Filippo Scalco, dall'Italia al Canada: «Sto vivendo un sogno!»

Redazione MtbCult
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Qualche settimana fa, in redazione, abbiamo ricevuto un'email molto curiosa, da parte di un ragazzo italiano che ha deciso di andare a vivere in Canada, spinto dalla forte passione per la mountain bike e per uno stile di vita più libero e a contatto con la natura.
E ha scelto di farlo proprio nel mezzo di una pandemia!
Dalle sue parole traspariva un entusiasmo sincero e abbiamo pensato che la sua esperienza potesse ispirare qualcun altro a realizzare il proprio sogno.
Ecco il suo racconto e... non rassegnatevi mai ai "sogni impossibili"!

VM



Se me lo avessero detto che un giorno avrei potuto dire con orgoglio “sto vivendo il mio sogno!” non ci avrei creduto!

Sono Filippo Scalco, ho 25 anni e da maggio dello scorso anno vivo a Vancouver, in Canada.

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Sono sempre stato un sognatore, con una grande passione per la Mtb: passavo il tempo a pianificare le mie prossime avventure e a guardarmi tutti i nuovi video dei pro-rider, filmati nei sentieri più belli del mondo.

Pensavo: «Che bello sarebbe poter girare in bici nel più famoso bikepark del mondo a Whistler. 
Ma ancora di più poter scendere in mezzo a quei magici boschi canadesi... Risalita in pick-up, e poi giù di nuovo a gas aperto!»
«Magari un giorno ci andrò…» mi dicevo.

Poi, un giorno scattò la scintilla e in un attimo di follia decisi che era il momento di farlo: «Andrò in Canada!»

Mollare tutto per inseguire i propri sogni non è assolutamente facile, soprattutto se lo si fa nel pieno di una pandemia globale… ma dopo più di un anno e mezzo di preparazione, quell’aereo direzione Canada è finalmente partito!

Così sono arrivato a Vancouver, bellissima città incastonata tra oceano, boschi e montagne.

Vancouver

La felicità è stata ancora più grande quando finalmente ho toccato con i tasselli della mia MTB il suolo di quel tanto sognato bosco canadese! Entrato in mezzo alla natura, sono rimasto affascinato dai colori e dalla ricchezza di quei boschi, a dir poco magnifici. Mi sembrava di sognare ad occhi aperti, perché io, quei posti, li avevo già visti centinaia e centinaia di volte, ma solo nei video.

E volete sapere com'è andato il mio primo giro in bici in British Columbia
Un vero disastro!
Siamo andati a Seymour, nel mitico North Shore di Vancouver, dove il movimento MTB è nato.
Primo giro con la nuova bici (prima volta con la 29'), il sentiero molto tecnico e super scivoloso mi hanno reso la vita difficile.
Ma non mi interessava, era talmente emozionato e felice che quasi avevo le lacrime negli occhi.

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Nel frattempo sono anche riuscito a trovare lavoro in uno storico negozio di bici a Vancouver, Dunbar Cycles, come meccanico, e ho conosciuto parecchi ragazzi con cui ho iniziato ad esplorare la zona.

Poi finalmente, un altro giorno tanto atteso arrivò: era il momento d'andare a girare a Whistler Bike Park!
E' stato magico volare nei salti enormi della pista più famosa al mondo, la A-Line!
Il primo giro ero senza parole, non potevo credere alla dimensione di quei salti e la velocità che richiedono per essere chiusi correttamente! 
Qualche giro per prendere confidenza e via, giù full speed in questo paradiso per le due ruote!

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Un'altra zona stupenda dove sono andato a girare quest'estate è Squamish, località molto famosa per la MTB, a solo un'ora da Vancouver!
Non ho mai visto sentieri e salti così ben mantenuti, quasi a livello di un bikepark. 
Impossibile contare il numero dei diversi sentieri che si incrociano per tutta la superficie della montagna!

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Siamo andati a provare le famosissime rock slabs, terreno unico che si trova solamente qui. Non sono altro che dei lunghi tratti di roccia con pendenze da capogiro, che alla prima occhiata fanno venire la pelle d'oca!
Ma poi i miei amici canadesi mi hanno rassicurato: «Don't worry Filippo, ti sorprenderanno queste rocce perché hanno un sacco di grip!”

Posso dirvi che la mia prima estate in Canada è stata straordinaria!

La giornata tipica di un rider canadese (specialmente in estate)?
Lavoro, bici, shuttle con amici, birra e burger post riding!  E molte volte si finisce in spiaggia per il cosiddetto “terzo tempo”.
Bellissimo il mood e la community di biker che c'è qua: ci si sente parte di una grande famiglia che condivide le stesse passioni e la voglia di passare del tempo in sella alla propria bici.

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Io e i ragazzi del bikeshop giriamo molto spesso a Seymour, che è la nostra montagna di casa. La scelta dei sentieri è infinita, in 8 mesi che vivo qua non ho ancora provato tutti i sentieri della zona (e forse non ci riuscirò mai).

Le tipologie di sentieri sono molto varie: si passa dai flow e linee jumps che fanno invidia ai bikepark, ai più tecnici e scassati, con ripidi e gap dal livello tecnico inclassificabili! Ho imparato che i canadesi sono veramente senza limite, certe cose sono veramente senza senso.

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Qualcosa di veramente unico sono gli skinny trail del North Shore (luogo quasi sacro, dove appunto la MTB moderna è nata): in poche parole sono dei pezzi di trail sopraelevati creati con tronchi di alberi e passerelle che attraversano il bosco.
Qui la creatività dei builder non ha limiti, impressionanti le strutture che sono state create in tutti questi anni di riding!

A mio parere i sentieri più belli sono tutte le tracce nuove create nel sottobosco, i loamer trails, dove la terra è talmente soffice che sembra di galleggiare. Il feeling con la bici è pazzesco, il grip fantastico e la quasi assenza di rocce rendono la discesa emozionante. 
Ma sempre occhi aperti che potresti trovare un big jump quando meno te lo aspetti!

Arrivati a fine sentiero, la six-pack di birre è già pronta per essere condivisa, e tutti i rider non vedono l'ora di raccontarsi le emozioni di quel nuovo passaggio appena provato oppure a discutere del perché si ha quell’assoluto bisogno di comprare una nuova bici…

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E come si vive a Vancouver?

Sicuramente cambiano molte cose rispetto all'Italia, la prima fra tutte è il cibo.
Dalla qualità al prezzo troppo elevato (qua tutto costa troppo ahimè) si è costretti a rinunciare a tante cose che a casa nostra diamo per scontato.
Però questa è anche una scusa per provare qualcosa di nuovo; in centro città hai la possibilità di assaggiare un sacco di cibi e cucine dal tutto il mondo.
Il Canada è un incrocio di culture, tradizioni e persone completamente diverse e allo stesso modo uniche. Un'atmosfera speciale dove nessuno si sente fuori luogo.

Filippo Scalco

La cosa che mi piace di più di questo nuovo mondo è il lifestyle che hanno i canadesi: vivono a contatto con la natura, praticano l'outdoor e le attività sportive all’aria aperta, molti vanno a lavoro in bici o a correre nei parchi cittadini e in riva all'oceano. 
Nei giorni liberi le attività più popolari sono la MTB, hiking nelle montagne vicine, uscite in kayak nei bellissimi laghi o avventure in tenda insieme agli amici, senza dimenticare tutti gli sport invernali come sci e snowboard.

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Bella la possibilità di muoversi con i mezzi pubblici attorno a Vancouver. Qua addirittura la bici la puoi portare con te anche in bus. Infatti nella parte anteriore è installato un porta-bici che ti permette di caricare due biciclette.
Il bus qua è diventato il mio migliore amico, infatti senza di lui non potrei andare a girare nei sentieri a North Vancouver!

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Un'altra cosa che adoro di questa città è la possibilità di avere le montagne, i grattacieli e i verdi parchi cittadini o le spiagge sull'oceano, tutto nel giro di pochi kilometri. Questo ti permette di avere tutto a portata di mano e in una giornata è possibile passare dal mare alla montagna senza problemi!

La sfida più grande per me, da quando sono arrivato qua in Canada, è stato imparare a lavorare in un negozio di bici relazionandomi con i clienti e i miei colleghi in lingua inglese.
Come tutti, ho studiato inglese a scuola, ho fatto corsi di aggiornamento e mi sono esercitato a parlare prima di partire, ma il mio livello rimaneva comunque base. Insomma, sapevo sopravvivere ma non in grado di fare grandi discorsi.

Quando mi si è presentata la possibilità di lavorare in un negozio, sapevo benissimo che questo avrebbe richiesto un livello di inglese più elevato del mio. 
Infatti fare il meccanico non è solamente riparare bici, ma è altrettanto importante relazionarsi con il cliente, rispondere alle telefonate, prenotare gli appuntamenti e dare consigli riguardo a componenti e modelli di bici.
Tutto questo mi spaventava a morte. Ma era il lavoro che avevo tanto sognato, l'ambiente di cui volevo assolutamente circondarmi.
E alla fine mi sono buttato in questa grandissima sfida.

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Ricordo benissimo la mia prima telefonata a un cliente: mani tremolanti, discorso scritto su un post-it e preoccupatissimo d'interpretare cosa mi veniva detto al telefono.
In certi momenti con clienti “difficili” quando non riuscivo a capire quasi niente delle richieste che mi venivano fatte, volevo letteralmente sotterrarmi, scomparire nel nulla per l'imbarazzo della situazione.
Ma sono un ragazzo molto testardo e dopo 6 mesi di lavoro sono finalmente in grado di arrangiarmi.

Penso che tutto questo sia fantastico!
E non vedo l'ora di scoprire cosa succederà nelle mie prossime avventure in terra canadese!

Se volete seguire Filippo Scalco, qui trovate il suo profilo Instagram.
Qui invece potete leggere altre storie di avventure in Mtb.

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