Vi racconto la mia 3Epic: dura e affascinante come poche altre!

Daniele Concordia
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Cari amici, ora posso dirlo: la mia 3Epic è stata uno spettacolo!
Eccomi qui, di ritorno da Auronzo di Cadore, dopo aver preso parte ad una delle marathon più dure e affascinanti d'Italia.
Forse la più completa, una gara di vera Mtb che va vissuta almeno una volta nella vita, ma che io, insieme ai miei compagni di avventura, ho avuto la fortuna di vivere proprio nell'edizione mondiale, un giorno dopo il trionfo di Henrique Avancini e Annika Langvad.

Con le gambe ancora provate, ma con i ricordi ancora freschi, sono qui a raccontarvi la mia fantastica esperienza.
Salite in sella con me...

la mia 3Epic

L'attesa
La 3Epic 2018 per me e il mio gruppo è iniziata il venerdì mattina, quando siamo partiti alla volta di Auronzo con un pulmino da nove posti: far entrare sei bici con rispettive ruote e una coppia di scorta non è stato facile...
Diciamo che a Tetris eravamo molto bravi e abbiamo usato l'esperienza ?

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Pronti, via. Il viaggio è filato liscio, un paio di pause, la spesa al supermercato per comprare i “viveri” e si arriva a destinazione nel pomeriggio.
Il nostro compagno Mariano aveva prenotato un appartamento proprio nei pressi del Palaghiaccio di Auronzo, a 100 metri dalla sede dal quartier generale della gara: grande!
Scarichiamo i bagagli, ritiriamo i numeri, lasciamo un "autografo" al foglio firma e ci apprestiamo a vivere l'atmosfera del grande evento, ma senza tensioni, con la solita ironia e serenità che contraddistingue il nostro gruppo.

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L'argomento più sentito riguardava più che altro il mondiale marathon del giorno successivo: i favoriti e gli outsider erano tanti e ognuno diceva la sua.
Il sabato mattina sveglia presto per assistere alla partenza delle gare iridate maschili e femminili, con un occhio alle loro scelte tecniche, che poi forse si sono rivelate decisive...
Non era la prima volta che seguivo una gara di questo livello, ma capisco bene la curiosità e l'emozione di chi, come alcuni miei compagni, non aveva mai visto quei “fenomeni” così da vicino.

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Da spettatori al mondiale élite del sabato: qui le donne sulla linea di partenza

Mentre si disputava la gara iridata, ne abbiamo approfittato per una sgambatina, con ricognizione dei primi e degli ultimi chilometri della 3Epic.
Dopo un giro di lancio in pianura, dove a preoccupare erano solo i restringimenti improvvisi, la selezione iniziava sulle prime rampe del Monte Agudo, per fortuna noi amatori avremmo dovuto percorrere soltanto 500 metri scarsi, riprendendo poi la ciclabile diretti verso le altre salite più impegnative.

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Anche la sgambata in quei posti ha un sapore diverso...

Negli ultimi chilometri, a preoccupare era il Muro del Pianto (il nome è già un programma): 250 metri con pendenze prossime al 30% su strada brecciata e ciottolata.
In poche parole, il colpo di grazia ai meno 2 km dall'arrivo!
E' proprio questo muro che ha deciso le sorti del mondiale dei pro', infatti Avancini (uno dei pochi ad usare la full ed a montare un 36 anteriore) è sceso a piedi bloccando anche Paez e Geysmaier, battendoli poi in volata.

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Lo specialista dellXc Henrique Avancini ha vinto il mondiale élite marathon 2018

Tattica, oppure perdita di grip?
Questo lo sa soltanto lui, ma in ogni caso questo dettaglio ha fatto capire che se quel muro era difficile anche per i pro', per noi amatori sarebbe stato ancora più difficile da digerire...
Tornando a noi, il resto della giornata scorre veloce, una lavata alle bici, ultime fasi di preparazione, un po' di relax ed eravamo pronti alla battaglia!

Fuoco alle polveri!
La partenza della nostra 3Epic Lavaredo 90 era alle 8,30, quindi sveglia circa 3 ore prima, colazione abbondante e preparazione certosina.
C'è chi è ben attento ad indossare gli stessi calzini portafortuna, chi controlla scrupolosamente la pressione delle gomme e così via.
Io non ho particolari rituali da seguire, ma ragiono bene su cosa portare nelle tasche, perché la gara è lunga, la benzina potrebbe finire e l'inconveniente è sempre dietro l'angolo. Per fortuna, però, il sole splende alto, la temperatura è prettamente estiva e questo facilita il tutto.

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Il Lago di Misurina

Alla fine opto per 6 gel, due barrette e due borracce, una delle quali con ciclodestrine.
Camera d'aria, due bombolette Co2, multi tool, smagliacatena, nastro isolante e fast.
Okay, credo di aver preso tutto.
Ma le gambe? Ci sono? ?
Beh, mi sono preparato abbastanza bene, e a quanto pare le gambe girano come si deve.
L'incognita per me è solo la distanza, perché a prescindere dalla preparazione, non sarò mai uno specialista delle marathon così lunghe. Però sono fiducioso...
Dopo un po' di riscaldamento ci dirigiamo verso la partenza. Quasi tutti, a parte Alfredo che ha un numero più basso, siamo in terza griglia, una posizione non pessima, ma nemmeno ottima se si vuole fare classifica. Ciò significa che bisogna menare sin da subito!
Per fortuna, però, lo staff ha deciso di fare le partenze scaglionate, perlomeno nei primi restringimenti sarebbe stato meno pericoloso.

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In partenza con i miei amici Lorenzo, Simone, Roberto e Mariano. Foto Enrico Andrini

Pronti, via! La mia 3Epic è iniziata.
Io e il mio compagno Lorenzo (es triatheta di alto livello) ci siamo messi a menare in pianura per recuperare sin da subito.
La prima ora è stato un sorpasso continuo, non è stato facile sul Monte Agudo superare e allo stesso tempo chiedere strada...

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Nei primi chilometri si attraversava anche un ruscello di acqua gelata! Foto Alessandro Billiani

Scorrono i chilometri e continuano i sorpassi, ma arrivati alla prima vera salita di giornata, Grava Bianca, decido di tirare un attimo i remi in barca e proseguire di mio passo.
Non ce l'avrei fatta a tenere quel ritmo per 5 ore di gara, meglio mordersi la lingua.
Nel frattempo mezza barretta è già andata, scollino al Gpm di Grava Bianca e poi su quello di Val di Sera in buone condizioni, ne approfitto per fare qualche sorpasso in discesa, ma non è facile perché il fondo è viscido e non conosco le linee.

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Vabbè, la gara è lunga...
Mentre rifletto supero anche Gunn Rita Dahle, reduce dal mondiale del giorno prima, che non contenta ha deciso di correre anche la 3Epic (ha 45 anni). Che motore, ragazzi!
La saluto, le faccio i complimenti per il quarto posto iridato e lei risponde con un «Thanks, have fun!».
Beh, anche queste sono soddisfazioni...

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Gunn Rita Dahle ha corso sia il mondiale di sabato che la marathon di domenica: chapeau!

Si torna sulla ciclabile che punta verso Misurina.
Mangio l'altra mezza barretta, un sorso dalla borraccia e proseguo di buona lena.
La strada è tutta in leggero falsopiano a salire, raggiungo un concorrente partito nella griglia davanti, faccio io il ritmo poi chiedo il cambio.
«Giovane, io ho 52 anni, non ce la faccio!». Mi dice lui.
Azz, bisogna mettersi l'anima in pace... ?

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Foto Alessandro Billiani

Rallento un po', perché visti i miei 62 chili scarsi se avessi continuato a spingere quei rapporti mi sarei spento come una lampadina.
Rifiato un attimo, prendo un gel e ci raggiunge un gruppetto: ottimo, ma chi vi manda? ?
Mi metto a ruota, ora tocca a voi.
Sfrutto la scia fin sotto alla salita che porta a Misurina, una ciclabile-pedonale inaugurata un paio di anni fa, molto bella, ma anche molto pendente.
Prendo il mio ritmo e lascio il gruppetto, ma non esagero. Guardo il misuratore di potenza e cerco di non salire troppo sopra la soglia, la gara è ancora lunga e il bello deve ancora venire...

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La salita che porta a Misurina

 

L'assalto alle Tre Cime
Dalla ciclabile di Auronzo fino sulle Tre Cime, in pratica è tutta salita, o quasi.
Avevo studiato bene l'altimetria, quindi una volta arrivato a Misurina prendo il secondo gel, poi continuo verso Monte Piana. Prima, però, qualche bel single track in stile Xc interrompe la salita, e mi sento un po' a casa!
Il bello della 3Epic è proprio quello, la varietà dei sentieri, le salite e le discese di ogni tipo, che fanno sentire a proprio agio chiunque.
Le rampe di Monte Piana sono toste, per fortuna la salita non è lunga, ma ti resta nelle gambe.

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Prima della scalata alle Tre Cime, infatti, inizio a sentire un leggero principio di crampi agli adduttori (interno coscia), ma mi conosco e so bene che posso controllarlo.
Prendo un altro gel, bevo molto e pedalo leggermente più duro.
La tattica premia, infatti i crampi spariscono, di certo le gambe non sono brillantissime, ma guardo i miei avversari e... A quanto pare non sono l'unico!
Inizia l'assalto alle Tre Cime.

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La salita che porta alle Tre Cime è asfaltata, ma molto infida. Da lontano si nota il Rifugio Auronzo

Il cartello “-3 km” fa un certo effetto, guardi in alto e vedi da lontano il rifugio Auronzo, ma l'asfalto ruvido e l'altitudine che inizia a farsi sentire complicano un po' le cose.
Okay, procediamo con calma: metto il 32x42, nelle rampe più dure salgo sul rapporto più agile.
Alla fine ho scelto il pacco pignoni Sram 10-50, soprattutto per un discorso di compatibilità con le ruote di scorta che avevamo dietro, ma alla fine, viste le pendenze, non me ne sono pentito.
La velocità sulla salita delle Tre Cime non è alta, si procede sotto i 10 km orari, ma mi conforta il fatto che anche chi è davanti a me ha su per giù lo stesso passo: ah, allora non fatico solo io...

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Lo scollinamento alle Tre Cime

Meno 2,5, poi meno 2 e così via fino ai meno 500 metri.
Il rifugio è lì, lo vedo in mezzo a una leggera nebbia, tra poco la strada spiana e da lontano saluto anche Andrea e la ragazza Alessia, degli amici di Agordo che ci hanno dato una grossa mano facendoci rifornimento: grazie ragazzi! ??
Cambio borraccia e via, giù verso il sentiero 10+1.
Il grosso è fatto, ma ora in discesa devo sfruttare l'esperienza.
Non sono lucidissimo, quindi non esagero, anche perché non avevo mai provato il percorso, ma laddove mi sento più sicuro spingo un po' di più.

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Panorama mozzafiato! Ora inizia il sentiero 10+1

Nel punto più tecnico mi ricordo un video postato dagli azzurri il venerdì su Instagram e “copio” la traiettoria. Eh eh... ?
Ragazzi, che figata di discesa!
Alla fine il tempo analizzato dopo la gara non è neanche male, 11'51” che su Strava coincidono al settimo tempo di giornata.
In ogni caso, discesa vera e divertente di quelle che nelle marathon italiane si trovano raramente, purtroppo!

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Dopo una lunga discesa si costeggia anche il Lago di Antorno

Ma il bello deve ancora venire...
La parte più dura della mia 3Epic, in teoria sarebbe terminata, o meglio, mancano le rampe del Col de Varda: poco più di un chilometro, ma duro come la morte!
Prendo un altro gel, bevo e rifiato, pronto all'ultimo sprint, forse...
Imbocco il Col de Varda, metto il rapporto più agile e salgo di passo, scelgo una traiettoria sul prato e guadagno qualche metro senza scivolare.
Questa salita è davvero infida, sembra non finire mai, le gambe non sono brillanti ma a quanto pare spingono ancora.

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Gli ultimi 500 metri sono infiniti, ma dopo il Gpm si rifiata in una discesa veloce e anche divertente, che rispetto al giorno prima quando c'erano passati i pro' era anche meno viscida.
La strada continua a scendere e iniziano i single track con radici scivolose, sassi e qualche contropendenza. Molto divertenti, ma di certo ai meno 20-25 km dall'arrivo non vedi l'ora che finiscano, almeno io...

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Le energie sono al lumicino: ora si tirano fuori gli artigli!

Si torna a fare velocità, prima in un double track sottobosco, poi si imbocca la ciclabile al senso opposto per tornare verso Auronzo.
«Okay, ci siamo - dico tra me e me - gli ultimi chilometri saranno così, fino all'imbocco del Muro del Pianto».
Ma poi guardo il Garmin e vedo che mancano ancora 20 km.
Mmm, c'è qualcosa che non quadra... ?

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Ma non c'è tempo di ragionare, spingo più che posso, la strada è in leggera discesa e si pedala quasi per inerzia, ma io non sono un passistone, quindi quando raggiungo i gruppetti dei concorrenti del percorso medio, mi accodo e rifiato, poi cerco di accelerare.
Ai meno 10 dall'arrivo arriva la stangata: svolta secca a sinistra e si sale! ?
Ancora? Ecco cos'era che non mi quadrava...
Ma anche qui c'è poca scelta, mi metto di passo e spero che finisca il prima possibile.
Per fortuna lo strappo sul prato finisce dopo nemmeno un chilometro, poi si scende di nuovo, si riprende la ciclabile e giù a tutta verso Auronzo.

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Mancano meno di 10 km all'arrivo, quando un concorrente del medio si affianca e mi dice: «Mettiti a ruota, ti porto io!».
Ovviamente ne approfitto, che spettacolo!
Anche se il signore non è tra i più esili, devo dire che in pianura spinge forte.
Davanti ha la doppia, dietro rapporti da pianura, evidentemente la forza non gli manca...
Proseguo in carrozza fino al Muro del Pianto, poi do tutto me stesso.
Di forza ce n'è ancora, ma chi mi precede mette piede a terra e sono costretto a farlo anche io.

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Che peccato! Ma d'altronde se lo ha fatto anche Avancini...
Nell'ultimo tratto di salita risalgo in sella, due spettatori sul percorso esclamano: «Ma lui è... Davide? Quello che scrive su...».
«Daniele, Daniele Concordia – rispondo – Di MtbCult.it».
«Grande, ti seguiamo sempre».
Saluto, con orgoglio, lo ammetto, poi giù a tutta: scusatemi ma ora devo tagliare questo benedetto traguardo!
Il cartello “ultimo chilometro” mi fa tirare un sospiro di sollievo: ultime pedalate e ci siamo.
Arrivo negli ultimi metri col sorriso, nel mio piccolo ho compiuto un'impresa e sono contento.

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Alzo la ruota davanti per festeggiare, ma la forza è quella che è e l'impennata dura ben poco ?

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Fa niente, taglio il traguardo e agguanto la medaglia di Finisher: ce l'ho fatta!

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La posizione?
Avendo corso senza troppi riferimenti, in gara ho pensato solo a spingere, ma alla fine mi porto a casa un 27° posto assoluto e un 5° posto di categoria: considerato il livello alto e le mie caratteristiche fisiche, non è poi tanto male...
Magari partendo davanti avrei potuto fare meglio, o forse no, ma va benissimo lo stesso.
Le classifiche complete le trovate in questo articolo.

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Il podio della mia categoria (M1) nella quale ho chiuso al 5° posto

Per la cronaca, i miei compagni Alfredo e Lorenzo hanno chiuso rispettivamente al 6° posto e 13° posto assoluto, gli altri sono arrivati dopo di me, con qualche caduta o complicazione, ma per fortuna niente di grave.

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Dopo l'arrivo insieme ad Alfredo (a sinistra) e Lorenzo (a destra)

E' stato un grande weekend, intenso, bellissimo e pieno di emozioni che ricorderemo a lungo. E ricorderemo anche la bella mangiata fatta all'Agriturismo Ai Lares la domenica sera: la giusta ricompensa dopo tanta fatica! ?
Grazie ragazzi e grazie 3Epic, chissà, magari ci rivedremo prima o poi...

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Prima di ripartire da Auronzo non poteva mancare la foto di rito in maglia iridata. Ognuno a suo modo è stato un "campione".

Ecco la mia gara caricata su Strava:

Per saperne di più sulla 3Epic visitate il sito 3Epic.it



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Sull'autore
Daniele Concordia

Mi piacciono il cross country e le marathon, specialità per le quali ho un'esperienza decennale. Ho avuto un passato agonistico sin da giovanissimo, ho una laurea in scienze motorie e altri trascorsi professionali nell’ambito editoriale della bici.

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