TEST - Fox Float X Ctd: tutto diventa più liscio

Simone Lanciotti
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Ieri, con il test della forcella 34 Talas Ctd da 160, abbiamo iniziato a proporvi le prove dei componenti Fox pensati per l'enduro. oggi tocca all'ammortizzatore Float X Ctd, l'ultima derivazione della nota serie Float. Come si comporta? Andiamo a vedere...

L'ammortizzatore Fox Float X Ctd.

L'ammortizzatore Fox Float X Ctd.

Il primo impatto rivela la caratteristica tecnica più evidente di questo ammortizzatore, ossia il serbatoio ausiliario, o piggy back. Questo particolare avvicina la serie Float a quella Dhx e va incontro alle esigenze di chi in discesa ha la necessità di sfruttare tutti i mm di travel della propria sospensione posteriore per andare il più veloce possibile.
Se ci riferiamo alle gare di enduro significa un gran numero di sollecitazioni, anche intense, come salti o scalini di roccia, che possono portare ben presto un ammortizzatore tradizionale in difficoltà.

Il comando del Ctd è posto lateralmente e dispone sempre delle tre posizioni Climb, Trail e Descend (da cui la sigla Ctd). La Trail inoltre mantiene la triplice regolazione indicizzata.

Il comando del Ctd è posto lateralmente e dispone sempre delle tre posizioni Climb, Trail e Descend (da cui la sigla Ctd). La Trail inoltre mantiene la triplice regolazione indicizzata. Su alcune versioni del Float X provate, però, questa levetta è sembrata non ben fissata alla sua sede.

I numerosi cicli di compressione ed estensione riscaldano l'olio e alterano le prestazioni dell'ammortizzatore.
Il vantaggio che offre il Float X è una maggiore uniformità di prestazioni e un controllo più costante del damping, soprattutto a fondocorsa.
Il volume ausiliario all'interno del piggy back consente di ammorbidire gli atterraggi e gli impatti più violenti, anche in successione fra loro.
Il risultato è un ammortizzatore che cambia il carattere alla sospensione posteriore, ma senza sacrificare l'efficienza in salita.
Rispetto al Float classico si avverte solo una posizione Climb un po' meno frenata.
Di questo ce ne siamo accorti soprattutto sulla Yeti perché passando dal modello tradizionale a quello con piggy back la differenza è avvertibile, ma ancora accettabile.

La Mondraker Dune Xr 2014 (della quale a breve vi proporremo uno short test) monta di serie l'ammortizzatore Fox Float X. Su questa bici il tuning scelto dal costruttore spagnolo ci è sembrato praticamente perfetto.

La Mondraker Dune Xr 2014 (della quale a breve vi proporremo uno short test) monta di serie l'ammortizzatore Fox Float X. Su questa bici il tuning scelto dal costruttore spagnolo ci è sembrato praticamente perfetto.

Discorso diverso invece per la Rocky Mountain Attitude Msl Rally Edition e per la Mondraker Dune Xr (della quale a breve pubblicheremo uno short test).
Sulla bici canadese il Float X aveva un tuning decisamente poco frenato e molto rivolto alla discesa, mentre sulla Mondraker ci è sembrato che avesse la taratura perfetta: molto frenato in compressione nella posizione Climb e fluido nella Descend. Perfetto.

Un difetto del Float X Ctd: la ghiera rosso regola la velocità di estensione ed è azionabile sono con uno strumento dalla punta sottile (tipo un giravate). E' impossibile da raggiungere con le dita. A parziale discolpa va detto che la velocità di rebound non viene modificata con grande frequenza, quindi una volta trovata quella giusta tale rimane a meno di non cambiare percorsi.

Un difetto del Float X Ctd: la ghiera rosso regola la velocità di estensione ed è azionabile sono con uno strumento dalla punta sottile (tipo un giravate). E' impossibile da raggiungere con le dita. A parziale discolpa va detto che la velocità di rebound non viene modificata con grande frequenza, quindi una volta trovata quella giusta tale rimane a meno di non cambiare percorsi.

Le regolazioni disponibili
Le regolazioni possibili sono le medesime del Float Ctd classico, salvo che la levetta del Ctd è posto di fianco, per facilitarne l'azionamento sui telai con spazi più risicati.
A non convincere affatto è la posizione del registro della velocità di estensione: è collocato subito dietro l'occhiello superiore in una posizione piuttosto angusta e impossibile da raggiungere con le dita. Per ruotarlo occorre un attrezzo a punta sottile e va detto che Fox, per lo meno, ha fatto sì che questa operazione non richiedesse particolari sforzi.

Finitura Kashima anche sull'ammortizzatore. A ben guardare però qui il risultato cromatico è più scuro rispetto a quanto abbiamo visto sulla forcella 34 Talas.

Finitura Kashima anche sull'ammortizzatore. A ben guardare però qui il risultato cromatico è più scuro rispetto a quanto abbiamo visto sulla forcella 34 Talas.

Se avete una bici da enduro con un ammortizzatore ad aria convenzionale, l'upgrade al Float X Ctd (disponibile volendo anche con controllo remoto del Ctd) vi darà belle soddisfazioni.
E' un upgrade che consigliamo a tutti coloro non hanno intenzione (o necessità) di cambiare telaio, ma sono in cerca di una "chicca" per rendere più efficiente la propria bici.
Il peso di questo ammortizzatore è di 365 gr senza le boccole e il costo suggerito al pubblico è di 710€.

Qui il test della forcella Fox 34 Talas Ctd 160. Appuntamento a domani per la prova del reggisella Fox Doss.

Per informazioni www.ridefox.it



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Sull'autore
Simone Lanciotti

Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.

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