Campionati del Mondo di Cairns: cosa è successo agli Azzurri?

Veronica Micozzi
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I Campionati del Mondo di Cairns, conclusi domenica scorsa, non hanno certo portato grandi risultati all'Italia.
La Nazionale azzurra, dopo i buoni esiti agli Europei e in Coppa del Mondo, era arrivata in Australia piena di aspettative e con l'obiettivo di continuare la serie positiva e di centrare almeno una medaglia.

Campionati del Mondo di Cairns

Purtroppo, il podio è sembrato essere stregato per gli italiani e la medaglia lungamente cercata ci è sempre sfuggita: basti ricordare i due quarti posti di Tovo e Zanotti nelle gare juniores cross country e gli stessi identici risultati nelle gare downhill con Beatrice Migliorini ed Eleonora Farina, che si è vista retrocedere di una posizione a causa di un errore nel cronometraggio.

Anche gli inconvenienti tecnici non hanno risparmiato gli atleti azzurri: Gioele Bertolini è caduto alla prima curva, Daniele Braidot ha tranciato il cavo del freno posteriore...

Campionati del Mondo di Cairns

Daniele Braidot

Ad ogni modo, come ha detto il ct Mirko Celestino «le sconfitte spesso servono più delle vittorie per crescere» e dai giovani sono venuti segnali molto incoraggianti, che fanno prevedere importanti prospettive per il futuro.

Prima di lasciarci definitivamente alle spalle questi Mondiali, e magari pensare già alla prossima stagione, andiamo a raccogliere un po' di commenti e sensazioni da parte di alcuni dei protagonisti della spedizione azzurra a Cairns.

Campionati del Mondo di Cairns

Iniziamo dai fratelli Braidot: Luca si è classificato al 17° posto nella gara XCO Elite, mentre Daniele si è dovuto accontentare della 27ª posizione.
Per entrambi non si può dire che sia andato tutto liscio: Luca ha accusato un problema fisico, mentre Daniele ha dovuto fare i conti con un imprevisto tecnico.

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Luca Braidot

«A volte le gambe non bastano – hanno commentato i Braidot - Purtroppo è mancato un pizzico di fortuna per portare a casa un grande risultato, che è stato alla portata di entrambi per tre-quarti di questo mondiale.
Luca, quando si trovava tra i primi dieci, ha iniziato ad avere problemi di stomaco. Costretto a rallentare ha chiuso 17°.
Ancora più sfortunato Dani. Mentre era 15°, in rimonta e con tempi sul giro identici ai primi tre, una pietra in discesa gli ha tranciato di netto il cavo del freno posteriore obbligandolo a lunghi tratti a piedi durante gli ultimi due giri. Un enorme grazie allo staff della Nazionale Italiana per queste settimane in Australia e a tutti i nostri tifosi che ci hanno supportato dall’Italia».

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I due gemelli Braidot: «Un po' di polvere non ha mai fatto male a nessuno!»

Gerhard Kerschbaumer, migliore degli italiani tra gli elite con il suo 13° posto, era piuttosto rammaricato al termine della gara:
«Brutta partenza, gomma bucata al 5° giro e una caduta poco prima del termine: insomma, sfortuna dall'inizio alla fine. Comunque sono felice di come è andata la stagione e fiducioso per il futuro».

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Uno dei nostri veterani, Marco Aurelio Fontana, reduce da una stagione con alti e bassi, si presentava all'appuntamento dei Mondiali di Cairns con grande entusiasmo:
«Il percorso è molto eccitante perché ha un gran flow e allo stesso tempo è molto tecnico. Ho voglia di correre questo Mondiale perché anche quando le cose non girano come si vorrebbe ma il racing ti scorre nelle vene, devi metterti in griglia e tenere aperto».

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Il suo 21° posto non è però fonte di grande soddisfazione:
«Abbiamo lavorato bene nel periodo passato qui a Cairns - dice il Prorider - arrivando alla gara nella miglior condizione possibile. Rispetto alla prima metà della stagione ho perso qualche posizione, ho dovuto stringere i denti e credo di aver offerto una buona prova. Certo, ci si aspetta di più, e sono io il primo a volere di più, ma bisogna accettare il risultato con serenità e lavorare in vista della prossima stagione.
Sono contento di questa Nazionale, che è stata sfortunata.»

Passiamo la parola ora alle ragazze e iniziamo con Chiara Teocchi, compagna di squadra di Fontana nel Team Bianchi e arrivata 13ª nella gara femminile Under 23.
La ventenne bergamasca è dispiaciuta per non essere riuscita a lottare per posizioni più prestigiose, malgrado le buone sensazioni e l'ottimo avvio:
«La caduta (nel corso del secondo giro, ndr) mi ha condizionato, stavo andando forte. Ho perso qualche posizione e forse un po' di motivazioni.
Il 13 è un numero stregato visto che già un paio di volte ai Mondiali avevo chiuso nella stessa posizione. Cercherò di far meglio il prossimo anno. E' stata una stagione di alti e bassi, ma sto accumulando esperienza che mi aiuterà ad affrontare al meglio l'ultimo anno da Under 23.
Sono pronta a stupire ancora!»

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Chiara Teocchi

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Martina Berta

L'altra Under 23, Martina Berta, ha invece finito la gara in 9ª posizione e questa è la sua analisi:
«Caldo e polvere qui in Australia, torno a casa con un 9° posto al mio primo Campionato del Mondo nella categoria Under23 e tanta esperienza accumulata!
Ho sofferto molto nella prima parte della gara, poi ho cercato di recuperare, ma alla fine ho pagato questo sforzo!
Avevo sognato qualcosa in più, ma sono felice di finire questa grande stagione nella top10 mondiale!
Ci vediamo l'anno prossimo a Lenzhereide. Grazie alla Nazionale italiana, al mio team Bh SrSuntour e a tutti i miei amici!»

Contenta delle sensazioni in gara Eva Lechner, finita al 17° posto tra le donne elite: con una stagione in chiaro-scuro alle spalle, quello dei Campionati del Mondo è stato il miglior risultato finora per l'atleta altoatesina.

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«Non ho avuto un avvio di gara dei migliori ma poi ho recuperato e mi sentivo piuttosto bene. Sono comunque felice della mia corsa e delle mie sensazioni.»

Chiudiamo con Eleonora Farina, che ha "rischiato" di finire sul podio, dopo una gara condotta al meglio e al culmine di una stagione costellata di buoni risultati:

Qui trovate tutti i nostri articoli sui Campionati del Mondo di Cairns 2017.

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Sull'autore
Veronica Micozzi

Mi piace leggere, scrivere, ascoltare. Mi piacciono le storie. Mi piace lo sport. Mi piacciono le novità. E riconosco la sana follia che anima i seguaci della bici. Credo di aver capito perché vi (ci) piace tanto la Mtb, al di là della tecnica, delle capacità, dell’agonismo: è per quella libertà, o illusione, di poter andare ovunque, di poter raggiungere qualsiasi vetta, di poter superare i propri limiti che solo le due ruote sanno regalarti…

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