Enduro Cup Lombardia: 4 Speciali magnifiche a Livigno

Redazione MtbCult
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La gara di Livigno ha chiuso il circuito Enduro Cup Lombardia in bellezza. Alta montagna, Speciali lunghe e impegnative, meteo epico.
E a Livigno è tornato a mettere il numero di gara Marco Milivinti.
Il ritorno è stato folgorante, perché Milivinti ha vinto svariate Speciali e la gara intera davanti a Tobi Muller e Gionata Livorti.

Marco Milivinti in azione. Foto Enduro Cup Lombardia

Marco Milivinti in azione.
Foto Enduro Cup Lombardia

Il podio maschile Foto Enduro Cup Lombardia

Il podio maschile
Foto Enduro Cup Lombardia

Fra le donne, invece, la vittoria è stata di Jessica Bormolini davanti a Tiziana Ornaghi e a Bruna Benedusi.

Il podio femminile Foto Enduro Cup Lombardia

Il podio femminile
Foto Enduro Cup Lombardia

Di seguito la classifica della gara:

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Ma a Livigno c’era anche Francesco Savona per raccontarci da dentro la gara. A lui la parola ora...
SL

Dopo un mese abbondante di pausa dalle gare estive, questo weekend sono tornato a mettere la tabella portanumero sulla bici per affrontare l’ultima prova del trofeo Enduro Cup Lombardia.
L’occasione è di quelle ghiotte, visto che ancora una volta si va in quota a darsi “battaglia” e precisamente sulle piste di Livigno, una location che non ha certo bisogno di presentazioni.
E che sia un’occasione di quelle “da non perdere” lo si capisce anche dai nomi dei migliori interpreti della specialità presenti al via, come i fratelli Lupato, Bruno Zanchi e Marco Milivinti, ritornato alle gare dopo l’infortunio di inizio stagione.

Anche i Lupato Bros al via.

Anche i Lupato Bros al via.

Per rendere l’evento ancor più divertente, quest’anno gli organizzatori hanno modificato il percorso rispetto a quello della scorsa edizione, dando un gusto più “gravity” alla gara.
Come? Sfruttando un paio di trail che vengono giù dal Mottolino e da Carosello 3000.
Di fatto una gara con format totalmente alla francese, visto che per prendere le Speciali si utilizzeranno solo gli impianti di risalita. Quattro le prove da disputare: una al sabato pomeriggio e tre alla domenica.

Bici pronta!

Bici pronta!

Decido di andare su al sabato mattina, tanto lo start della prima PS è fissato per le 15,00 del pomeriggio. Decisione azzardata, visto che avrò pochissimo tempo per provare il percorso: rischio di farne qualcuna “a vista”, ma, in fondo, ho pensato, “Sono solo quattro Speciali da provare, di cui due fatte lo scorso anno (Mine e Costaccia). Dovrei starci dentro”.

Sveglia ferocissima alle quattro e mezza del mattino e alle nove, assieme ai miei amici (Stefano e Alby), siamo già operativi sulle piste livignasche, ma non senza qualche sorpresa: la sera prima ha fatto una bella spruzzata di neve che ha imbiancato tutte le cime… e parte del percorso.
Fangazza assicurata. Not bad!

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Ci buttiamo subito sulla prima Speciale, la Wild Sheep del Mottolino, quella che alle 15,00 darà il via alla manifestazione. Una vera pista nera da DH, flow nella prima parte, tortuosa ed estremamente tecnica nella parte intermedia dentro al bosco: un micidiale tappeto di radici su pendenze proibitive!

Ma la curiosità è tutta per la seconda speciale completamente inedita, quella che aprirà le danze alla domenica mattina.
Si tratta del nuovo tracciato flow del Carosello 3000 finito apposta per l’Enduro Cup Lombardia.
Una pista velocissima dove, a detta di qualcuno, si sfiorano i 70 km/h!
D’obbligo una ricognizione per non rischiare di arrivare lunghi in qualche curva e cercare di memorizzare quante più traiettorie possibili.

La PS3 Costaccia è una vecchia conoscenza dello scorso anno: è forse la più enduristica delle quattro.
È tracciata interamente su cresta per poi venire giù in picchiata sulla valle livignasca, alternando tratti flow a passaggi stretti e scassati, con un micidiale rilancio pedalato nella parte finale del bosco. E così, tra fango, freddo e studio delle traiettorie, la mattina vola letteralmente via e ci accorgiamo che si è fatta l’una.

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Non c’è tempo per provare la PS4 della domenica.
Bisogna mangiare un boccone per affrontare il pomeriggio e procedere alle verifiche tecniche.
Le Mine, questo il nome dell’ultima speciale, ci porterebbe via tempo ed energie visto che per provarla bisogna prima riprendere gli impianto del Mottolino e poi affrontare il lungo tratto pedalato a mezza costa (circa un’ora di trasferimento) che porta nella Valle delle Mine.
Poco importa, cercherò di fare tesoro dell’esperienza dello scorso anno, visto che il trail è lo stesso: un falsopiano naturale, ancora una volta velocissimo e con partenza in salita!

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Ci siamo.
Si parte.
Per la speciale del sabato quei “diavoli” degli organizzatori hanno deciso di farci partire a numeri invertiti, cioè dal più alto al più basso, col tempo della discesa visualizzabile in tempo diretto nell’area d’arrivo: spettacolo assicurato e… vietato fare figuracce!
Tre, due, uno e… via!
Cerco di scendere il più veloce possibile e di stare concentrato, ma praticamente all’inizio del trail, la catena mi salta giù tra il pacco pignoni e il carro!
Non c’è tempo di fermarsi per sistemarla e decido di venire giù facendo a meno del cambio. Per fortuna il vento freddo della mattina ha asciugato quasi tutto e affronto i passaggi con determinazione. Cerco di guadagnare il più possibile sulle ripide sezioni tecniche, sapendo che perderò secondi preziosi sulla parte finale, dove, nonostante la pendenza negativa, c’è da spingere sui pedali!
Taglio il traguardo, certo di non aver potuto dare il massimo, ma sicuro di avere “limitato” i danni.

La serata trascorre velocemente, l’atmosfera è allegra e goliardica e c’è anche il tempo per fare una saunetta rigeneratrice.
Andiamo a letto incrociando le dita per la domenica mattina: le previsioni meteo non sono delle migliori, ma fortunatamente ci alziamo con un tempo, tutto sommato, accettabile.

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Sono un po’ teso, ho ancora l’amaro in bocca per l’inconveniente tecnico del sabato pomeriggio e sono deciso a fare bene, voglio recuperare.
La prima discesa della giornata è Carosello 3000: una Ps apparentemente semplice, un pistone velocissimo, ricco di curve in appoggio e privo di difficoltà tecniche; ma proprio per questo è da affrontare a manetta se non si vogliono prendere “schiaffoni” dal cronometro.
Ci siamo, arriva il mio turno.
Pesto sui pedali come un dannato, perché nonostante sia in discesa, la pendenza non è estrema e ci sono numerosi tratti da rilanciare.
È un continuo muoversi sulla bici per impostare le curve al meglio e “schiacciarla” per bene sulle sponde per tenerla in traiettoria.
Dieci interminabili minuti “a tuono”, conclusi senza particolari errori.
Not bad!

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Via le protezioni e su per il breve trasferimento misto pedalato/meccanizzato che in mezz’oretta circa mi porta alla partenza di Costaccia.
Fa un freddo becco, i nuvoloni neri si fanno sempre più minacciosi, ma fortunatamente il tempo regge.
Parto “a fuoco” in cresta e commetto subito un errore, arrivando lungo al curvone che immette sulla destra in una breve sezione pedalata; poi nel bosco faccio un altro errore perdendo l’anteriore.
Ma sono intero, mi rialzo e parto più agguerrito che mai. Forzo il ritmo, raggiungo il mio amico che partiva 30” davanti a me, a sua volta cappottatosi in una curva, (Costaccia non perdona, ndr), raggiungo un altro concorrente e lo passo sulla micidiale rampa in salita che, dopo un lungo tratto pedalato da fare in fuori soglia, porta alla fine di quest’altra lunghissima speciale (anche qui, circa dieci minuti di percorrenza).
Ci siamo, arrivano le prime gocce d’acqua, ma poco importa: adesso ci attende il CO e l’ultima prova.

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Piove, fa freddo e siamo tutti intirizziti ad aspettare il nostro turno al gazebo di partenza.
Le Mine è la speciale più breve della giornata (personalmente la chiuderò in poco meno di otto minuti) e, forse, la meno tecnica, ma guai abbassare la guardia: il fondo reso insidioso dalla pioggia e qualche passaggio roccioso sul percorso impongono la massima concentrazione.
Parto: ho le mani gelate, la maschera appannata e i vestiti zuppi d’acqua.
Cerco di dare il massimo come sempre e taglio il traguardo in 69° posizione assoluta su 109 partenti veri, contento, ma un po’ con l’amaro in bocca sapendo che avrei potuto fare meglio senza l’inconveniente tecnico del giorno prima.

Gionata Livorti, terzo assoluto

Gionata Livorti, terzo assoluto. Foto Enduro Cup Lombardia

Questa gara si è rivelata una gara di Enduro con la “E” maiuscola, con Speciali lunghe e ben assortite, suddivise equamente fra trail tecnici e trail più flow… e tutte “dannatamente” pedalate.
E poi, le gare in quota hanno sempre un fascino particolare!
Un complimento speciale va a tutta l’organizzazione di Livigno e ai ragazzi dell’Enduro Cup Lombardia che, come già dimostrato lo scorso anno, hanno messo su un evento molto bello, a degna conclusione di una stagione perfetta.
Ragazzi, al lavoro per la prossima stagione.

Qui tutti gli articoli sull'Enduro Cup Lombardia 2015 e qui gli altri report di Francesco Savona.

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