TEST - Poc Trabec Race Mips: stile e comfort in testa

Simone Lanciotti
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Il mondo dello sci e della Mtb hanno diversi punti in comune, soprattutto se si parla di protezione.
Entrambe le specialità hanno un habitat montano ed entrambe possono essere considerate specialità estreme.
Le protezioni quindi devono essere efficaci.
Poc, un marchio svedese specialista nello sci, da qualche stagione è entrato nel mondo delle ruote grasse, abbinando in maniera molto singolare stile, colorazioni e tecnologia.
Fra i primi a utilizzare il Mips, ossia il Multidirectional Impact Protection System, ad esempio, ci sono proprio Poc e Scott e poi altri produttori in tempi più recenti.
Il livello qualitativo dei suoi prodotti è sopra la media, come anche i loro prezzi, e negli ultimi tempo questo brand di nicchia sta guadagnando una notevole notorietà, grazie anche alla sponsorizzazione di atleti come Danny Macaskill, Thomas Vanderham, Martin Soderstrom, Andrew Shandro e di team pro’ su strada quali il Cannondale Garmin.
Parlando di protezioni, quindi, la prima cosa che viene in mente è il casco e in questo articolo vi parliamo del Poc Trabec Race Mips, ossia il modello di punta in ambito all mountain.

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Linea familiare
Il Trabec è in commercio da qualche anno e la sua comparsa ha condizionato lo stile di altri modelli concorrenti. In sostanza segna un punto di rottura con il passato dei caschi da Xc sui quali spiccavano forme tese e taglienti, spigoli e feritoie molto vistose. Questo è esattamente il contrario.
Linee morbide, feritoie tondeggianti, totale assenza di spigoli e copertura della testa più estesa.
La protezione in primis, quindi, anche perché indossandolo si percepisce che le dimensioni non sono contenute come un casco da cross country, ma non sono nemmeno giganti.
E’ un compromesso piacevole che ispira sicurezza.
Le colorazioni, poi, danno ampio spazio alle tonalità pastello e fluo e alle tinte uniformi, senza troppi fregi.
Semplice e di grande impatto

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Tecnologia a bordo
Il sistema Mips (ne abbiamo parlato qui) sta diventando sempre più popolare sui caschi e Poc è stato uno dei primi brand ad averlo adottato.
Un dispositivo che permette di ridurre i danni celebrali diventa utilissimo su un casco.
Nel caso del Trabec Race Mips inoltre è ben integrato nella struttura del casco stesso, senza ridurre il comfort e la stabilità del casco.

La struttura del Mips di colore giallo è ben visibile all'interno del casco.

La struttura del Mips di colore giallo è ben visibile all'interno del casco.

La struttura interna del casco è caratterizzata dall’Aramid Bridges, ossia da un’ossatura in aramide che permette al casco di resistere meglio agli impatti e di non frantumarsi in seguito a un urto.
Più stabilità e più protezione.

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E’ un casco da all mountain. E si sente
Prima di tutto il peso: 350 gr per la taglia M/L sono avvertibili soprattutto in mano. Si capisce subito che non è un casco qualsiasi, vista anche la protezione di cui è capace dietro la testa.
Una volta calzato, però, il peso diventa meno significativo perché ben ripartito su tutto il capo.
Non ci sono zone di pressione e la struttura del Mips (che può creare fastidi se non ben realizzata) non altera né il comfort, né la stabilità del casco.
La regolazione posteriore permette di personalizzare la calzata anche se sulle prime il sistema non risulta molto intuitivo, soprattutto per allargare la calzata.

Il sistema di regolazione della calzata è molto efficace, ma richiede un minimo concentrazione nell'uso le prime volte.

Il sistema di regolazione della calzata è molto efficace, ma richiede un minimo di concentrazione nell'uso le prime volte.

Infatti, occorre prima individuare i due pulsanti di rilascio dopo di che ogni regolazione può essere fatta anche con una sola mano.
Il sistema, pur non avendo un pomello, è semplice e ci è sembrato anche molto resistente.
La cosa che stupisce del Poc Trabec Race Mips sono la stabilità e il comfort, ossia due delle tre doti che si possono subito verificare di un casco.

In tutto 16 feritoie sulla calotta del Trabec Race Mips.

In tutto 16 feritoie sulla calotta del Trabec Race Mips.

Ventilazione… da all mountain
La terza dote è proprio questa: la capacità di ventilazione.
Poc ha previsto 16 fori di ventilazione sulla calotta, ma dato che parliamo di un casco da all mountain, cioè di un oggetto che è pensato per velocità maggiori in discesa, è chiaro che la ventilazione diventa meno importante della protezione.
E in salita si sente.
Il test è stato svolto fra dicembre e febbraio, cioè in un momento dell’anno in cui un casco non troppo ventilato diventa quasi un vantaggio.
E infatti nel Trabec Race Mips, al pari di molti altri suoi competitor, di aria ne entra, ma senza quella portata che in estate garantirebbe una ventilazione avvertibile.
Non possiamo definirlo un difetto, ma una caratteristica comune a tutti gli altri caschi di questo livello fino ad ora provati.

Le tre colorazioni disponibili del Poc Trabec Race Mips venduto a 230€.

Le tre colorazioni disponibili del Poc Trabec Race Mips venduto a 230€.

In conclusione…
Il Poc Trabec Race Mips è un casco di alto livello, di ottimo comfort e con una certa cura per i dettagli.
Ad onor del vero il modello da noi testato ha presentato subito un piccolo difetto a una delle imbottiture sul Mips: in pratica il velcro adesivo non aderiva bene alla struttura di plastica del Mips.

L'incollatura non ottimale di un velcro di sostegno dei pad interni. Un'imperfezione che non ha mutato l'esito del test.

L'incollatura non ottimale di un velcro di sostegno dei pad interni. Un'imperfezione che non ha mutato l'esito del test.

Se fossimo stati in negozio, avremmo chiesto la sostituzione del casco.
Una volta digerito il prezzo d’acquisto (230€ al pubblico), poi sono solo lodi.

Per informazioni Pocsports.com

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Sull'autore
Simone Lanciotti

Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.

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