoli. Foto di Ilario Biondi

Un comando sul manubrio per cambiare anima
La Trigger 29 Carbon 1 dispone di due valori di corsa alla ruota posteriore, 80 e 130 mm, cui corrispondono anche delle variazioni di geometria del telaio.
La posizione Elevate è studiata per la salita, aumenta la progressività dell’ammortizzatore e ne riduce la corsa a 80 mm (a seguito di una riduzione del Sag del 40%). Il movimento centrale in questo caso si alza e l’angolo di sterzo aumenta.
La posizione Elevate, però, non è necessariamente quella con la maggiore efficienza di pedalata, ma, in generale, quella più indicata sui fondi compatti e veloci. Rappresenta a tutti gli effetti uno dei modi di impiego della Trigger 29.

Il comando remoto per il controllo del Dyad Rt 2 è posto sul lato destro del manubrio, ma può essere montato anche a sinistra. Buona l'ergonomia.

Il comando remoto per il controllo del Dyad Rt 2 è posto sul lato destro del manubrio, ma può essere montato anche a sinistra. Buona l'ergonomia. Foto di Ilario Biondi

Il Dyad Rt 2 si comporta a tutti gli effetti come due ammortizzatori distinti.
Selezionando la modalità Flow, invece, il travel aumenta a 130 mm, il funzionamento dell’ammortizzatore è più lineare (aumenta il volume della camera positiva) e la geometria assume valori e angoli più orientati alla discesa.
Stando in sella il passaggio da una modalità all’altra è nettamente avvertibile.
Cannondale ha richiesto a Fox di fornire la duplice regolazione della velocità di ritorno per le modalità Elevate e Flow, proprio per rimarcare le due distinte anime della Trigger 29.
E il risultato è decisamente ben riuscito.
L’impatto estetico genera reazioni contrastanti: il Fox Dyad Rt 2 sembra troppo massiccio, pesante e ingombrante oppure raffinato, tecnologico ed efficace.
La prima impressione può essere molto diversa per ognuno di noi, ma quanto meno Cannondale ha provveduto a posizionare questo elemento vicino al movimento centrale, abbassando il baricentro e migliorando l’handling della bici.

Ed ecco la forcella Lefty Supermax 130: un solo fodero da 46 mm di diametro e un solo stelo da 36 mm per un travel totale di 130 mm.

Ed ecco la forcella Lefty Supermax 130: un solo fodero da 46 mm di diametro e un solo stelo da 36 mm per un travel totale di 130 mm. Foto di Ilario Biondi

Un solo enorme stelo davanti
Parlando di impatto estetico non si può non menzionare la forcella Lefty Supermax che caratterizza molto anche la guida della bici.
Strutturalmente è costituita da uno stelo da 36 mm di diametro e da un fodero con struttura in fibra di carbonio da 46 mm di diametro, quindi dimensioni piuttosto importanti.
La struttura della Lefty Supermax è a doppia piastra e a stelo rovesciato, quindi decisamente non convenzionale, con un travel di 130 mm.
Il vantaggio di una forcella upside-down (cioè a steli rovesciati) è una maggiore sensibilità dovuta al minore peso della parte sospesa (cioè vincolata alla ruota) rispetto a quella non sospesa (ossia i foderi in questo caso).
Ne risulta quindi una forcella più pronta a entrare in funzione.

Due piastre in lega leggera ridisegnate per la forcella Lefty Supermax 130.

Due piastre in lega leggera ridisegnate per la forcella Lefty Supermax 130. Foto di Ilario Biondi

Per ottenere il massimo da questo schema costruttivo Cannondale ha optato per un sistema ad aria e per lo schema Hybrid che prevede sia i cuscinetti ad ago (che hanno sempre caratterizzato le forcelle Lefty) che una boccola per una scorrevolezza più costante nel tempo.
E in effetti la scelta che Cannondale ha operato sulla Supermax funziona davvero: questa Lefty, per fare un paragone, ha la stessa fluidità e sensibilità di una Rock Shox Pike.
Se avevate dubbi sul funzionamento di questa forcella, quindi, potete metterli da parte.
Il peso dichiarato da Cannondale è di 1850 gr, non una peso piuma, ma va bene così perché in discesa fa esattamente ciò che ci si aspetta da una forcella da all mountain: assorbire ed essere precisa.
La cartuccia idraulica Pbr gestisce il damping e lo fa in maniera molto efficace.

Un pulsante per rallentare la forcella
Volendo è possibile aumentare il freno in compressione della forcella premendo il pulsante azzurro mostrato nella foto in basso. Non si tratta di un vero e proprio lock-out, ma di un “freno” in compressione che permette alla bici una buona efficienza di pedalata se ci si alza sui pedali, ad esempio in salita.
Per sbloccare la forcella e sfruttarne tutta la corsa basta schiacciare la ghiera rossa.

Ecco spiegato il funzionamento del meccanismo di bloccaggio-sbloccaggio della forcella Lefty Supermax 130.

Ecco spiegato il funzionamento del meccanismo di bloccaggio-sbloccaggio della forcella Lefty Supermax 130. Foto di Ilario Biondi

Questa operazione, a dire il vero, non è proprio molto intuitiva e almeno a noi ha richiesto un po’ di tempo per abituarsi a questo meccanismo.
La cosa che però ci ha stupito è il funzionamento di questa forcella.
Dopo oltre 10 anni di test con le varie Lefty, questa, a nostro avviso, è la migliore di sempre per funzionamento, fluidità e costanza di prestazioni.
Non è super leggera, è vero, ma ribadiamo che questa forcella non fa rimpiangere una forcella tradizionale. Anzi.

Quel piccolo offset di 60 mm…
Cannondale ha studiato con cura questa forcella e soprattutto il suo abbinamento alla geometria della Trigger 29 Carbon. L’angolo di sterzo della bici è di 69° (taglia M), quindi bilanciato per un uso escursionistico non troppo estremo.
Per aumentare la capacità di superamento degli ostacoli la Lefty Supermax ha l’asse del mozzo avanzato di 60 mm rispetto all’asse dello stelo. Ne risulta una bici meno propensa ad impuntarsi, ma con uno sterzo molto svelto nei cambi di traiettoria.

Geometria agile
Un dato importante per una 29er da all mountain: l’interasse misura 115,3 cm, ovvero una misura abbastanza contenuta, mentre il movimento centrale è alto 34,8 cm. In assoluto non sono valori record, ma permettono alla Trigger 29 Carbon 1 di essere guidata con molta più agilità di quanto il suo aspetto massiccio lascerebbe pensare.
Il carro è il linea con le misure di altre 29 (44,8 cm) e lo schema sospensivo della Trigger di certo non aiuta a contenere questo valore.
I numeri, però, dicono tutto e non dicono niente, perché sono le sensazioni in sella a farla da padrone.

Tutte le quote e gli angoli della geometria della Cannondale Trigger 29 Carbon 1.

Tutte le quote e gli angoli della geometria della Cannondale Trigger 29 Carbon 1.

Inizia la discesa…
Basta un click sul manettino del Dyad Rt 2 per cambiare personalità alla bici. Il tuning dell’ammortizzatore diventa più morbido e lineare e sbloccando la forcella inizia il bello, ossia il divertimento in discesa.
Il manubrio rimane piuttosto alto anche con l’attacco originale rivolto verso il basso. Si ha quindi una sensazione di padronanza e stabilità.
Il manubrio da 74 cm (con rise di 15 mm) è sufficiente per una guida aggressiva e appena si entra sui sentieri… occorre dare fiducia alla Lefty.
Il primo effetto che fa questa forcella è proprio questo: sembra che manchi qualcosa.
Ma bastano poche sconnessioni per accorgersi che tutto funziona, e anche piuttosto bene.
I 130 mm di travel sembrano adeguati per tutto.

La Trigger 29 Carbon 1 ispira subito una grande confidenza. Basta poco per divertirsi, anche con meteo tipicamente invernale...

La Trigger 29 Carbon 1 ispira subito una grande confidenza. Basta poco per divertirsi, anche con meteo tipicamente invernale... Foto di Ilario Biondi

Salti, piccoli drop, e soprattutto velocità. Tanta velocità. La Trigger 29 carbon 1 è fatta per correre.
La sospensione posteriore assorbe bene, è fluida, lineare (in modalità Flow) e soprattutto prevedibile.
In generale questa bici infonde sicurezza perché ha un comportamento prevedibile.
Una parte del merito, a nostro avviso, è delle gomme montate, le Schwalbe Hans Dampf Evolution da 2,35”: non leggerissime di certo, ma capaci di digerire di tutto e soprattutto con un profilo ben arrotondato che in curva comunica bene al rider quanto grip c’è.

Il manubrio in ingresso di curva a volte può risultare troppo alto. Foto di Ilario Biondi.

Il manubrio in ingresso di curva a volte può risultare troppo alto. Foto di Ilario Biondi.

In discesa corre e sa mantenere la velocità come le migliori 29 pollici.
Il carro, per come è strutturato, è estremamente solido. Non ha pivot e per renderlo poco propenso alle flessioni è stato costruito con foderi di dimensioni importanti. Non dimentichiamo che tutti i pivot della Trigger hanno un sistema ad asse passante che consente di incrementare la rigidità torsionale e la robustezza.

In salita l'efficienza del Dyad Rt 2 è notevole e permette al biker un assetto fermo in modalità Elevate e un tuning da discesa in modalità Flow. Davvero due ammortizzatori in uno.

In salita l'efficienza del Dyad Rt 2 è notevole e permette al biker un assetto fermo in modalità Elevate e un tuning da discesa in modalità Flow. Davvero due ammortizzatori in uno. Foto di Ilario Biondi

Quando si va in salita…
Il rotolamento delle gomme artigliate da 2,35” si sente, ma l’efficienza della sospensione, in modalità Elevate, compensa questo aspetto. Se dovessimo scegliere, opteremo per una gomma più scorrevole al posteriore, ma sono dettagli dettati anche dalla tipologia di terreni sui quali si è soliti pedalare.
Se il fondo è compatto, la modalità Elevate fa un gran bel lavoro per ridurre il dondolamento indotto dalla pedalata, ma se si sta andando su terreni sconnessi non è detto che la fermezza dell’Elevate sia sempre adeguata alla situazione. In alcune circostanze, anche in salita, abbiamo preferito la Flow, perché assorbe meglio e non disperde troppa energia di pedalata, ma il terreno era particolarmente sconnesso.

Che cosa non ci ha convinto?
L’altezza dello sterzo da terra in alcune circostanze, come nell’ingresso in curva, può risultare eccessiva. L’attacco manubrio di serie è da 1,5” di diametro e ha un’altezza notevole per assicurare una presa solida sul cannotto di sterzo. Il risultato però è un’anteriore che potrebbe risultare troppo alto se, ad esempio, nell’ingresso di curva si tende ad avvicinare molto il busto al manubrio.
L’attacco manubrio di serie è da 50 mm, perfetto per l’utilizzo della Trigger 29, e in aftermarket non è difficile trovare modelli con angolazione e lunghezza differenti, ma prima di cambiarlo occorre considerare la presenza della forcella per evitare che il manubrio vada a interferire con questa.

Un altro dettaglio che ci ha lasciato interdetti è il travel del reggisella: quello montato è da 100 mm ed è una misura che, per le pendenze più accentuate, non risulta vantaggiosa quanto potrebbe essere una da 125 mm.

Il reggisella è un Rock Shox Reverb Stealth da 100 mm. A nostro avviso la versione da 125 mm sarebbe più indicata.

Il reggisella è un Rock Shox Reverb Stealth da 100 mm. A nostro avviso la versione da 125 mm sarebbe più indicata. Foto di Ilario Biondi

Il manubrio è largo 74 cm e ha un rise di 15 mm: tutto ok, ma perché non prevederne uno un po’ più largo per dare al biker la possibilità di adeguarlo (ovvero tagliarlo) alle proprie necessità?

La Lefty Supermax 130 è un’ottima forcella, ma mostra i suoi limiti soprattutto quando si deve smontare la ruota anteriore. L’operazione, almeno le prime volte, è piuttosto laboriosa anche se a dire il vero è stata semplificata con l’adozione di un nuovo supporto per la pinza del freno. E’ necessario avere una chiave a brugola da 5 mm per allentare il supporto della pinza e il perno della ruota, la stessa che serve comunque per l'asse passante posteriore. Occorre precisare che lo smontaggio della ruota anteriore non è necessario in caso di foratura alla quale si può rimediare, ad esempio, capovolgendo la bici e intervenendo sulla gomma in modo opportuno.

I freni Magura Mt6, pur essendo a doppio pistoncino, assicurano prestazioni di buon livello, ma nelle discese più lunghe arrivano a perdere di efficacia con un certa rapidità. A nostro avviso un disco anteriore da 200 mm avrebbe giovato non poco, ma anche in questo caso è un cambiamento che va valutato in base alla tipologia di terreni sui quali si pedala.

Il supporto per il freno a disco anteriore di tipo Postmount e la pinza Magura Mt6 con disco da 180 mm.

Il supporto per il freno a disco anteriore di tipo Postmount e la pinza Magura Mt6 con disco da 180 mm. Foto di Ilario Biondi

In conclusione…
Quanto costa la Cannondale Trigger 29 Carbon 1? Il prezzo di listino è di 6499€ e prevede la garanzia a vita (solo per il primo proprietario). A portare così in alto il costo sono senza dubbio la qualità e l’esclusività di telaio e forcella, ma anche la raffinatezza dell’equipaggiamento.
La Carbon 1 ha tutto quello che serve per divertirsi appena tirata la bici fuori dalla scatola, ma volendo cercare il pelo nell’uovo il pacco pignoni e i comandi cambio Sram X01 al posto dell’XX1 sembrano una scelta di ripiego.
Qualitativamente cambia poco e in termini di peso le differenze sono minime, ma questa scelta è stata operata per contenere il costo finale, anche se circa di un centinaio di euro.
Sono dettagli minimali che però non tolgono alla Trigger 29 Carbon 1 prestazioni elevate e piacere di guida. Senza dimenticare il plus della garanzia a vita.

Per informazioni Cannondale.com

I capi di abbigliamento utilizzati in queste foto sono:
casco Urge EndurOmatic
giacca Endura Mt 500
pantaloni Endura Venturi II PTFE Protection Overtrousers
scarpe FiveTen Minnaar clipless

Ps: se lo scenario invernale non vi piace, eccone uno estivo con Jerome Clementz e Ben Cruz.

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Sull'autore
Simone Lanciotti

Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.

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