TEST - Casco Bontrager Rally Mips: tanto comfort

Simone Lanciotti
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Un test durato tutta l’estate, e anche oltre.
E’ questo il lasso di tempo riservato alla prova del casco Bontrager Rally Mips, uno dei modelli più evoluti e indicati per la pratica dell’offroad della casa americana, da sempre legata al marchio Trek.
A dire il vero l’occasione di usare questo casco è arrivata per caso qualche mese fa, quando alla presentazione della Trek Supercommuter +, in Olanda, venne proposto al sottoscritto di fare un giro con questa bici sulle strade di Utrecht.
Un altro mondo.
Altre regole.
E ben altre attenzioni riservate ai ciclisti.
Anche da un punto di vista legale e della sicurezza: in Olanda se volete utilizzare in strada una e-bike con limitazione della velocità a 45 Km/h, ossia un mezzo con requisiti tecnici assimilabili a un ciclomotore, potete non indossare un casco da scooter (decisamente scomodo per un ciclista), ma un casco come il Bontrager Rally Mips.

Bontrager Rally Mips

Ebbene sì, i legislatori in Olanda hanno recepito questo input da chi va in bici e lo hanno trasformato in una normativa, NTA 8776, che permette di pedalare le S-Pedelec (così si chiamano le e-Bike con limitazione a 45 km/h della velocità) con un casco che, di fatto, è un casco da all-mountain.

Bontrager Rally Mips

E con una certa soddisfazione, al momento di tornare in Italia, ho notato che questo casco era presente anche fra i prodotti commercializzati nel nostro Paese da Trek Italia.
Bene, facciamone un test.
Ed ecco il resoconto di svariate ore di utilizzo, da marzo a oggi, passando per un’estate decisamente torrida.

Bontrager Rally Mips

DETTAGLI TECNICI
- Materiali utilizzati: 9,5
Si tratta di soluzioni molto diffuse in ambito caschi da Mtb, vale a dire una schiuma espansa di polimeri capaci di assorbire impatti di grande entità. La calotta è di tipo in-mold, cioè unita in maniera indissolubile con la parte più interna del casco.
Nella parte interna troviamo il sistema Mips con pad tergisudore molto estesi e comodi per la calzata.

Bontrager Rally Mips

Va segnalato che il livello di finiture è molto elevato: la schiuma che costituisce la struttura del casco non è visibile dall’esterno ed è sempre rivestita da un altro strato in-mold di plastica. Ha finiture di livello superiore.
- Regolazioni consentite: 9
Con una mano è possibile regolare il livello di fermezza del casco sulla testa tramite un pomello posto sulla parte posteriore.
Questa regolazione è molto efficace ed è possibile fermare saldamente il casco sul capo, specie quando si ha necessità di filmare l’azione con una action-cam.
Il cinturino sotto mento ha un’ergonomia molto valida.

Bontrager Rally Mips

Da segnalare la visiera con angolazione regolabile, su un’ampia gamma di angolazioni e senza l’utilizzo di attrezzi.

Bontrager Rally Mips Bontrager Rally Mips

Bontrager Rally Mips

Tramite i pomelli è possibile regolare la fermezza della visiera

- Omologazione: 9,5
En 1078, cioè l’omologazione richiesta per i caschi da bici, più la certificazione per lo standard NTA 8776.
Quanto basta per usare il casco in sicurezza sulle strade del nostro Paese.
- Peso: 7
Qui abbiamo la prima nota non positiva: 444 gr per la taglia L (58-63 cm).
Questo lo pone su un livello meno favorevole rispetto ai suoi diretti rivali in campo all-mountain: il Lazer Revolution segna 360 gr (taglia M e senza Mips), il Troy Lee Designs A2 382 gr (taglia M-L), lo Specialized Ambush 364 gr (taglia L, ma senza Mips) e se la batte con il 661 Evo Am Mips 446 gr (taglia L).
L'alto livello di finiture e l’estensione della copertura inevitabilmente incidono sul risultato della bilancia.

Bontrager Rally Mips

- Prezzo: 10
129,90€ è uno dei prezzi più bassi per un casco di questa tipologia e con protezione aggiuntiva Mips.
Senza dimenticare il servizio crash replacement che offre la sostituzione gratuita del casco in caso di incidente entro un anno dalla data di acquisto.
Altri punti di forza del Bontrager Rally Mips.

Voto finale (da 1 a 10): 9,0

Bontrager Rally Mips

PRESTAZIONI
- Comfort della calzata: 10
Il casco avvolge la testa e la sensazione che se ne ricava è simile a quella di un casco da moto, seppure con una ventilazione (leggete dopo) e una leggerezza molto differenti. La sensazione di avere la testa protetta ha fatto sì che questo casco fosse utilizzato anche quando, durante lo scorso rovente agosto, il clima suggerisse soluzioni più leggere, ventilate e con colorazioni diverse dal nero.
Il comfort è un altro dei punti a favore del Rally Mips.
- Ventilazione: 8
Buona, ma non è eccezionale.
Permette comunque al casco di essere utilizzato con disinvoltura anche se fa molto caldo.
La struttura del Mips aderisce alla testa e lascia un discreto spazio di fuga per il calore.
Lo scopo primario di questo casco, oltre ovviamente alla protezione, è essere confortevole.

Bontrager Rally Mips

- Estensione della copertura: 9
E’ in linea con quelle di un casco half-shell, o aperto (qual dir si voglia), dedicato a utilizzi più impegnativi.
- Calzata: quale taglia scegliere? 10
Uso abitualmente una taglia L e anche con il Bontrager Rally Mips mi sono trovato a mio agio con la taglia L.

Voto finale (da 1 a 10): 9,25

VOTO COMPLESSIVO (da 1 a 10): 9,125

Bontrager Rally Mips

In conclusione…
Prezzo contenuto (in relazione alle sue caratteristiche tecniche e al livello di finiture), crash replacement, protezione estesa e tanto comfort: sono questi i dati di spicco del casco Bontrager Rally Mips.
Se non vi piace la colorazione nera sono previste anche quella celeste e quella verde, in modo da incontrare i gusti di una fetta più ampia di biker.
Poco clamore, in generale, ma anche tanta sostanza: per oltre 6 mesi non ha mai fatto emergere criticità, si è sempre dimostrato comodo da indossare (sebbene il peso non sia proprio contenuto) e ha dato (e continua a dare, visto che il sottoscritto continua ad usarlo) una piacevole sensazione di protezione.
A un prezzo decisamente ragionevole.

Qui tutti i caschi da all-mountain testati o presentati da MtbCult.it

Per informazioni TrekBikes.com/it



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Sull'autore
Simone Lanciotti

Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.

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