VIDEO - Come scegliere il casco da Mtb e prendersene cura? Ecco 4 consigli...

Nicola Checcarelli
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Come scegliere il casco da Mtb?
O meglio, come scegliere quello più adatto alle proprie esigenze?
Quali sono le differenze tra un casco top di gamma da oltre 200 euro e uno entry level?
Quali sono i dettagli più importanti da tenere in considerazione, oltre l’aspetto estetico?

scegliere il casco da Mtb
Articolo realizzato in collaborazione con Daniele Concordia



Con questo articolo cercheremo di rispondere a queste (e altre domande), ma anche (anzi, soprattutto), di sensibilizzare gli appassionati all’utilizzo del casco.
Non importa che usiate la bici da strada o la Mtb, lo facciate per sport o per andare al lavoro.
Il casco è uno strumento di sicurezza indispensabile e tutti dovrebbero indossarlo.
Sempre!

Se alla lettura preferite un video, qui sotto abbiamo parlato di come scegliere il casco da strada e da Mtb e, grazie ai consigli di Abus, abbiamo cercato di dare qualche dritta anche su sicurezza e manutenzione.

1 - Quali differenze tra i caschi top di gamma e quelli più economici?
L’aspetto che salta maggiormente all’occhio e che più sconcerta, soprattutto chi si è avvicinato da poco al mondo del ciclismo, è la differenza di prezzo tra i vari modelli, anche di uno stesso marchio.
A cosa è dovuta questa differenza? Il prezzo incide anche sulla sicurezza?
In realtà, per fortuna, in termini di sicurezza non ci sono sostanziali differenze, poiché per essere commercializzati in Europa i caschi devono superare dei rigorosi test. La cosa fondamentale, prima dell’acquisto, è controllare sempre che all’interno del casco sia riportato il marchio relativo alla certificazione CE.

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Per correttezza, come ci hanno spiegato in Abus, i test possono essere superati con diversi punteggi. E’ chiaro che un casco che ha ottenuto il “massimo dei voti” offre qualcosa in più in termini di sicurezza.

Le differenze di prezzo, però, sono legate soprattutto alla qualità dei materiali impiegati e ai dettagli che incidono su comfort e leggerezza.
Facciamo alcuni esempi: qualità del materiale usato per imbottiture e cinghietti, leggerezza e facilità di azionamento dei sistemi di ritenzione, presenza di meccanismi di regolazione aggiuntivi, come ad esempio la regolazione verticale.
Nei caschi più economici, addirittura, non troviamo una differenziazione per taglie, ma una misura unica…

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Anche la presenza del sistema MIPS può essere una discriminante, che incide sia sul prezzo che sulla sicurezza.

Altri piccoli dettagli riguardano la presenza della retina anti-insetti oppure di alloggiamenti per collocare gli occhiali quando non li si indossa. Per alcuni possono rappresentare plus quasi inutili, per altri sono fondamentali.
Dipende dal tipo di utente.

Tra gli aspetti da non sottovalutare, infine, c'è anche quello della visibilità. Se girate spesso su strada o su sterrati trafficati, meglio scegliere un colore acceso o, comunque, un casco che abbia inserti riflettenti sulla parte posteriore.

E’ ovvio che l’utente più evoluto o l'agonista che macina tanti chilometri sarà più attento alla leggerezza e al comfort, poiché deve tenere il casco in testa per parecchie ore.
In questi casi i dettagli possono fare la differenza e può valere la pena spendere qualche decina di euro in più.

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Chi ha iniziato da poco, o non si cimenta in uscite oltre le due ore, apprezza meno questi aspetti e può optare senza problemi per un prodotto di qualità, ma di prezzo più contenuto.

Infine, per concludere il discorso sul prezzo, c’è da tenere conto che i caschi più evoluti sono frutto di un’importante attività di ricerca e sviluppo. Pensiamo, ad esempio, all’attenzione che negli ultimi anni viene rivolta all’aerodinamica, alla protezione nei punti strategici e alla canalizzazione dei flussi d’aria per migliorare la ventilazione.
Ricerca e sviluppo hanno un costo che, nella maggior parte dei casi, viene fatto ricadere sui prodotti top di gamma.

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2- Scegliere il modello in base all’utilizzo
Parlando di fuoristrada, bisogna distinguere l'uso del casco in base alle specialità.
Chi pratica Xc o Marathon seguirà una filosofia più simile a quella del mondo road, quindi va bene un casco "versatile": abbastanza leggero ed areato, ma protettivo nei punti giusto (tempie e zona posteriore). Un esempio potrebbe essere lo StormChaser di Abus.
Sconsigliamo i modelli "aero" studiati per le gare veloci su strada, infatti questi sono spesso meno areati e non proprio adatti alle basse velocità della Mtb, soprattutto nella stagione calda...

scegliere il casco da Mtb
L'Abus StormChaser è un ottimo compromesso tra areazione e protezione. Inoltre il prezzo non è troppo elevato (129,95€)

Il discorso cambia se parliamo di trail riding, specialità in cui serve un casco più robusto e più protettivo nella zona posteriore, meglio ancora se munito di visiera. Un esempio potrebbe essere il Montrailer ACE MIPS di Abus.

Abus Montrailer Ace Mips
Abus Montrailer ACE MIPS

Altro capitolo a parte è quello dell'enduro: nelle gare è obbligatorio usare il casco integrale, ma se vi piacciono i trail "estremi" e le alte velocità, ve lo consigliamo anche se non partecipate alle competizioni, magari con maschera abbinata. O in alternativa optate per un modello con mentoniera removibile, da smontare in salita e rimontare prima della discesa.

In sintesi, non guardate solo l'aspetto estetico e scegliete il casco giusto per le vostre reali necessità.

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3- Scegliere la misura e indossarlo nel modo giusto
La scelta della corretta misura è importante quanto quella del modello.
I caschi sono un po’ come le scarpe, ovvero non tutti calzano allo stesso modo e non tutti si adattano perfettamente alla vostra testa.
Quando possibile, dunque, il consiglio è di provarli con attenzione, cercando di capire qual è la taglia più adatta a voi.

Il casco deve essere aderente, ma non generare punti di pressione, poiché alla lunga questi potrebbero dare fastidio.
Inoltre, al momento dell’acquisto, considerate la necessità di avere un piccolo margine nella regolazione, che potrebbe tornavi utile in inverno con l’uso del sottocasco.

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Fondamentale, insieme alla scelta della corretta misura, è il modo in cui il casco viene indossato.
Per i più esperti questa raccomandazione può sembrare banale, ma in realtà non è così.

Ci capita spesso di vedere caschi indossati male, troppo in avanti o troppo indietro.
Qualche volta, anche se stenterete a crederci, abbiamo visto anche qualcuno indossarli al contrario...

Il casco deve essere centrato (foto sotto), per proteggere bene sia la zona temporale sia la nuca e ben serrato in testa.

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Una regolazione importantissima è quella dei cinturini, che una volta allacciati devono garantire la corretta ritenzione del casco in caso di caduta.
Comprendiamo che all’inizio potrebbero essere un po’ fastidiosi sotto il mento, ma tenerli troppo lenti significa rendere quasi inutile l’uso del casco.
Forse è scontato, ma mai indossarlo senza allacciarlo!

L’ultima raccomandazione riguarda chi ha i capelli lunghi: Abus, che ci ha aiutato nella stesura di questo articolo, si è raccomandata che il casco venga indossato sulla testa e non “sui capelli”.
Cosa significa? Che chi ha capelli lunghi li dovrebbe raccogliere e fare uscire dalla parte posteriore, in modo che la calotta del casco sia più vicina possibile alla testa.

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4- Sicurezza e manutenzione
In termini di manutenzione, i consigli da dare riguardano l’igiene e la pulizia, ma anche la "conservazione" del casco.
Vi consigliamo di riporlo in luoghi non esposti direttamente ai raggi solari o sbalzi termici importanti (i raggi uv ed eventuali dilatazioni/contrazioni termiche possono accorciarne la vita). Per capirci, meglio non lasciarlo in macchina, sotto il sole, durante l'estate.
Inoltre, sono sconsigliati anche i luoghi troppo umidi, per evitare il proliferare di muffe sulle imbottiture.

Per la pulizia non usate prodotti solventi o aggressivi per la calotta, poiché si potrebbe facilmente rovinare.
Soprattutto in estate, lavate periodicamente i cinturini e le imbottiture interne, con acqua e sapone o con prodotti igienizzanti specifici.

In termini di sicurezza, invece, la cosa che molti non sanno è che il casco, una volta subito un urto, va buttato.

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Anche se non presenta segni evidenti di rottura, infatti, ci potrebbero essere dei danni interni che non lo rendono più in grado di assorbire in modo corretto eventuali urti futuri (ok, fate tutti gli scongiuri del caso, ma tenetelo a mente).

Questo articolo è stato realizzato in collaborazione con Abus, una delle aziende leader nel mondo dei caschi da bici, che tra l’altro realizza alcuni dei suoi prodotti in Italia, come lo StormChaser, il GameChanger e l’AirBraker.

Per informazioni Mobil.Abus.com

Qui i modelli Abus da Mtb più rappresentativi:

Qui un articolo sulla scelta del casco da enduro aperto, chiuso o ibrido:

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Sull'autore
Nicola Checcarelli

Ho iniziato a pedalare da bambino e non ho più smesso. Ho avuto la fortuna di fare della bici il mio lavoro, ricoprendo vari ruoli in testate di settore, in Regione Umbria per la promozione del turismo in bici, in negozi specializzati. La mia vocazione è per la bici da strada, di recente anche il gravel e infine la Mtb

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