Più comfort in sella alla Mtb: ecco i fattori cruciali...

Simone Lanciotti
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Il comfort in sella alla Mtb è un risultato che si ottiene tramite le accortezze tecnico-meccaniche che state per leggere e una combinazione di fattori fisici e mentali.
Ma andiamo per ordine: prima di tutto, che cos’è il comfort?

E’ l’insieme delle comodità che rendono confortevole un mezzo.

Quindi, prima di tutto è un fatto tecnico-meccanico, per cui iniziamo focalizzandoci sui componenti della Mtb.
L’errore che più comunemente si fa è attribuire la comodità o la scomodità della propria Mtb a un solo componente.
E comunemente questo componente può essere la sella, le gomme o le sospensioni.

“Questa sella è scomoda!”

“Queste gomme devo tenerle su di pressione altrimenti le pizzico. Però poi addio comfort…”

“Mi piacciono le sospensioni più morbide perché almeno così la bici è più comoda”

Più comfort in sella alla Mtb

Quanti di voi hanno proferito oppure sentito dire frasi come queste?
Nulla di sbagliato nel cercare di avere più comfort in sella alla Mtb, ma occorre farlo nel modo corretto. Siccome la maggior parte dei lettori di MtbCult non corre in Coppa del mondo la domenica, le regolazioni della Mtb dovrebbero essere finalizzate al divertimento (inteso come “prestazioni in tutta sicurezza”) e questo ci dà ampio margine per migliorare il comfort in sella alla Mtb.
Iniziamo?

Gomme: la sezione

Sono il punto di contatto fra terreno e bici e sono cruciali per il grip, la confidenza di guida e anche il comfort.
Maggiore è la sezione (cioè la larghezza), maggiore è il volume d’aria che possono contenere e maggiore è il comfort.

Più comfort in sella alla Mtb

Quindi, primo punto: una gomma più larga può aumentare il comfort, ma richiede un cerchio di larghezza adeguata.

Nell’ambito Xc-trail le gomme oscillano fra 2,2” e 2,4” e la larghezza interna dei cerchi fra 27 e 30 mm, mentre sulle bici enduro e le e-Mtb siamo fra 2,35” e 2,6” e 28-30 mm per i cerchi.

Gomme: la carcassa

E’ un punto cruciale, questo.
Per risultare comoda la carcassa della gomma (cioè tutto ciò che sta dietro ai tasselli) deve risultare flessibile e malleabile quando gonfiata alla pressione di esercizio.

Questo risultato si ottiene riducendo i Tpi, aumentando gli strati di carcassa e utilizzando una gomma di mescola tendenzialmente più morbida.

super race
Una gomma da Xc e la sua carcassa (a sinistra), ossia la Schwalbe Racing Ray
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Una gomma da Dh e la sua carcassa (a sinistra), ossia la Schwalbe Big Betty

Se avete mai provato o semplicemente tastato una gomma da Dh sapete di cosa parlo…
Una gomma di questo tipo, però, pesa di più e può risultare meno scorrevole su fondi compatti e battuti per cui è opportuno individuare nello sconfinato panorama delle gomme in commercio il modello che si addice alle proprie necessità.
Un consiglio?
Preferibilmente tubeless e, soprattutto, sulle gomme non lesinate: ogni euro in più che spendete è un euro che serve per guidare meglio, bucare meno e stare anche più comodi.

Gomme: la pressione 

La pressione giusta della gomma dipende da diversi fattori e ne abbiamo parlato in un video dedicato.

Riassumendo: peso del biker (più sei pesante e più pressione serve) struttura della gomma (più la gomma è leggera di costruzione e più pressione serve), tassellatura della gomma e infine esperienza di chi guida.

comfort in sella alla Mtb

Quest’ultimo fattore è l’unico a non dipendere da numeri e percentuali (anche se ovviamente li tiene in considerazione), ma è anche l’unico in grado di trovare il compromesso ideale fra la pressione più indicata per non bucare (leggasi “gonfia di più la gomma e non la pizzichi”) e la pressione per avere più comfort e confidenza di guida.

Più comfort in sella alla Mtb
La pizzicatura è l'inconveniente a cui si va incontro se la pressione della gomma è troppo bassa. O se la velocità è troppo elevata...

Un consiglio?
Provate a guidare con una pressione un po’ più alta nelle gomme e una volta scoperto che, tutto sommato, ci si può riuscire, vi accorgerete anche che bucherete di meno e diventerete più precisi (ed esigenti) con la taratura delle sospensioni.

Il Sag, questo semi-sconosciuto

Ma a cosa diavolo serve il Sag?
Facile, a far lavorare in modo corretto le sospensioni.
Il vostro peso, una volta in sella, genera un precarico sulle sospensioni che permette a queste di essere più reattive e di funzionare in modo ottimale per il vostro peso.

“Se aumento il Sag, la forcella è più morbida?”

Sì, ma si sfrutta male l’escursione della forcella.
La cosa da fare, quindi, è, sì, aumentare un po’ il Sag (ossia ridurre un po’ la pressione della forcella), ma di poco, cioè di un 5-10% a seconda di quanta escursione ha la forcella.
Che tradotto in Psi significa, in modo un po’ grossolano, circa 5-10 Psi in meno, a seconda del vostro peso.
Quindi, se cercate più comfort non sperate che con più Sag si risolva in modo corretto il problema. Magari è il caso di rivolgersi altrove, come ad esempio… 

Più comfort in sella alla Mtb
Il Sag non è un qualcosa che una volta regolato non si tocca più: il tipo di terreno, il suo grip, le gomme, la temperatura esterna e le sensazioni che la bici ci invia ad ogni uscita sono fattori che possono indurci a modificare (di un 5-8% al massimo) il valore del Sag.

Le basse velocità di compressione

…al circuito idraulico che gestisce le sollecitazioni che fanno comprimere le sospensioni a velocità ridotta.
Un esempio?
L’azione del biker sui pedali: la pedalata innesca delle compressioni cicliche che solitamente hanno una ridotta velocità di compressione.

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E cosa c’entra questo con il comfort?

Se la forcella o l’ammortizzatore hanno una taratura idraulica piuttosto ferma alle basse velocità di compressione ne risulterà una sospensione sì, più sostenuta ed efficiente (specie al posteriore), ma anche più brusca e scomoda.

Come si risolve?
In due modi: 

  • - rispondendo in modo chiaro a due domande: sono abbastanza allenato per la Mtb che ho? Sono certo di aver regolato Sag e pressione delle gomme in modo corretto?
  • - far modificare il tuning della sospensione a un meccanico esperto (ammesso che la propria forcella lo consenta).

Il diametro delle manopole

Le manopole sono spesso sottovalutate nell’ambito della Mtb, ma sono, insieme a sella e pedali, uno dei tre punti di contatto del ciclista con la bici.
Tramite le manopole passano gli input del terreno al biker e gli input del biker alla bici e, quindi, è cruciale che siano comode.

Ma il comfort è, sì, un fatto di morbidezza della gomma della manopola, ma è anche (e soprattutto) un fatto di diametro della manopola.

comfort in sella alla Mtb

Il fatto è questo: maggiore è il suo diametro e maggiore è la superficie di contatto fra manopola e mano. Una superficie maggiore permette di distribuire meglio le sollecitazioni sulla mano e contribuisce a migliorare la presa (e quindi la confidenza di guida) e il comfort.

Un diametro maggiore è di 32-33 mm, mentre quello più diffuso oscilla fra 30 e 31 mm.
Vi sembrano pochi 2 mm di differenza? Beh, provare per credere…

Un consiglio?
Se indossate guanti di taglia XL le manopole da 33 mm di diametro vi torneranno certamente utili. Se avete la taglia L di guanti potreste trovarle di vostro gradimento.
Se volete approfondire sul tema manopole, leggete questo articolo:

La larghezza della sella

“Questa sella è scomoda!”

Calma e sangue freddo: una sella può essere scomoda senza appello ed è un fatto soggettivo.
Nessuno mai potrà dirvi che avete torto.
Ma ci sono anche dei parametri oggettivi da considerare. 
Ad esempio, la larghezza della parte posteriore della sella (foto in basso).

comfort in sella alla Mtb

Questo parametro dipende dalla distanza fra le ossa ischiatiche del vostro bacino ed è misurabile nella maggior parte dei negozi di bici.

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Questo è un fattore che solo da una decina di anni si è iniziato a considerare, ma è cruciale per il comfort della seduta.
E c’è dell’altro…



Il foro della sella

La maggior parte delle selle in commercio prevede una feritoia nella parte centrale dello scafo e questo consente un miglioramento del comfort non indifferente.
In alcuni casi ce ne si accorge all’istante, in altri solo dopo diverse ore in sella, ma in ogni caso è un dettaglio da considerare perché riduce in modo significativo la pressione (generata dal peso del ciclista e dalle asperità del terreno) sulle parti intime.

comfort in sella alla Mtb

Un consiglio (per i lettori maschi)?
Se non l’avete mai provata, fatevene prestare una dal vostro negozio di fiducia. Fra qualche anno la prostata vi ringrazierà…

La posizione della sella 

Altezza, inclinazione e arretramento sono i tre parametri da considerare.
Per ognuno di questi ci sarebbe da scrivere un articolo e infatti vi rimando ai link che trovate qui sopra per approfondire l’argomento.
Il consiglio?
Se ritenete di dover modificare la posizione in sella procedete con un cambiamento alla volta e a piccoli step.
Se il dubbio è su altezza di sella e arretramento sella, modificatene prima uno soltanto e di pochi mm. Verificate l’effetto nel corso di un paio di uscite e poi valutate altre eventuali modifiche.

Un modus operandi che consiglio consiste nel fotografare lo stato di partenza: posizionate la bici in verticale, mettete una livella sulla sella e fatele una foto.
In questo modo avete un’idea dell’inclinazione di partenza della sella.

comfort in sella alla Mtb
Non fatevi ingannare dalla regola secondo la quale la sella è posizionata correttamente quando è perfettamente in bolla, cioè piatta. Se la sella ha un profilo arcuato (come quella in foto) questa fantomatica regola non ha proprio senso.

Poi fotografate anche la scala millimetrata sul telaio della sella, per stabilire qual è l’arretramento di partenza della sella.
Tutto questo vi sarà utile se doveste tornare alle impostazioni di partenza.

comfort in sella alla Mtb


Il punto successivo coinvolge l’essere attivi nella guida e, come magari starete pensando, è la parte meno intuitiva del discorso e anche la più difficile da mettere in pratica. 
Può essere intesa tanto come il punto di partenza, quanto come il punto di arrivo di questo articolo.



Il fattore fisico

L’angolo di piega delle braccia e la distanza della testa dal manubrio sono due indicatori molto chiari su quanto un biker è attivo nella guida.

Testa bassa e braccia larghe significano “sento le reazioni della bici e tengo il più basso possibile il baricentro”.

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Ok, ok, lui, Nino Schurter, non fa testo, ma è certamente un buon esempio al quale (provare ad) ispirarsi...

Essere attivi nella guida significa, cioè, avere la predisposizione mentale e fisica corretta verso ciò che il sentiero ci propone, senza troppo timore.
Tutto questo richiede che i componenti menzionati prima siano regolati e scelti correttamente e, soprattutto, che il biker abbia quel minimo di preparazione fisica per guidare la Mtb.

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Qui entriamo in un ambito più evoluto della pratica della Mtb ed usciamo virtualmente dalle strade sterrate larghe per entrare nei sentieri stretti e ripidi.
La preparazione fisica del biker richiede gambe allenate, ma anche busto e braccia avvezzi (per non ripetere allenati) alla guida offroad.
Vi starete chiedendo: e chi ha tempo di allenarsi in bici durante la settimana?
Come faccio ad uscire in Mtb se vivo in città?

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Risposta: le gambe si possono allenare in tanti modi: corsa a piedi (magari meno divertente, ma proficua e con minor tempo richiesto), pedalata indoor (se siete fortunati ad avere un po’ più di tempo a disposizione) oppure allenamento in palestra.

In questo modo la parte fisica è più pronta all’uscita in Mtb del weekend.

Il che significa che durante la guida offroad ho una muscolatura più tonica, elastica e capace di rispondere meglio alle sollecitazioni del terreno, tanto in salita quanto in discesa.
Tutto ciò si traduce anche in un migliore comfort in sella.

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Il fattore mentale

L’essere attivi nella guida richiede una certa predisposizione mentale.

“Sono io che guido e so come affrontare le varie situazioni lungo il sentiero". 

Nel punto precedente ho menzionato la parola “timore”.
O, se preferite, “paura di cadere”.
“Paura di farsi male”.
La paura esiste ed è giusto che ci sia, ma è un fattore che può essere gestito.

E cosa c’entra la paura di cadere con il comfort?
E’ presto detto: se nella guida della Mtb non sono abbastanza fluido e rilassato i muscoli vanno inutilmente in tensione, perché rispondono allo “stato di allarme” del cervello. 

E’ più facile, quindi, che qualche muscolo inizi a farmi male (leggi crampi, indolenzimenti e contratture varie) e il comfort in sella vada a farsi benedire.

Un consiglio?
Serve certamente avere un fisico allenato, ma è consigliabile, ogni tanto, provare a fare qualche passaggio fuori dalla propria zona di comfort.
Imparando cose nuove.
E’ questo che vi fa progredire e contribuisce anche a farvi stare più comodi in sella.

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Laddove il sentiero ci sembra meno fattibile è meglio fermarsi, dare uno sguardo e poi...
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...provare ad affrontarlo. Non occorre essere velocissimi subito, basta provarci

In conclusione…

Il comfort, quindi, è un fatto tecnico-meccanico, ma dipende anche da fattori fisici (allenamento) e mentali (predisposizione ad andare fuori dalla zona di comfort).
Dal momento che siete arrivati fin qui a leggere ormai avrete chiaro che per avere più comfort in sella alla Mtb ci sono tante possibilità.
Fatemi sapere se avete mai considerato queste soluzioni commentando nel post sulla pagina Facebook di MtbCult oppure scrivendomi una mail.

Buone pedalate a tutti!

Se volete approfondire le vostre conoscenze sull'assetto in sella, leggete qui

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Sull'autore
Simone Lanciotti

Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.

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