Gravel Road Challenge a Punta Ala: esperienza da ripetere

Stefano Chiri
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Lunedì 12 settembre leggo su Facebook: Gravel Road Challenge a Punta Ala.
Amo Punta Ala e il territorio che lo circonda, ci sono stato altre volte e non volevo perdermi questo nuovo modo di viverlo, il gravel.
Non ho una bici adatta per l’occasione (è una bici da strada) e, come me, immagino anche molti altri concorrenti e a tale scopo Ritchey dava la possibilità a tutti di fare la gara con una delle loro bici (P29 o Swiss Cross Disc).
Era sufficiente prenotarne una fino a una settimana prima (come avevamo scritto qui), specificando la taglia.

gravel road challenge

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Walter D'Incecco di Cannondale controlla gli ultimi dettagli sulla bici.

La Cannondale Slate Cx 1 usata in gara

La Cannondale Slate Cx 1 usata in gara

Io gareggio con una Cannondale Slate (qui il test), messa a disposizione da Cannondale tramite Franco Monchiero, uno degli organizzatori dell’evento, e non nuovo a eventi gravel (ricordate La Morra?).
Bene, mi organizzo e sabato sera alle 20:30 parto con un amico (Gingillo), “cena del campione” e poi a nanna.
Arriviamo al camping dove avevamo la prenotazione e finalmente verso mezzanotte prendiamo sonno.
Ma nel cuore della notte qualcosa succede.
Sentiamo un botto e inizia a uscire acqua dal rubinetto del bagno, tubo dell'acqua rotto e bungalow allagato completamente. Ci riaddormentiamo alle 2 circa.

Alle 7:45 sveglia e andiamo al Camping Punta Ala.
Prendiamo i numeri e andiamo a ritirare le bici prenotate.
La bici, una Cannondale Slate Force Cx1, è veramente bella e ben equipaggiata, ma ha i freni invertiti per le mie abitudini: a me piacciono “Moto style”, cioè freno anteriore sulla leva destra.

gravel road challenge

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Franco Monchiero e Stefano Chiri prima del via

Ma va bene, tanto sono qui per “assaggiare” questa disciplina.
Partenza ore 10:00 e iniziamo il primo trasferimento.
Ambiente molto easy, tutti rilassati, in stile enduro.
Arrivo insieme ad altri alla partenza della prima Speciale con un buon anticipo, tempo di scambiare due battute ed è il momento di partire.
Partenza ogni 10 secondi, subito in salita su asfalto rovinato e sbrecciato.
Parto forte (come in una gara di enduro), solo che qui il pedalato è tanto più del solito e subito mi ritrovo in debito, inizio a scalare marce per riprendere un ritmo più mio, ma improvvisamente non riesco più a scalare, guardo il cambio e vedo il registro del cambio svitato.

gravel road challenge

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Non riesco ad utilizzare il cambio e sto su questo lungo tratto di salita con un rapporto che non riesco a spingere. Soffro tantissimo, mi supera fortissimo un ragazzo (che arriverà poi secondo assoluto), poi tratto di discesa su strada bianca con un po' di sassi e canali, nuovamente piatto e arrivo alla fine della Ps1 con il cuore in gola, sapore di sangue in bocca, partenza a freddo un po’ troppo oltre il mio limite.
Sistemo questa noia avuta al registro del cambio e riparto per il trasferimento (da qui in poi bici perfetta, a parte quel panico in frenata del tipo “quale leva devo tirare per il freno dietro?”).

gravel road challenge

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Arriviamo alla base della collinetta scalata e in vista il primo ristoro del tipo “pensane uno e c’è” per la ricchezza di prodotti tipici, salumi, vino, dolci…
Break e via verso Ps2.
Il secondo trasferimento sembra di essere ad un raduno: si parla si scherza.
Arriviamo con un’oretta di anticipo e per non stare fermi facciamo una sorta di ricognizione sul tratto di prova speciale.

La PS2 invece di essere una sorta cronoscalata con tratto in discesa ha un tracciato a forma di “C” per lo più piatta, senza difficoltà di guida, ma con un fondo di terra e pietre reso insidioso dalla pioggia fatta fino a ieri.
Questa volta non voglio sbagliare e parto un po' più in progressione per non bruciarmi subito.
Parto bene, tengo il ritmo forte, supero fino a 4 persone poi sul tratto finale ripassa il solito bestione ad una velocità spaventosa (poi dalla classifica ho scoperto che si chiama Herik Del Degan).

gravel road challenge

Soddisfatto di aver migliorato l'approccio alla Ps, mi dirigo con altri concorrenti al secondo ristoro.
Altro ristoro ricchissimo con vino e quant'altro!
Si riparte con la pancia pienotta per il trasferimento più lungo, ci dirigiamo verso Tirli con una bella salita al termine della quale ci aspetta un altro, ennesimo ristoro!
Sembra una competizione “mangia e vediamo se riesci a pedalare” 🙂
Fantastico.
Riparto subito per non prendere la pioggia che era tanto stata annunciata.
Ahimè, nel tratto di discesa la prendiamo tutti e tanta!
Mi diverto a provare un po’ la bici in queste condizioni e i dischi fanno la differenza anche su queste bici on/off road!
Alla fine del trasferimento, improvvisamente il sole.
Stranamente ci ritroviamo al porticciolo del Puntone con imbandito un altro ristoro!
Questa volta però in tanti sono al limite con l'orario di partenza e preferiscono saltate il ristoro.

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La Ps3 è la più attesa e dura su stradone sterrato con continui sali-scendi molto molto tosti, costeggiando Cala Violina e le altre adiacenti.
Parto sotto controllo, subito uno strappo lungo, un bel tratto in discesa molto veloce, strizzata di culo per entrare in una curva sbagliando freno, altro strappo duro, durissimo, mi passa il solito mostro ma continuo con il mio passo ne riprendo un paio, discesa e strappo finale ripidissimo vado su 44-36, però non tengo, scalo sul 42 e supero altri ragazzi che invece sono scesi per la rapportatura troppo dura per la pendenza.
Finito lo strappo, finisce la Ps3 e giù verso il Camping Punta Ala fino all'arrivo.
Bellissimo.

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Ecco una parte della classifica assoluta: Stefano Chiri ha chiuso in 9ª posizione assoluta.

In conclusione: una bella esperienza
Il Gravel Road Challenge di Punta Ala è stata una bella esperienza e ne rifarei anche altre, ma se posso permettermi una critica, aggiungerei tratti un po' più guidati nelle Speciali.
Ad ogni modo trovo che di inverno potrebbe essere un buon modo per tenersi in allenamento (visto il ritmo da fondo dei trasferimenti e le PS per fare delle variazioni) e visitare luoghi stupendi (e tradizioni culinarie) che altrimenti rimangono nascosti.
Inoltre, perché non aggiungere una caratteristica ispirata ai moto rally?
Ovvero si dà una mappa ai concorrenti sulla quale sono segnati i punti presso i quali transitare per mettere un timbro orario (tipo check-point) e poi per il resto sta a te cavartela.
Insomma, dare più spazio a quello per cui sono state create queste bici e anche un po’ all’avventura: mi trovo su una strada e viro su uno sterrato semplicemente perché mi piace lo sterrato o perché voglio "tagliare".

Qui altri articoli sulle bici gravel e in basso il video della gara:

https://vimeo.com/183279516

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Sull'autore
Stefano Chiri

Mi piace la guida off-road, in sella alla bici e alla moto, ho una vocazione gravity-fun e per me lo stile in sella è tutto. Se non riesco ad essere velocissimo, cerco di essere stiloso... Su MtbCult mi occupo di Mtb da enduro e da trail riding

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