Il Sag della sospensione e la confidenza di guida

Simone Lanciotti
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Il Sag della sospensione è un fatto teorico, ma anche pratico.
Tecnico, ma anche soggettivo, e di concetti alla base, per capirlo a fondo, ce ne sono diversi, per cui mettetevi comodi ed entriamo un po’ più a fondo su un argomento che potrebbe cambiare e migliorare la guida della vostra Mtb.

L’obiettivo è comprendere il legame fra taratura delle sospensioni e confidenza di guida.

Cioè, quel mix di sicurezza di sé, controllo del mezzo, setup corretto e piacere di guida.
Un mix magico che i biker più esperti hanno imparato a conoscere e perseguire da tempo.

Piccole modifiche, tanta differenza

Lo scopo di questo articolo è invitare i biker meno esperti e più curiosi da un punto di vista tecnico a sperimentare e a non accontentarsi della prima taratura che si riesce a trovare.
Le Mtb moderne sono sempre più affascinanti, sofisticate e, ahimè, anche costose, per cui, a mio avviso, vale la pena di conoscerle più a fondo per capire come fare in modo che possano darci maggiore soddisfazione.

Ovvero, migliorare la nostra confidenza di guida.

Oppure ancora, se avete fatto un upgrade sulle sospensioni è proprio questo il momento di rimboccarsi le maniche e sperimentare.
Il consiglio di base è “piccole modifiche e non tutte insieme”, in modo da sentire l’effetto che ognuna di queste apporta sulla guida.
Iniziamo con la fase pratica e vi rimando in fondo all’articolo per quella teorica sul Sag della sospensione. Che vi consiglio caldamente di leggere…

Iniziamo la personalizzazione

Si comincia con il Sag indicato dal produttore del telaio e della forcella.
Se le vostre sospensioni ne sono dotate, portate i registri della compressione (alte e basse velocità) a zero.
Tenete il registro di rebound al vostro valore abituale.
Gomme in pressione (meglio un po’ più gonfie che meno gonfie, fidatevi).
Reset dei testimoni, cioè degli O-ring che trovate sullo stelo della forcella e dell’ammortizzatore: mandateli a battuta sul parapolvere, come mostrato nella foto in basso.

sag della sospensione

Dopo di che si parte e si va a fare il giro in bici che più ci piace.

A questo punto i primi input da analizzare sono l’intensità delle sollecitazioni che arrivano sulle mani e sul fondoschiena quando siamo seduti in sella: questi input ci dicono quanto le sospensioni sono propense ad assorbire le piccole e medio-piccole asperità.

Tenendo presente che sospensioni con travel superiore a 120-130 mm hanno maggiore capacità di filtrare queste sollecitazioni, è possibile agire sul precarico, diminuendolo, per migliorare la sensibilità iniziale.

sag della sospensione

Di quanto va diminuito il precarico?

Su una forcella ad aria può essere sufficiente inserire la pompetta e poi toglierla: questa azione riduce la pressione di circa 5 Psi, ossia un valore adeguato per iniziare a sentire una differenza. Sull’ammortizzatore occorre maggiore precisione, perché inserire e togliere la pompetta può ridurre la pressione anche di 10-15 Psi.
Cioè di tanto.
Quindi, come si fa? 
Si inserisce la pompetta, si legge la pressione indicata, si toglie e quindi si re-inserisce la pompetta. 

sag della sospensione

Dal valore di pressione indicato ora si capisce, per differenza, quanti Psi si perdono ad ogni inserimento-rimozione della pompetta. 

L’obiettivo è non superare i 10 Psi di differenza e, quindi, una volta inserita la pompetta, si può aggiungere un po’ di pressione (due-tre pompate) e quindi togliere la pompetta.
Prima di ripartire, resettate i testimoni e tornate a pedalare.

A questo punto, il minore precarico vi farà percepire le sospensioni come più attive e sensibili, ovvero potreste aver ridotto l’intensità delle sollecitazioni che arrivano a mani e fondoschiena.
Quindi, diciamo potreste aver trovato un buon setup per la fase pedalata, cioè quando siete seduti in sella.

Ad ogni biker il suo Sag 

E durante la guida?
Qui entrano in ballo fattori come la velocità, la pendenza, il tipo di fondo (è in terra battuta oppure è roccioso con gradini e drop?), il proprio stile di guida e il travel delle sospensioni, cioè, in pratica, il tipo di bici su cui pedalate.
Il punto di partenza è assicurarsi di avere travel a sufficienza davanti agli ostacoli di maggiore difficoltà, che possono essere gradini di roccia, radici oppure anche salti.

“Travel a sufficienza” significa arrivare a meno di 10 mm dal fondocorsa sulla forcella e a 3-4 mm dal fondocorsa sull’ammortizzatore.

sag della sospensione
Qui siamo vicini al fondocorsa...
sag della sospensione
...mentre qui praticamente ci siamo

Chi produce la vostra forcella e il vostro telaio fornisce delle indicazioni generiche sul Sag e non conosce i terreni su cui pedalate, a che velocità li affrontate e se fate bunny-hop o drop, per cui sono, appunto, delle indicazioni generiche.

Una Mtb full da Xc può avere un Sag che oscilla fra il 5 e il 10%, mentre su una trail bike da 150 mm il Sag oscilla fra il 25 e il 30% e su una Mtb da enduro da 170 mm fra il 30 e il 40%, cioè c’è maggiore libertà di sperimentazione al crescere del travel.
Questa forbice di valori è a nostra disposizione per adeguare il comportamento delle sospensioni alle nostre esigenze.
A dirci se serve più o meno Sag, ovvero sospensioni più o meno dure, sono gli O-ring sugli steli.

Il verdetto degli O-ring

Se gli O-ring sono vicini al fondocorsa e se abbiamo affrontato un percorso con salti allora abbiamo due diverse valutazioni da fare.

La prima, dovremmo valutare di ridurre il Sag, cioè aumentare la pressione della forcella, ad esempio, se i salti affrontati sono di un livello di difficoltà uguale o più basso rispetto al nostro solito.
Quindi, meglio “indurire” le sospensioni.

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La seconda, dovremmo valutare di tenere il Sag a questo valore se i salti affrontati sono il massimo che possiamo-sappiamo fare.
Cioè, se abbiamo raggiunto il nostro limite tecnico.

E’ cruciale capire che il Sag della sospensione dipende prima di tutto dalle specifiche della sospensione stessa, ma in seconda battuta anche dal terreno sul quale si trova il biker, dalle sue capacità tecniche e da quelle della bici. 
E’ con l’esperienza e la curiosità che si riesce ad acquisire e ad affinare l’abilità nel “sentire” le sospensioni.

Non solo salti, ma anche in curva

Qui entriamo in un ambito un po’ più tecnico e complesso, ma vi confesso che è la situazione che prediligo per “sentire” davvero il Sag delle sospensioni.
Sono in discesa, ho il reggisella telescopico tutto giù e mi trovo in una curva stretta con fondo molto irregolare, con qualche gradino di roccia e radici.
In questa circostanza è cruciale che sulla ruota anteriore ci sia una certa quantità di peso corporeo per garantirle grip e direzione.

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E quali reazioni mi aspetto dalla forcella?

La forcella non deve affondare troppo per evitare di sbilanciarmi in avanti, chiudendo l’angolo di sterzo e riducendo il feeling e la sicurezza con la guida.

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Nè la forcella deve restare troppo su, altrimenti non riuscirebbe a copiare le asperità e renderebbe più difficile il compito della ruota anteriore di superare gli ostacoli.
Quindi per verificare che una sospensione abbia un Sag soddisfacente affronto, ogni volta che esco in bici, sempre lo stesso tratto di sentiero in curva che è diventato il mio riferimento.

Ok il Sag, ma poi c’è anche l’idraulica…

E non solo l’idraulica, ma anche il volume della camera positiva della forcella e dell’ammortizzatore.
Le regolazioni, insomma, sono tante e sembrano non finire mai.
O addirittura sembrano sovrapporsi le une alle altre.

Il punto di partenza, però, rimane sempre lui, il Sag.

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Sulle numerose regolazioni dell’idraulica abbiamo realizzato diversi articoli che trovate linkati qui in basso, ma, ripeto, è la pressione nella forcella e nell’ammortizzatore il vero punto di partenza.
Come detto all’inizio dell’articolo, dopo la pratica trovate la teoria sul Sag della sospensione. 

Il Sag della sospensione: cos’é?

Innanzitutto cos’è il Sag?
Il Sag è definito come affondamento statico della sospensione, ossia la compressione della sospensione dovuta al peso del ciclista e della sua attrezzatura (zaino, casco, scarpe e quant’altro).
Questa compressione, misurata in mm o in % di travel della sospensione, deve corrispondere al valore, espresso in mm oppure in percentuale di escursione, dichiarato dal costruttore del telaio per consentire alla sospensione (specialmente quella posteriore) di funzionare in modo corretto.

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Per la maggior parte dei telai viene indicata una forbice di valori per il Sag, proprio perché più Sag oppure meno Sag cambia il comportamento della sospensione.
Ovvero, il tema di questo articolo.

Per ottenere il valore di Sag richiesto si agisce sul precarico della sospensione, ovvero si varia la pressione dell’aria oppure il precarico della molla (cioè, per capirci, la compressione che le si impone tramite una ghiera), se non addirittura la costante elastica della molla.

In generale al crescere dell’escursione di una sospensione (forcella o ammortizzatore) aumenta anche la % di Sag, andando dal 5-10% di una full da Xc fino al 40% di una full da Dh.
Di seguito un video che vi mostra come regolarlo:

Quale escursione considerare per il Sag?

Precisazione doverosa: il Sag si calcola sull’escursione dell’ammortizzatore e non dell’intera sospensione. Quando si dice "Sag del 25%" significa quello che vedete nella foto in basso, cioè l’O-ring si ferma sulla tacca del 25%.

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Ovvero si considera il 25% della corsa dell’ammortizzatore.
Che è molto inferiore rispetto alla corsa della sospensione posteriore.

Perché è importante rispettare il Sag?

Partiamo dalla sospensione posteriore con il ciclista seduto sulla sella.
Semplificando al massimo, la sospensione deve bilanciare la forza che il ciclista applica sui pedali, il peso del ciclista e le sollecitazioni provenienti dal terreno.
Queste tre forze risultano in equilibrio quando la sospensione è compressa di un tot millimetri, ossia quando si trova nella posizione di Sag.

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Sag eccessivo: il testimone è molto in alto e la corsa utile durante la guida si riduce di molto. Occorre aumentare il precarico, ovvero la pressione della forcella.
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Ecco un valore di Sag bilanciato per una forcella da 160 mm di escursione

Durante l’uso normale della Mtb le cose si complicano un po’, perché entrano in ballo la frenata, il trasferimento di carico generato dalla frenata, i movimenti del biker durante la guida e, ultima ma non ultima, la fluidità dei suddetti movimenti.

Il punto di partenza

Per iniziare a personalizzare il valore del Sag sono necessari questi passaggi:

- conoscere il valore di Sag (in mm o in %) suggerito dal costruttore del telaio e della forcella;
- gonfiare le gomme alla pressione di esercizio;
- conoscere il comportamento delle sospensioni impostate con il Sag suggerito dal costruttore.

Per quanto riguarda i suggerimenti di taratura vi invitiamo a dare uno sguardo alle indicazioni di Fox, RockShox e Ohlins.

A questo punto si possono prendere in considerazione una serie di valutazioni e di modifiche restando, però, vicino al valore di Sag suggerito.
Andare molto oltre questi valori (cioè passare da un Sag suggerito del 25% a un Sag del 35-40%) significherebbe impedire alla sospensione di funzionare in modo corretto.



Come il Sag influisce sulla sospensione posteriore

Mentre il Sag sulla forcella influisce sulla dinamica di guida alterando l’angolo di sterzo e, quindi, il trasferimento di carico in frenata e/o in discesa, sulla sospensione posteriore le cose si complicano un po’.
Ogni sospensione posteriore, infatti, deve fare i conti con:

  • - le sollecitazioni del terreno che passano attraverso la ruota posteriore;
  • - le sollecitazioni del terreno che provengono dalla ruota anteriore;
  • - la pedalata del biker;
  • - l’azione dei freni, in particolare del posteriore;
  • - la posizione del biker da seduto (cioè mentre pedala);
  • - la posizione del biker sui pedali (cioè mentre guida);  
  • - lo stile di guida e la fluidità di guida del biker. 

Fra quelle elencate sono soprattutto le ultime 2 voci quelle sulle quali ci concentreremo, ossia quelle che influiscono sulla confidenza di guida e che ci permettono di migliorarla.

Prima di entrare nei dettagli, do per scontato che l’assetto in sella (larghezza del manubrio, lunghezza dell’attacco manubrio, diametro delle manopole, etc) che avete sulla vostra Mtb sia quello corretto.
Cioè, quello che vi fa sentire a vostro agio e che non vi crea indolenzimenti nelle uscite più lunghe. Quindi, in che modo il Sag è correlato con la confidenza di guida?

La posizione del ciclista influisce sul Sag

Durante la pedalata il baricentro del ciclista rimane più o meno sempre nella medesima posizione.
Se il terreno diventa accidentato il ciclista, per agevolare il superamento degli ostacoli, sposta di continuo il baricentro, coinvolgendo così nella guida anche busto, braccia e testa.

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Durante la guida, cioè con il ciclista in piedi sui pedali, lo spostamento del baricentro si verifica con maggiore velocità e frequenza, d’accordo anche con la pendenza e la difficoltà del sentiero.
Quindi, il baricentro si sposta di continuo durante le varie fasi della guida di una Mtb e le sospensioni ne sono direttamente e profondamente interessate.

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Lo stile di guida del ciclista influisce sul Sag

La posizione del ciclista rispetto alle due ruote è anche un fatto di stile di guida.
Chi ha una guida più aggressiva in discesa, ad esempio, tende a spostare di più il peso sulla ruota anteriore, per aumentarne il grip e la precisione.
Questo può comportare un Sag minore sulla forcella (cioè, per capirci, la forcella è più dura) e/o un Sag maggiore sull’ammortizzatore (tradotto: ammortizzatore meno duro).

In generale, quindi, ogni variazione sul Sag va effettuata rispettando il bilanciamento di taratura fra forcella e ammortizzatore.
Qualora ci fosse uno sbilanciamento sarà lo stile di guida del biker a compensarlo, come nell’esempio di prima, e/o la taratura idraulica delle sospensioni.

Se siete arrivati a leggere fin qui vi dico bravi, perché vuol dire che l'argomento vi affascina e che siete disposti a sperimentare nuove tarature e setup sulla vostra Mtb.
Di seguito trovate una raccolta di articoli che può soddisfare il desiderio di saperne di più sulle impostazioni della Mtb e in particolare sulla tecnica di guida oppure consigli di guida.

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Sull'autore
Simone Lanciotti

Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.

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