Le bici della Coppa del mondo Xc: le biammortizzate dei pro'

Simone Lanciotti
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Dopo avervi parlato delle hardtail dei pro’, come promesso passiamo alle biammortizzate. E anche qui scopriamo dettagli interessanti, a volte nascosti, a volte più evidenti.
Olivier Beart di Vojo Magazine ha fatto un altro bel lavoro.
SL

NINO SCHURTER - Scott Spark 700 Team: 9,46 Kg
Il campione svizzero, numero 2 nella graduatoria mondiale in questo momento, è un grande amante delle biammortizzate.

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E’ stato uno dei primi in Coppa del mondo a utilizzare una Mtb con ruote da 27,5” e, vista la sua statura (173 cm), non si è mai trovato a proprio agio con le ruote da 29”.

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Le ruote delle bici di Schurter sono equipaggiate con tubolari, una scelta che contraddistingue il biker svizzero ormai da svariate stagioni.
L’attenzione verso i tubolari sta tornando in auge proprio in questa stagione, ma Schurter è sempre stato un adepto dei tubolari.
Usa i Dugast Rhino XL (il proprietario di questo marchio è Richard Nieuwhuis, ovvero il meccanico della squadra di Schurter) da 50 mm di sezione con pressione molto spesso di 1,4 bar per avere un grip difficilmente equagliabile, specialmente sulle radici.
Inoltre va segnalato che Schurter ha saputo adattare la sua guida all’utilizzo dei tubolari per raggiungere quella fatidica sensazione di galleggiamento.
I cerchi sono i Dt Swiss Xrc 1250, specifici per tubolari e disponibili sul mercato, anche se in quantità limitate.

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Oltre che per le ruote, Schurter è sponsorizzato Dt Swiss anche per le sospensioni. Davanti troviamo una forcella Opm 100 Ltd Team Edition, prodotta in solo 300 esemplari. Ha testa e cannotto in fibra di carbonio lavorata in modo da aumentare i livelli di sicurezza e la leggerezza di questo componente. I foderi sono in magnesio, con archetto rovesciato, e con costruzione monolitica.
Abbiamo avuto modo di pesare una forcella di riserva e il valore rilevato è stato di 1453 gr con asse da 15 mm e senza il comando remoto al manubrio.

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All’interno troviamo una cartuccia ODL, ovvero Open, Drive e Lock. La compressione è regolabile sulla parte alta della forcella e troviamo anche delle tenute Skf di nuova generazione, particolarmente efficaci nel ridurre l’attrito.

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Dietro c’è l’ammortizzatore Dt X313 che esteticamente si presenta invariato, ma presenta al suo interno dei componenti nuovi dei quali Scott preferisce non fare menzione. Il comando al manubrio permette di bloccare sia la sospensione posteriore che quella anteriore.

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Per quanto riguarda i componenti, Schurter utilizza i Ritchey Wcs Team Edition. La sella è una Vector Evo con un unico rail centrale e un reggisella compatibile con questo sistema. L’attacco manubrio è un C260 da 100 mm e un’angolazione negativa di 17 gradi. Il manubrio flat in versione +/- 5mm permette a Nino Schurter di alzare o abbassare di 5 mm l’altezza del manubrio.

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I pedali sono i nuovi Ritchey V7 ancora in stato di prototipo: presentano una superficie di contatto molto più ampia rispetto al modello presente nel catalogo e un’interfaccia tipo Shimano Spd.
A livello di trasmissione, Schurter utilizza lo Sram XX1 con corona da 36 denti e un piccolo guidacatena Scott.

JOSE ANTONIO HERMIDA - Merida 96 Team: 9,890 Kg (con la borraccia)
José Antonio Hermida, nonostante non sia più un giovanotto, è ancora un biker molto attento alla tecnica e alle innovazioni.

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Da qualche stagione utilizza quasi esclusivamente bici a doppia sospensione ed è stato coinvolto nello sviluppo della nuova Merida 96, che sta utilizzando in modo regolare in gara.

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Di “antico”, però, troviamo qualcosa sul suo manubrio, come i barend e il comando del cambio a manopola rotante Sram XX1.
Altri componenti sono firmati Procraft, un marchio di Merida, con tanto di viteria in titanio per contenere il peso. Come accade per molti suoi rivali di Coppa, anche Hermida utilizza una serie sterzo prova del piattello superiore per abbassare al massimo l’attacco manubrio. Ultimo dettaglio: il tappo dell’attacco manubrio e la vite sono un unico pezzo firmato Absolute Black dal peso di soli 4 gr.

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Sulla pedivella troviamo una corona Sram X-Sync di nuova generazione da 34 denti con pedali Time Atac

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Sul fronte sospensioni troviamo una forcella RockShox Rs-1: «La sensibilità sulle piccole asperità e il controllo sui tratti rocciosi è pazzesco». E siamo d’accordo con lui.
La Merida Ninety-Six di Hermida prevede delle ruote Fulcrum con cerchio in carbonio e mozzo Sram compatibile con la Rs-1. Il marchio italiano non ha ancora in catalogo queste ruote, né un mozzo specifico per la forcella RockShox (per ora).
Tornando alle sospensioni, dietro troviamo un Monarch XX dotato del controllo remoto idraulico Full Sprint.

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Il risultato finale in termini di peso ve lo mostra Hermida stesso: 9,89 Kg
Ma… Josè hai dimenticato di togliere la borraccia.
«Non è poi così grave, visto che fa parte della bici e che non esco mai senza. E’ normale, quindi, pesarla insieme alla bici, no?».
Per essere precisi, però, l’abbiamo pesata anche senza la borraccia e il risultato è stato di 9,68 Kg, cioè lo stesso della bici di Schurter.

JAROSLAV KULHAVY - Specialized S-Works Epic World Cup: 10,38 Kg
A Nove Mesto era circondato dai suoi tifosi, ma nonostante ciò è riuscito a trovare qualche minuto per farsi fotografare insieme alla sua bici.

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Il ceco della Specialized si è presentato sul circuito di gara a bordo di una Maserati Ghibli prestatagli dall’importatore locale del marchio del tridente.

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Kulhavy utilizza una S-Works Epic World Cup che non si discosta molto dal modello di serie, a parte l’adozione della forcella RockShox Rs-1.

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La corsa della versione World Cup è ridotta a 90 mm sia davanti che dietro (dove troviamo il dispositivo Brain) e l’asse passante Maxle della Rs-1 è stato sostituito da un asse Carbon Ti.

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La pedivella è una Specialized S-Works con corona da 36 denti. Kulhavy in realtà spesso utilizza anche una corona da 38 denti (di potenza ne ha un bel po’…) e in occasione della gara utilizza anche un piccolo guidacatena. Non si sa mai…
Il meccanico ne deve utilizzare uno che si fissa al movimento centrale, dato che la versione World Cup della Epic non ha né l’attacco per il deragliatore, né l’attacco Iscg. I pedali sono Shimano Xtr.

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La posizione in sella di Jaroslav Kulhavy è davvero singolare, soprattutto per l’inclinazione della sella. Da anni il biker ceco utilizza un’angolazione della punta fortemente rivolta verso il basso. Per ottimizzare la sua posizione fa ricorso a un reggisella Truvativ in carbonio con un offset molto pronunciato. La sella è una Specialized Phenom e l’attacco manubrio è uno Specialized S-Works da strada con un’inclinazione di -17°, ma tramite un eccentrico riesce ad arrivare a -21°.
Senza dimenticare che anche Kulhavy toglie il piattello superiore della serie sterzo per abbassare ancora di più il manubrio…

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Kulhavy utilizza i freni Sram Guide Ultimate a 4 pistoni al posto degli XX utilizzati dai suoi compagni di squadra. I dischi sono entrambi da 160 mm.
Le ruote sono le Roval Controle Sl di serie con cerchio in carbonio, mentre le gomme sono Specialized Fast Trak S-Works da 2,0” con una “S” sul fianco. Forse una versione speciale?
I meccanici non si sono sbilanciati.

MANUEL FUMIC - Cannondale Scalpel Team: 10,62 Kg
Il tedesco del Cannondale Factory Racing è un amante della doppia sospensione dato che spesso utilizza la sua Cannondale Scalpel in gara.

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Il modello di cui dispone è praticamente identico a quello in vendita ed è anche una delle più pesanti fra quelle analizzate.

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A renderla differente dal modello di serie c’è l’attacco manubrio Leonardi Factory che permette a Fumic di assumere un assetto più caricato sull’anteriore.
La lunghezza dell’attacco è di 100 mm e ha un’angolazione di -25°. Il look è decisamente riconoscibile e, pur non essendo più leggero di quello originale, è molto efficace.

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La pedivella utilizzata è una Cannondale Hollowgram Si-Sl2 dotata di corona Sram XX1 da 34 denti e un piccolo dispositivo anti-caduta per la catena. Sulla pedivella sinistra, invece, troviamo il rilevatore di potenza Stage.

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Ultimo dettaglio riguarda la sella Prologo Nago Evo X8 che è dotata di un rivestimento antiscivolo Cpc caratterizzato da piccole ventose che tenendo il biker in posizione permettono un migliore trasferimento di potenza, migliore assorbimento delle vibrazioni e un migliore passaggio dell’aria. Non l’abbiamo mai testato… ma per agganciarci la bilancia questa sella è fantastica.

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Se vi siete persa la puntata sulle hardtail dei pro' cliccate qui.
Il dossier sulle full dei pro’, però, non finisce qui. Restate sintonizzati…

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Sull'autore
Simone Lanciotti

Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.

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