In arrivo un nuovo circuito enduro e gravel bike? Pare proprio di sì...

Simone Lanciotti
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All’enduro serve un circuito di riferimento e parliamo di un circuito a carattere nazionale, alla stregua di ciò che è stato il Superenduro fino allo scorso anno.
Lo chiedono i rider, lo chiedono i team, lo chiedono gli sponsor e lo chiede un numero di persone più grande di quanto si creda e che con l’enduro, magari, non ha mai avuto a che fare.
Questo circuito serve.
Per il momento è una “indiscrezione molto fondata”, ma sembra che qualcosa di grosso si stia muovendo, finalmente.
Non sappiamo se si chiamerà ancora Superenduro, ma sappiamo che questo circuito partirà proprio da questa specialità, allargandosi in maniera importante anche alle gravel bike.

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A spingere sul gas è Davide Bonandrini, titolare di Dsb, che sta cercando di coinvolgere i massimi esperti del settore in questo progetto.
Fra i suoi obiettivi ci sono, come detto, l’enduro offroad e il movimento gravel, ma Bonandrini vorrebbe anche andare oltre per abbracciare platee più ampie.
L’enduro in termini di partecipanti ha numeri per forza di cose limitati, mentre ha una grande platea di praticanti non agonisti (cioè quelli che hanno bici e attrezzature da enduro ma non se la sentono di gareggiare), di potenziali utenti provenienti da altre discipline agonistiche e di biker che non hanno mai gareggiato e/o non hanno nemmeno una bici da enduro.
Cioè, l’enduro ha un seguito enorme, grazie anche all’altrettanto enorme esposizione mediatica.

Una nuova categoria agonistica
Il Superenduro, se ricordate quanto ci dichiarò Franco Monchiero in questa intervista, è nato perché serviva a dare uno sbocco agonistico all’utenza all mountain, cioè alle Mtb biammortizzate con 150 mm di escursione.
Da quel momento in poi è nata la categoria enduro.

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Il progetto di Bonandrini si pone anche l’obiettivo di creare una nuova categoria agonistica, quella delle trailbike, ovvero delle bici con 5 pollici di escursione (o 127 mm di travel) per le quali il territorio italiano ha moltissimo da offrire.
Forse, come pochi altri al mondo.

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Bastano tracciati con dislivelli più contenuti, il livello tecnico delle Speciali può essere più abbordabile (ma non meno divertente) e magari più pedalato e, in generale, non occorrono le Alpi o le Dolomiti.
Insomma, questa nuova categoria può fare da anticamera all’enduro vero e proprio, creando un potenziale vivaio di nuovi praticanti.

Italia, land of gravel bike
La prima gara del Superenduro B-Road a La Morra ha fatto intravedere quali sono le potenzialità di questa specialità, soprattutto in un contesto squisitamente italiano.

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Adesso serve un circuito che lanci definitivamente questo nuovo modo di intendere la bici.
Il seguito potenzialmente c’è già e molti brand del settore hanno iniziato a crederci seriamente.
La chiave per proporre questo circuito, però, non è strettamente agonistica, anzi.
Gli aspetti paesaggistici, gastronomici e culturali sono preponderanti.

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La bici diventa un mezzo per la scoperta del posto.
La competizione c’è (in stile rally o enduro, qual dir si voglia), ma serve solo a stilare una classifica, per gli incalliti delle gare.
Se con l’enduro offroad abbiamo sempre ricercato i dislivelli, con le bici gravel ci si può spingere verso territori ciclisticamente poco noti alla massa.
Come il Sud Italia e le Isole.

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La gara che si è tenuta a La Morra, il 2 giugno, è stato un “la” molto importante.
Ora è il momento di dargli un seguito.

Si apre una nuova epoca?
Non sappiamo ancora quali saranno gli attori su questo palcoscenico, né se questo progetto andrà in porto, ma il promotore, Davide Bonandrini, non ha preclusioni di sorta.
Chiunque voglia apportare il proprio contributo è ben accetto.

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Per il bene del movimento Mtb, agonistico e non.
Contiamo di darvi degli aggiornamenti più precisi, magari dopo Eurobike, momento da sempre decisivo per il business legato al mondo della mountain bike e della bici in generale.

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Sull'autore
Simone Lanciotti

Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.

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