Alex Lupato: «Finale ok. I top rider? Non sono irraggiungibili»

Giuseppe Scordo
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Gli obiettivi, Alex Lupato, li aveva fissati in inverno: riconfermarsi campione italiano ed entrare nella top 15 dell’Ews.
Il primo traguardo è stato centrato, e Alex non solo indosserà per un altro anno la maglia tricolore, ma è stato sul campo il rider italiano più veloce del mondiale.
Il secondo solo in parte, ma a Finale Ligure, nel closing stagionale, Alex, 25 anni compiuti ieri, sa di essere sulla strada giusta. Il gap con i campionissimi è ancora ampio e all’estero non sempre le cose sono andate come avrebbe voluto. Ma il gruppo dei migliori, a piccoli step, se non proprio battuto, può essere agganciato.

Alex Lupato ha chiuso 20° il round di Finale Ligure.

Alex Lupato ha chiuso 20° il round di Finale Ligure.

- A Finale Ligure per la prima volta sei entrato tra i primi 20.
- Sono contento di questo risultato. Contavo di entrare tra i migliori trenta e aver finito più in alto mi ha soddisfatto, anche perchè in alcuni momenti ho lottato ad armi pari con i più forti, accusando distacchi inferiori dagli stranieri.

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- Le prime impressioni sul tuo 2014?
- So di esser cresciuto molto. Ma si è alzato tanto anche il livello dell’enduro. Sono riuscito a confermare il titolo di campione italiano ma nella World Series non sempre sono stato brillantissimo. L’avevo messo in conto, considerato che vengo dal cross country e devo ancora lavorare tanto sulla tecnica. Per il prossimo anno mi piacerebbe poter essere stabilmente tra i migliori 20-25 rider dell’Enduro World Series. Sarebbe un grosso passo in avanti.

Alex Lupato, quante ne hai di queste medaglie?

In estate si è confermato campione italiano enduro a Monte Cavo.

- Qual è la gara in cui ti sei piaciuto di più e quella che ti ha più deluso?
- Ho preparato nei minimi dettagli Finale Ligure, sono arrivato fresco e ho fatto una bellissima gara. Winter Park invece è stata da dimenticare. Per il fuso orario e l’altitudine, ma anche per i miei errori.

A Winter Park, Lupato ha sofferto non poco, chiudendo all'84° posto.

A Winter Park, Alex ha sofferto non poco, chiudendo all'84° posto.

- A Finale cosa ti ha impressionato di più?
- Fabien Barel. Era la gara dei grandi rientri: con lui, c’erano Vouilloz, Atherton, Clementz. Sono andati bene ma nessuno è arrivato proprio al top. Lui invece ha fatto un altro sport.

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- Nella classifica di Finale, 8 dei primi undici rider sono francesi. Sono davvero irraggiungibili?
- Il divario non è incolmabile. Di sicuro è complicato perchè ci troviamo davanti a veri fenomeni. Sulla gara secca si possono anche battere, non sulla continuità di una stagione per il momento.

- Davide Sottocornola ci ha detto che andare a correre più spesso in Francia sarebbe di grande aiuto per gli italiani…
- La scuola francese è quella di riferimento, non c’è dubbio. Correre da loro può servire, però diventerebbe complicato anche gestire le energie durante l’Enduro World Series e i viaggi che questo comporta. Il mio obiettivo resta quello di provare a essere competitivo in ogni gara del mondiale.

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- Ma cos’hanno di più i cugini d’Oltralpe?
- Cominciano prima, hanno più strutture, sono tantissimi. E con i grandi numeri i campioni vengon fuori sempre. Però non sono d’accordo sul fatto che il format migliore sia arrivare in loco e gareggiare senza ricognizioni. Quest’anno siamo andati in Cile e abbiamo girato pochissimo. E’ un controsenso, dopo una trasferta così lunga. Credo che lo spirito dell’enduro sia anche quello di poter stare tanto in bicicletta. In Italia non è poi così male, anche perchè la possibilità di provare i percorsi aiuta gli organizzatori ad avere i rider per più giorni sul territorio.

Alex Lupato su un tratto di risalita a piedi: chiude la prima giornata in 39ª posizione.

Risalita a piedi in Cile. Una gara che, quanto al format, non è piaciuta al rider Frm.

- Nello scorso weekend hai chiuso in bellezza con il 2° posto alla EnduRoc.
- Dopo Finale Ligure mi sono preso due giorni di riposo assoluto per smaltire la tensione. Arrivato a Frejus, alla prima sgambata, mi sentivo bollito. Io e mio fratello Denny siamo andati alla cieca, sapendo che i sentieri erano grossomodo quelli del 2013. Ho sofferto nelle prime due Ps, poi mi sono sbloccato e divertito. Non mi aspettavo il podio, anche se devo ammettere che il livello non era altissimo.

Alex Lupato non perde il sorriso.

- Come sarà l’autunno di Alex Lupato?
- Intanto mi sono preso due settimane di assoluto riposo. A novembre ci sarà una graduale ripresa che coincide con la sistemazione dei sentieri vicino casa. Il prossimo anno? Resto con Frm, ma posso annunciarvi il passaggio di mio fratello Denny a Pivot nel team di Andrea Bruno.

Per Alex Lupato la stagione è stata lunga e faticosa. E' rimasto al vertice del movimento italiano, ha incassato come tutti duri colpi all'estero, ma i frutti del suo lavoro si sono visti proprio a Finale Ligure. Ora serve continuità per vederlo più spesso in alto nell'Enduro World Series. Il tempo, vista la giovane età, è dalla sua parte.

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