VIDEO - SHORT TEST: nuova Santa Cruz Nomad

Simone Lanciotti
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Ci siamo: ecco la nuova Santa Cruz Nomad.
Era nell’aria da diversi mesi e qualche immagine non ufficiale aveva iniziato a circolare.
Ed eccoci qui, a parlarvi dei dettagli della nuova bici da enduro (e anche oltre) di casa Santa Cruz, una delle icone del marchio californiano.

Santa Cruz Nomad

Santa Cruz Nomad

Passiamo subito ai dettagli salienti che vi elenchiamo di seguito:

- travel di 170 mm
- telaio e carro in fibra di carbonio in versione CC oppure C oppure in lega leggera (a partire dal prossimo autunno) con garanzia a vita
- taglie dalla XS alla XL
- sospensione Vpp ispirata a quella della Santa Cruz V10 compatibile con ammortizzatori ad aria oppure a molla
- ammortizzatore RockShox Super Deluxe Air Rct oppure Super Deluxe Coil Rct con standard metrico

Santa Cruz Nomad

L'ammortizzatore passa attraverso il tubo piantone

- serie sterzo integrata
- standard Boost
- gomme di sezione fino a 2,5”
- lubrificazione rapida dei pivot sul leveraggio inferiore tramite grease port (foto in basso)

Santa Cruz Nomad
- angolo di sterzo variabile da 64,6° a 65° con il flip-chip sul leveraggio (in stile Hightower)
- angolo piantone di 74,1° o di 74,5°

Santa Cruz Nomad

- tubo superiore più lungo di oltre 2 cm rispetto al modello precedente
- altezza movimento centrale di 33,9 o 34,4 cm
- protezione shuttle guard imbullonata sul tubo obliquo (utile per chi carica la Nomad sul pickup)

Santa Cruz Nomad

Santa Cruz Nomad

Santa Cruz Nomad

Attacco freno posteriore Postmount. Quasi certamente tutte le prossime Santa Cruz lo avranno di serie.

- attacco freno posteriore di tipo Postmount (misura minima del disco: 180 mm)
- paraschizzi per l’ammortizzatore (foto in basso)

Santa Cruz Nomad

- attacco per il portaborraccia sul tubo obliquo
- passaggio cavi interno, ad eccezione del cavo del freno posteriore
- solo per trasmissioni monocorona
- due nuove colorazioni (foto in basso): Ink e Tan.

Santa Cruz Nomad

La colorazione Ink

Santa Cruz Nomad

La colorazione Tan

Il cambiamento di rotta con la nuova Santa Cruz Nomad è evidente.
Se l’enduro sta diventando sempre più esigente a livello tecnico nelle Speciali, le bici devono adeguarsi e la Nomad di nuova generazione risponde proprio a questa richiesta.
La sospensione posteriore, infatti, è ispirata a quella della V10 con l’ammortizzatore connesso con il leveraggio inferiore della sospensione: questa soluzione ha permesso un comportamento ottimizzato in caso di sollecitazioni di media intensità (cioè a metà corsa) rendendo la Nomad molto più efficace in pedalata rispetto alla V10.

Santa Cruz Nomad

E come leggerete nel test di seguito le cose stanno realmente così.
La progressività della sospensione emerge solo quando ce n’è più bisogno, cioè verso il fine corsa, ossia quando vengono chiamati all’appello tutti i 170 mm di travel.
Il debutto della Santa Cruz Nomad 2018, però, ha portato anche un’altra novità in casa Santa Cruz, ossia le ruote Reserve.
Una novità davvero inattesa e già stracollaudata dai tanti atleti e ambassador del marchio californiano.
Come Danny MacAskill, ad esempio…
I dettagli delle ruote Santa Cruz Reserve li spieghiamo in questo articolo.
Ma restiamo sulla Nomad…
Di seguito vi mostriamo le geometrie e le specifiche del telaio:

Santa Cruz Nomad

I numeri soltanto, però, non dicono molto del carattere di questa nuova bici.
Perciò passiamo all’azione…

Santa Cruz Nomad

Sì, c'era anche Steve Peat in modalità "cazzeggio"... Foto Sven Martin

LO SHORT TEST DELLA SANTA CRUZ NOMAD
Il test della nuova Santa Cruz Nomad si è svolto nel suo habitat, ossia i sentieri di montagna, quelli la cui pendenza, lunghezza e difficoltà tecnica mettono a dura prova chi guida, ma anche la bici.
Guardate il video, poi proseguite nella lettura:

Nei pressi di Sospel, in Francia, il sottoscritto ha pedalato su alcuni sentieri della TransProvence e ha compreso (ancora una volta) quanto affascinante e impegnativa sia questa gara.

Da Sospel, poi, ci siamo spostati verso l’Italia con destinazione Triora e Molini di Triora, in provincia di Imperia, attraversando vallate spettacolari su sentieri altrettanto spettacolari.
Un test impegnativo, di più giorni, durante il quale tutti i media invitati hanno avuto modo di capire il potenziale della nuova Santa Cruz Nomad.

E capire anche che, rispetto alla versione precedente, è davvero un’altra bici, più capace e più dotata laddove ci si riesce a divertire di più, cioè in discesa, ma senza sentirsi penalizzati quando c’è da pedalare.
E quando metti insieme un manipolo di appassionati, di varie nazioni, con vari stili e con tanta voglia di spalancare il gas e aggiungi anche Steve Peat (qui il bike check della sua Nomad), ecco che ci si ritrova in un attimo in atmosfere da gara di enduro o addirittura di Dh.
E quindi la nuova Nomad è stata saggiata anche in contesti, diciamo, racing…
3 giorni spaccabraccia sui sentieri di Francia e Italia mi hanno portato a queste conclusioni…

Santa Cruz Nomad

Foto Sven Martin

Posizione in sella: strana all’inizio, ma poi…
Lo ammetto: la sensazione di confidenza in sella non è stata immediata.
Il manubrio è stato il primo imputato e in particolare l’altezza del manubrio, ma è stata una questione di poche uscite capire il dislivello sella-manubrio adeguato.
Poi il Sag consigliato da Santa Cruz (30%) non mi si addiceva (come leggerete più avanti), risultando eccessivo.
La grande rigidità del telaio e delle ruote, infatti, non andava troppo d’accordo con una sospensione posteriore troppo cedevole a metà corsa.
I bunny hop erano più impegnativi del solito.
E in curva affondava tanta, facendomi perdere ritmo e precisione.
Anche la forcella da 170 mm ha richiesto qualche aggiustamento insolito: il registro delle basse velocità in compressione era quasi tutto chiuso.

Santa Cruz Nomad

Foto Sven Martin

Magari un token in più avrebbe aiutato e questo assetto, trovato dopo le prime 2 discese, mi ha permesso di sentirmi più a casa.
Appena salito in sella, inoltre, me l’aspettavo un po’ più lunga di tubo superiore, un po’ più in linea con le bici da enduro di ultima generazione, ma, dati alla mano, la Santa Cruz Nomad 2018 è comunque più lunga di quella precedente di circa 2 cm.
Risultato?
Per restare centrati occorre un po’ di lavoro in più con le braccia, ovvero una guida più attiva e uno sguardo più proteso verso l’avanti.
Che non va affatto male…

Molto bassa, tanta confidenza, ma…
Non è affatto raro toccare a terra con i pedali anche in discesa, specie sul ripido.
La posizione molto bassa del movimento centrale ha i suoi innegabili vantaggi sulla confidenza di guida, ma quando il terreno è ricco di gradini e le sospensioni stanno lavorando molto può capitare di far toccare il pedale a terra.
Anche con pedivelle da 170 mm...
Dopo il primo giorno ho deciso di diminuire il Sag dell’ammortizzatore passando a un valore fra il 25 e il 30%.
E la situazione è migliorata un po’.

Santa Cruz Nomad

Foto Sven Martin

Sospensione sensibile
Sembra un ammortizzatore a molla e invece è un RockShox Superdeluxe Rct, cioè con due posizioni, Open e Climb, più un registro per le basse velocità in compressione.
I piccoli impatti vengono mangiati dalla sospensione, la cui curva di compressione tende molto alla linearità dall’inizio fin quasi a fondo corsa.
E questo, stando in sella, si traduce in una posizione di controllo totale del mezzo.

Discreto supporto a metà corsa
L’ammortizzatore e la sospensione posteriore, come detto, sono tendenzialmente lineari e questo comportamento scema un po’ a metà corsa, dove si avverte un buon sostegno da parte dell’ammortizzatore.
I cambi di direzione avvengono in modo rapido e lo stesso vale per la spinta in un’uscita di curva, efficace, ma non super efficace.
Si avverte che la parte centrale della corsa è un po’ troppo lineare.
Avrei gradito uno o due token in più nell’ammortizzatore.
Oppure un ammortizzatore a molla, opzione comunque possibile in fase di acquisto.

Santa Cruz Nomad

Foto Sven Martin

Fondo corsa da Dh
Il fondo corsa è da bici di livello superiore. Per arrivare a fondocorsa servono i salti oppure le compressioni violente in uscita di curva.
Il carattere della sospensione in questo caso diventa più progressivo e ci si può spingere oltre.
Il comportamento si avvicina a quello di una sospensione da Dh.

Santa Cruz Nomad

Foto Sven Martin

Precisa nella guida
Il triangolo anteriore in fibra di carbonio è di una solidità unica. Santa Cruz ha fatto di tutto per incrementarla, maggiorando la zona di sterzo, abbassando lo standover (compattando così le dimensioni del triangolo anteriore) e ispirandosi, anche qui, alla V10.
Il manubrio da 800 mm di larghezza (con diametro centrale di 35 mm), la forcella Lyrik Rct3 con standard Boost e le nuove ruote Reserve (con Torque Caps) permettono un livello di precisione di livello superiore.

Lunga, ma non troppo
Non è tanto l’angolo di sterzo (comunque un po’ più aperto) quanto la lunghezza maggiore del tubo superiore a portare a un incremento dell’interasse rispetto al modello precedente, da 119,5 cm (in taglia L) a 121,8 cm (in modalità Low).
E questa lunghezza si sente e impone una guida molto attiva e decisa quando si va nello stretto, ma non rende la nuova Nomad realmente impacciata.
Se si riesce a farla correre diventa divertimento autentico.

Santa Cruz Nomad

Foto Sven Martin

Inaspettatamente pedalabile
Ecco un punto che mi ha sorpreso: nonostante la sospensione Vpp di nuova generazione debba gestire ben 170 mm di corsa, questa riesce comunque a essere più efficace del previsto.
Anche lasciando l’ammortizzatore RockShox in modalità Open, la pedalata non ne risente in maniera critica.
Chiudendo l’idraulica, poi, le cose migliorano ancora, portando la Santa Cruz Nomad a diventare una bici “facile” da pedalare in salita.
E quando durante i 3 giorni di test mi è capitato di affrontare salite (anche molto rapide: grazie Eagle) non ho mai percepito la sensazione di bici ingombrante e difficile da manovrare.
Arrampica bene, a patto di avere le gambe, e quando ci si trova davanti l’ostacolo con un po’ di tecnica si riesce a superarlo.
Da questo punto di vista la Santa Cruz Nomad di nuova generazione è una bici da enduro, ma con grande versatilità.
Dote sconosciuta a molte sue moderne rivali.

Corta dietro e reattiva
Rispetto alla precedente versione della Nomad, il carro si è accorciato di qualche millimetro e ora arriva a 43,1 cm in posizione Low, su tutte le taglie.
Nella misura L, quella provata dal sottoscritto, si avverte che la ruota posteriore è connessa al resto del telaio e questo aiuta nelle svolte più strette, dove serve di imporre una rotazione alla bici e serve avere una risposta immediata della ruota posteriore.
Basta spingere sui pedali e coordinarsi con l’azione del freno posteriore per far girare la Nomad in spazi stretti. Molto stretti…

Santa Cruz Nomad

Foto Sven Martin

13,39 Kg in taglia L senza pedali
La versione che ho avuto modo di provare è quella più raffinata, cioè la Nomad CC XX1 27,5 Reserve, equipaggiata con ruote Santa Cruz Reserve e un gran numero di componenti super leggeri.
Alcuni di più (vedi le pedivelle Sram XX1 Eagle, in teoria non adatte su bici di questa tipologia), altri di meno (vedi i freni Sram Code Rsc), ma nel complesso tutti ben allineati in termini di qualità.
E di costo.
Insomma, il peso complessivo dichiarato da Santa Cruz è di 13,39 Kg per la taglia L, senza pedali.
Cioè un gioiello di bici, tanto in discesa, quanto nel pedalato, e che richiede un impegno economico tutt’altro che banale.

Parliamo di prezzi…
Quanto costa la Santa Cruz Nomad 2018?
Ecco di seguito i prezzi:

solo telaio Nomad CC: 3899€
bici completa con telaio C kit R: 4999€
bici completa con telaio telaio C Kit S: 5799€
bici completa con telaio telaio C kit Xe: 6499€
bici completa con telaio telaio CC Kit X01: 7799€
bici completa con telaio telaio CC kit X01 con ruote Reserve: 8999€
bici completa con telaio telaio CC Kit XX1: 8799€
bici completa con telaio telaio CC kit XX1 con ruote Reserve: 9799€

Per quanto riguarda la disponibilità, Santa Cruz ha dichiarato che a partire da questo mese e poi anche a luglio saranno disponibili le prime bici, mentre i telai arriveranno a ottobre.

Santa Cruz Nomad

La Juliana Strega CC

Insieme alla Santa Cruz Nomad è stata presentata anche la versione da donna, ossia la Juliana Strega che presenta alcune differenze rispetto alla Nomad.
Per quanto riguarda le ruote Reserve cliccate qui, mentre se volete vedere la Santa Cruz Nomad di Steve Peat cliccate qui.

Per informazioni SantaCruzBicycles.com oppure Dsb-Bonandrini.com

Ps: forse ve lo starete chiedendo dopo aver letto l'articolo, ma di sicuro il sottoscritto se l'è chiesto.
E ha rivolto la domanda a quelli di Santa Cruz: farete mai una Santa Cruz da enduro con ruote da 29 pollici? 
La risposta è stata... una non risposta: la Nomad ha le ruote da 27,5" perché solo con questo diametro riusciamo a scendere fino alla taglia XS e mantenere il travel di 170 mm.
Mi permetto però di interpretare la loro risposta in questo modo: "Al momento non possiamo dire altro".

Ps2: la Santa Cruz Nomad l'hanno già provata anche Josh Bryceland e Cedric Gracia. Guardate un po'...

Il video seguente Gracia lo ha girato mentre pedalava con i giornalisti invitati alla presentazione della Nomad. Il sottoscritto era nel secondo gruppo con Peat. A veder scendere Gracia su quei sentieri viene voglia di tornare lì...



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Sull'autore
Simone Lanciotti

Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.

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