Intervista a Josè Hermida: la Mtb cambia di continuo e fra 10 anni...

Simone Lanciotti
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RIVA DEL GARDA - Uno degli aspetti più emozionanti del Bike Festival di Riva del Garda è la facilità con la quale si incontrano i personaggi e gli atleti chiave del nostro settore.
E questa intervista a Josè Hermida ne è la conferma.
Classe 1978, 3 titoli mondiali in bacheca (Junior, U23 ed Elite) e da 15 anni in forze in Merida, Josè Hermida ha chiuso con la Coppa del mondo e con l'agonismo di alto livello nel 2016, ma di fatto non è mai sceso di bici.
Nell'audio intervista che vi propongo di seguito scoprirete, prima di tutto, una persona visceralmente legata al suo sport che ha conosciuto per caso, come molti altri suoi coetanei, e di cui si è innamorato.
Nella mia carriera professionale l'ho conosciuto molto prima di fondare MtbCult.it e di lui mi ha sempre colpito la sua capacità di mescolare ironia (sorride sempre, José), dedizione, capacità di adattamento.

Quest'ultima dote è alimentata anche dalla sua forte curiosità verso la novità, soprattutto tecnico-meccanica, che rappresenta le basi per la sua attuale collaborazione con Merida come consulente tecnico.
Non voglio aggiungere altro e vi invito ad ascoltare il podcast in basso:

"A 14 anni la prima Mtb, perché la bici da corsa non era per niente interessante, né affascinante.
La prima gara per caso, con abbigliamento e casco rimediato, e quella gara l’ho vinta. 
Ma la seconda gara l’ho persa e mi ha segnato più della prima, perché ho iniziato a chiedermi “che cosa hai sbagliato?”.
E poi nelle gare successive sono sempre andato meglio.
La mia carriera sportiva è stata una spirale positiva.
Ho vinto il primo mondiale nel 1996 da junior".

"Non ho una dote speciale, né un mega talento, ma la mia forza è nella capacità di analisi degli avversari e delle gare. Oltre al mio essere sorridente e alla voglia di godermi la vita c’è proprio una spinta interiore nel capire i miei avversari".

"Julien Absalon e Nino Schurter: poco estroso, ma con una determinazione da leone il primo e creatività, forza e capacità di cambiare il secondo. Absalon ha fatto grandi risultati, ma Schurter ha lasciato un segno, per i risultati, per il lavoro su sé stesso e sui materiali".

"La novità più significativa? Per me sono due: la ruota da 29 pollici e l’elettronica.
I rapporti, 7 oppure 12, fanno differenza, sì, ma l’elettronica fa davvero cambiamenti importanti.
Io ho iniziato ad usare la ruota da 29” nel 2011 e pensa che al Mondiale che ho vinto nel 2010 io avevo una ruota da 26”, Burry Stander una da 27,5” e Jaroslav Kulhavy una 29”. Fu l’unico mondiale con un podio con tre diametri diversi".

"e-Mtb? Fantastiche!
Capisco lo spirito romantico di chi va in bici e rifiuta o odia l’assistita, ma la vita cambia. 
E la cosa più fantastica è che siamo in uno sport che ti offre un ventaglio di scelta come pochi altri sport, per chi ha 4 anni fino a chi ne ha 90.
Pensaci bene: quanti sono gli sport che si riesce a praticare in età così diverse?
Credo che chi è tanto negativo verso la e-Mtb è perché non ha ancora compreso bene di cosa si tratta".

"Sai, la bici è uno sport di passione, è uno sport dove senti l’aria e sei tu il protagonista.
Credo che l’elettronica aumenterà questo: tu sarai sempre più concentrato nella guida e l’elettronica farà il resto. In Mtb, però, si continuerà a cadere e resterà sempre uno sport all’aria aperta".

Con José puoi diventare amico in un istante ed essere certo che il suo sorriso è autentico.
C'è un'intesa latina, chiara, forte ed efficace, dettata dal tempo che entrambi abbiamo trascorso sopra e dietro ad una Mtb.
Lui un campione, io un narratore di campioni, ma entrambi appassionati al lato tecnico di questo mezzo.

"Ho sempre avuto una inquietudine nel voler capire meglio l’avversario. L’inquietudine nell’imparare. Dall’imparare lingue straniere al conoscere meglio la tecnologia a mia disposizione."

Quando capita di ritrovarci a distanza di tempo quell'intesa rinasce istantanea.
Adesso Josè è impegnato in numerosi progetti di sviluppo per Merida (sui quali mantiene il segreto), dall'Xc al trail, dal gravel all'e-Mtb.
Come avete ascoltato nell'intervista, l'elettrica, oggi, è una parte importante del suo essere biker e la vede esattamente come me: è una nuova prospettiva.
E' la prospettiva elettrica, appunto.

Qui tutti i nostri articoli su Josè Hermida e qui tutti i nostri articoli, test e approfondimenti sulle bici Merida

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Sull'autore
Simone Lanciotti

Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.

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