

Curvare sul ripido è divertente e emozionante, per chi lo sa fare, mentre può diventare un incubo per chi è alle prime armi o per chi ha un “blocco” verso quel tipo di scenario.
In realtà, i tratti molto ripidi incutono a tutti un po' di timore e se c'è una curva di mezzo la situazione si complica, quindi bisogna capire come farlo nel modo corretto, fluido e sicuro.

In questa puntata dei tutorial sulla tecnica di guida, realizzati in collaborazione con gli istruttori di Raida Come Mangi parliamo proprio di questo: come curvare sul ripido.
Iniziamo con un video 👇
Ricapitolando...
Per curvare sul ripido nel modo corretto bisogna rispettare queste cinque regole:
Gestire la velocità
Innanzitutto bisogna gestire la frenata e quindi la velocità.
È fondamentale “capire” la curva partendo da velocità basse su ripidi corti, per poi aumentare pian piano la velocità, scegliendo dei tratti più lunghi.
In questa fase, oltre che sulla velocità bisogna concentrarsi sul bilanciamento dei pesi, per mantenere la centralità sulla Mtb.

Allargare le linee
Il segreto per curvare forte e in modo sicuro è anticipare, ovvero trovare quella traiettoria che ci permetta di affrontare la curva senza perdere velocità, sfruttando gli appoggi all'esterno, allargando e poi stringendo per essere di nuovo pronti alla curva successiva.

Quando il sentiero non è troppo ripido o quando i tratti ripidi sono corti, anticipare le curve è relativamente facile, mentre diventa più difficile sui sentieri veramente ripidi e/o lunghi. In queste situazioni si perde il controllo facilmente.
L'unica soluzione è focalizzarsi sulla linea corretta, cercando di mantenerla anche quando lo scenario diventa più insidioso e impegnativo a livello fisico.


Piegare le braccia
Nel ripido, il lavoro principale lo fanno le gambe e i piedi: il bacino arretra e i talloni ci sostengono.
Le braccia devono essere morbide, leggermente piegate e pronte a dare la giusta direzione alla bici.
Quindi, se curvate sul ripido con le braccia distese state sbagliando qualcosa...

Usare le gambe in uscita
La spinta delle gambe è fondamentale per uscire al meglio dalla curva, facendosi trovare pronti al tratto successivo e superando al meglio eventuali ostacoli presenti sul terreno.

Ovviamente, se il sentiero è ripido si ha già una buona velocità, quindi non servirà una spinta delle gambe troppo energica, basterà un movimento leggero, in grado di dare il giusto impulso e mantenere il bacino alto, in modo da non sedersi sulla bici.

Rispettare la progressione
In tutte le fasi che abbiamo appena descritto è importante rispettare la giusta progressione, iniziando da sentieri meno ripidi e più corti, percorrendoli a bassa velocità, per aumentare gradualmente la velocità e la difficoltà.
Come sempre, bruciare le tappe non serve a niente, anzi, può far perdere quella sicurezza necessaria per alzare pian piano l'asticella.
Da questo punto di vista, l'aiuto di un istruttore di guida potrebbe aiutare a focalizzarsi sugli obiettivi giusti, analizzando in modo razionale gli errori e cercando di correggerli nel migliore di modi.

L'ingrediente segreto
Il setup della bici può aiutare a curvare sul ripido in modo più efficace e sicuro.
Ad esempio, alzare leggermente il manubrio con degli spessori sotto all'attacco potrebbe aiutare a trovare sicurezza, soprattutto a chi è alle prime armi.

Stesso discorso per le leve dei freni: alzandole leggermente si impugneranno meglio nei tratti ripidi e aiuteranno ad avere più confidenza con meno sforzo.
Il setup è strettamente personale, dipende dalla bici stessa e dalle necessità dei rider, ma anche qui l'aiuto di un tecnico esterno potrebbe aiutare a capire se e come bisogna agire sulle regolazioni.

Qui sotto, gli altri tutorial realizzati in collaborazione con Raida Come Mangi pubblicati finora:



Se volete seguire i ragazzi di Raida Come Mangi potete farlo sul loro sito internet, sul canale YouTube, oppure sulle pagine Facebook e Instagram.
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Sull'autore
Daniele Concordia
Mi piacciono il cross country e le marathon, specialità per le quali ho un'esperienza decennale. Ho avuto un passato agonistico sin da giovanissimo, ho una laurea in scienze motorie e altri trascorsi professionali nell’ambito editoriale della bici.
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