Il Santa Cruz Syndicate escluso dai team Uci. Per colpa delle maglie...

Simone Lanciotti
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Al momento il Santa Cruz Syndicate non è inserito nella lista dei team Uci Gravity.
Il che significa che potrà gareggiare in Coppa del mondo, ma senza i privilegi di un top team.
La questione è abbastanza delicata e riguarda l’interpretazione di una regola sull’overall look delle divise.
Eccola di seguito:

All riders within a team are obliged to wear clothing that has identical major sponsor placement, layout and overall look, although the colours of men and women’s outfit can be different. In this case two designs must be submitted.

In sostanza, nell’ambito dello stesso team, i rider hanno l’obbligo di indossare delle maglie che abbiano un posizionamento degli sponsor, un layout e un look identico e l’Uci concede delle eccezioni sui colori solo per le divise delle atlete donne.
In quest’ultimo caso il team deve sottoporre all’Uci due maglie diverse.
Il Syndicate non ha atlete donne all’interno e se guardate le divise che il team californiano ha sottoposto all’Uci noterete che i colori sono diversi, anche se il look generale è simile fra loro.
Ma non abbastanza per l’Uci.

Le varie colorazioni delle maglie del Santa Cruz Syndicate: dall'alto quella di  Minnaar, Peat e Bryceland.

Le varie colorazioni delle maglie del Santa Cruz Syndicate: dall'alto quella di Minnaar, Peat e Bryceland.

Kathy Sessler (in base a quanto ha dichiarato qui), la team manager di Peat, Minnaar e Bryceland, ha cercato insieme a Fox, O’Neal e Royal di unificare quanto più possibile le grafiche, ma non ha potuto fare lo stesso per i colori delle maglie di Peat e Minnaar.
Che cosa significa questo?

Kathy Sessler, fra Cedric Gracia e Steve Peat, insieme al Santa Cruz Syndicate. Assente solo Josh Bryceland.

Kathy Sessler, fra Cedric Gracia e Steve Peat, insieme al Santa Cruz Syndicate. Assente solo Josh Bryceland.

In sostanza il Santa Cruz Syndicate non è riuscito a ottenere la registrazione come trade team, ma non gli è impedita la partecipazione alle gare di Coppa del mondo, seppure con diverse complicazioni in più.

Greg Minnaar è stato campione del mondo Dh nel 2003, 2012 e 2013.

Greg Minnaar è stato campione del mondo Dh nel 2003, 2012 e 2013. Foto RedBull.

Ad esempio, non avranno accesso all’area tecnica come i top team e non avranno più diritto al rainbow pass. Inoltre, la Sessler auspica che siano le Federazioni dei singoli atleti a richiedere l’iscrizione alle gare per facilitare le cose ai tre del Syndicate piuttosto che passare attraverso il sistema di registrazione online dell’Uci.

«Cerco di guardare la cosa con ottimismo - ha dichiarato Kathy Sessler - Non essere un team Elite o un trade team è una complicazione, ma siamo disposti a pagare per avere un posto per i nostri paddock. In questo caso i soldi andranno direttamente all’organizzazione dell’evento. Non avremo una posizione di spicco, ma credo che i fan non faticheranno molto a trovare Ratboy…
Quest’anno il Syndicate non potrà partecipare alla classifica a squadre, ma la Dh è uno sport individuale perciò la cosa non mi infastidisce troppo.
Dovremmo darci da fare per guadagnare i punti necessari per tornare a essere un trade team».

Ciò nonostante la Sessler è grata all’Uci per aver interpretato sempre a favore del Syndicate la regola sull’overall look delle maglie.

«Questa regola è stata scritta dall’Uci proprio per il Syndicate, ma quest’anno hanno ritenuto che le maglie non avessero un look univoco. Spetta a loro scrivere le regole, interpretarle e farle rispettare come anche concedere una tolleranza nell’ambito delle regole stesse, cosa che hanno fatto in passato per il Syndicate».

Josh Bryceland sul podio della tappa di Windham 2014. Foto RedBull.

Josh Bryceland sul podio della tappa di Windham 2014. Foto RedBull.

Decisione discutibile quella dell’Uci.
E’ giusto penalizzare così il vincitore della Coppa del mondo Uci 2014 (Bryceland) e altri due atleti di caratura mondiale (Peat e Minnaar)?
Oppure il Syndicate è troppo fuori dalle righe per i canoni dell’Unione Ciclista Internazionale?
Se ci saranno sviluppi sulla faccenda vi aggiorneremo.

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Sull'autore
Simone Lanciotti

Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.

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