Dopo una stagione decisamente sottotono, Gerhard Kerschbaumer è tornato (quasi) ai suoi livelli proprio in occasione del mondiale in Val di Sole.
E' partito in sordina, ma la sua gara è stata tutta in crescendo e alla fine ha chiuso 17°, primo degli italiani.
Dopo l'arrivo, distrutto e ancora sporco di polvere, abbiamo scambiato con lui due parole.
- Allora, Gery, sei partito piano, ma poi...
- Ma poi finalmente ho avvertito buone sensazioni, ero di nuovo io! Per com'è andata la stagione, sono soddisfatto.
- Cos'è che non è andato quest'anno?
- Non ero più io, ma l'unico cambiamento sostanziale è stata la preparazione. Da sempre mi alleno da solo, senza troppi schemi, ma quest'anno ho voluto riprovare a farlo con metodo, guardando i watt, seguendo dei programmi e così via. Beh, ho capito definitivamente che questo tipo di preparazione non fa per me. Ho sbagliato, è stato un errore mio, ma l'importante è accorgersene prima possibile per recuperare.
- Quindi? Sei tornato alle sensazioni?
- Esatto, guarda qui (indicando la sua bici, ndr) oggi non ho usato né computerino, né misuratore.
- Da quanto tempo sei tornato alla "tua" preparazione?
- Dopo Tokyo ero davvero demoralizzato, quindi ho detto: è ora di cambiare. Quindi nelle ultime 3 settimane sono tornato al mio metodo, e oggi già ho visto i primi risultati.
- Pensi sia un discorso fisico o di testa?
- Entrambi, io per dare il massimo ho bisogno di sentirmi libero e ascoltare il mio fisico.
- La pressione del team pensi abbia influito nelle prestazioni?
- No, assolutamente. Anche se molti pensano il contrario, il team non mi mette alcuna pressione. E' una questione personale.
- Questo mondiale ti ha dato un po' di morale per i prossimi appuntamenti, quali saranno?
- La prova di Coppa a Lenzerheide e basta. Non correrò nella tappa statunitense, perché ho bisogno di staccare e tornare alla mia vita.
- In che senso?
- Un lungo periodo di riposo a casa, poi un inverno senza bici e con tanto sci alpinismo. Questa è la formula vincente per me.
- Il prossimo anno sempre Specialized, giusto?
- Sì, ho firmato per due anni e voglio fare bene. Anche perché Specialized sarà il mio ultimo team, se non andrà come dico io smetterò di correre.
Che dire, Gery ha le idee più chiare di sempre.
Dal canto nostro speriamo che il 2022 gli porti più fortuna e ci auguriamo di vederlo in bici ancora a lungo.
Qui il resoconto e le classifiche del mondiale Elite:
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Sull'autore
Daniele Concordia
Mi piacciono il cross country e le marathon, specialità per le quali ho un'esperienza decennale. Ho avuto un passato agonistico sin da giovanissimo, ho una laurea in scienze motorie e altri trascorsi professionali nell’ambito editoriale della bici.