Peter Denk spiega rigidità e comfort sulla nuova Epic Ht

Simone Lanciotti
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FREJUS - Il concetto di rigidità sulla Mtb è spesso utilizzato alla stregua di un beneficio assoluto valido sempre e comunque su ogni telaio e su ogni componente, ma per quanto concerne la confidenza di guida (di cui si è parlato qui) non è affatto così, anzi.
La rigidità è un fattore che va tenuto in attenta considerazione e quando Peter Denk lo ha menzionato in relazione alla leggerezza (e non quindi come valore assoluto) è sembrato evidente che le cose, finalmente, hanno preso una direzione differente.
In realtà è così per tutti i marchi, ma Specialized è nota per non avere mai curato solo ed esclusivamente un dato aspetto (in particolare la leggerezza parlando di Mtb), ma abbia riposto la totale attenzione per fare in modo che fattori quali leggerezza, rigidità, efficienza di pedalata e confidenza di guida riuscissero a combinarsi fra loro su un dato telaio e su una data bici.

Peter Denk
Peter Denk



Peter Denk è l’ingegnere che si è occupato del progetto e dello sviluppo della Specialized Epic Ht (e, in passato, di altre bici di successo di casa Scott e Cannondale) e a lui ho voluto rivolgere un paio di domande sul tema della rigidità.
La premessa è questa: la massima rigidità non è necessaria, né richiesta sempre e ovunque.

La rigidità del tubo di sterzo

- Peter, su un telaio qual è la zona che richiede maggiore attenzione per la rigidità?
- La zona del tubo di sterzo, assolutamente.

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Il tubo di sterzo della Epic Ht ha forme studiate per migliorare la rigidità. Gli spessori sono stati ottimizzati di conseguenza.

- E non il movimento centrale?
- No, per il movimento centrale è più facile perché è realizzato da più tubi e crea una sorta di space-frame.
La zona dello sterzo invece è costituita da due tubi in sostanza, l’obliquo e il superiore, e hanno spesso spessori molto contenuti.
Se questa zona è poco rigida la precisione di guida ne risente in modo drastico e la rigidità in questa zona, come anche in altre zone del telaio, è ottenuta lavorando non tanto sugli spessori del materiale quanto sulla forma.
E’ la forma la principale responsabile della rigidità.
Se cerchi la rigidità lavorando sugli spessori la puoi ottenere, ma vai a incrementare il peso finale.

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- E per quanto riguarda il comfort? qual è la parte del telaio più importante per il comfort?
- Il reggisella.

- Quindi avete ridotto il diametro del reggisella per avere maggiore “tolleranza” alle vibrazioni?
- Se guardi una bici da competizione tutto è fatto per avere la massima velocità ovvero l’obiettivo numero uno è la ricerca della massima efficienza.
Se hai troppe flessioni sul movimento centrale, quando sei su terreni sconnessi pensi “wow, questa bici è molto comoda”, ma quando ti trovi su fondi battuti e scorrevoli ogni pedalata ti porta a disperdere energia.
Quindi, occorre fare attenzione a non dare al movimento centrale la possibilità di flettere troppo e in Specialized abbiamo fatto in modo dare al telaio un movimento centrale molto rigido per controllare bene come l’energia passa dai pedali alla catena e come la rigidità cambi salendo verso il tubo reggisella e il reggisella stesso.
Durante la pedalata anche i foderi alti flettono, ma mai quanto accade con un sistema tipo soft-tail (come quello di Bmc).

- Quindi l’ideale è utilizzare un tubo reggisella in carbonio su un telaio in carbonio?
- Sì, esatto, ma va detto che un reggisella in carbonio è un vantaggio anche per i telai in lega leggera.
Ovviamente è necessario che il reggisella in fibra di carbonio non sia troppo rigido…

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Le simulazioni al computer

- Come fate a calcolare-determinare il giusto livello di rigidità su un telaio?
- Molto dipende dalle simulazioni al computer, ma si fanno anche delle prove sullo stesso stampo con differente sovrapposizione delle fibre fino a capire quanto rigido deve essere.
E non deve essere troppo rigido, altrimenti, ad esempio, la ruota anteriore diventa molto brusca nel cambiare direzione o nel reagire agli impatti, penalizzando la confidenza di guida.
Ma se il telaio è troppo morbido te ne accorgi in uscita di curva quando il telaio non risponde la nervosità che ci si aspetta.
Quindi trovare l’equilibrio corretto è piuttosto difficile e, inoltre, devi avere anche un’opportuna distribuzione della rigidità su tutto il telaio.
Se l’anteriore è troppo rigido e il posteriore flette troppo la bici è penalizzata nella guida.
Lo stesso telaio con due distribuzioni differenti della rigidità può essere amato oppure odiato.

- Avete usato il McLaren Test Lab per fare queste valutazioni?
- Abbiamo usato questo laboratorio per capire cosa rende una bici più veloce.
Quale sospensione rende la bici più comoda e quale la rende più efficiente.
Nel caso della Epic Ht eravamo partiti dall’idea di rendere il telaio quanto più confortevole possibile, ma facendo alcuni test abbiamo capito che non era la strada più corretta.
E’ ancora una hardtail e quando ti siedi in sella devi avvertire ancora che sei su una hardtail.
La sezione delle gomme ha giocato un ruolo molto importante: le gomme da 2,2” flettono di più di quelle che venivano usate in passato, cioè da 1,9” o da 2,1”, ma il telaio è più rigido.
Meglio, secondo noi, andare con gomme e cerchi più larghi e pressioni un po’ più basse che guidare con gomme strette ad alta pressione.
Ne guadagna anche la facilità di guida, grazie a un telaio che è molto rigido e preciso.
Senza dimenticare poi l’eventuale uso di cerchi in carbonio che non andrebbero intesi per ricercare la massima leggerezza, quanto per avere una guida più precisa e facile.

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- Ma così il prezzo della bici sale in modo significativo…
- L’obiettivo della bike industry è fare in modo che il costo di cerchi in carbonio validi diminuisca in modo significativo, perché ad oggi costano tanto.
Quindi, ridurre il costo di un cerchio in carbonio è difficile e l’unica soluzione eventualmente possibile è automatizzare il processo di produzione, cosa che non è ancora possibile e chissà se lo sarà mai.

- E le ruote Roval con cerchio in carbonio dove sono prodotte?
- Specialized ha due fabbriche che si occupano della produzione e sono di sua proprietà.
In Oriente ci sono tanti produttori di componenti in fibra di carbonio che lavorano per marchi anche in concorrenza fra loro e noi non vogliamo che chi produce componenti, cerchi e quant’altro in carbonio per nostro conto condivida con altri le nostre specifiche, le nostre accortezze e la nostra precisione.
Ogni ruota viene allestita a mano a Morgan Hill e chi allestisce la ruota si occupa della stessa ruota dall’inizio alla fine.
Per migliorare la qualità andiamo contro corrente rispetto allo standard con il quale lavorano in Cina: il nostro motto è rallentare.
Rallentare per fare meglio.

Qui le prime impressioni di guida in sella alla Specialized Epic Ht Pro Carbon 29 World Cup

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Sull'autore
Simone Lanciotti

Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.

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