COMANO TERME - Quella Gary Fisher di Paola Pezzo (in particolare una Gary Fisher Genesis) ha fatto sognare migliaia di biker e di appassionati di sport in tutto il mondo.
Ma soprattutto, lei, Paola Pezzo, in sella a quella bici ha fatto emozionare ed esaltare noi, biker italiani, che nel 2000, alle Olimpiadi di Sidney, tifavamo per lei e speravamo nella doppietta d'oro.
Dopo i Giochi di Atlanta nel 1996, dove la Mtb fece il suo debutto fra gli sport olimpici, le aspettative su Paola Pezzo erano molto alte.
E lei, per non deluderle, si preparò alla grande, anzi, alla stra-grande.
E un po' del merito di quella vittoria va anche alla bici con la quale Paola vinse quel giorno a Sidney e proprio l'altro giorno, a sorpresa, mi è capitato di incontrare lei e quella bici in un evento che vi sveleremo solo più avanti.
Per ora vi lasciamo al video nel quale è proprio lei, Paola Pezzo, a parlarci della sua bici e di quella gara di 19 anni fa.
Sulla bici, però, c'è ancora molto da dire e lo facciamo raccontandovelo nelle didascalie delle foto pubblicate più in basso.
Una delle cose che più mi ha stupito è questa Gary Fisher Genesis pesava circa 9 Kg, cioè un peso che 19 anni fa era davvero un grandissimo risultato, soprattutto se si considera che non era una vera e propria hardtail...
Paola Pezzo non ha mai voluto lavare questa bici e l'ha gelosamente custodita fino ad oggi. Un legame affettivo indissolubile!
Infatti si limitò ad usare solo la mediana e la più grande. La più piccola, quella da 22 denti, era per le salite più lunghe e ripide che nella gara Xc olimpica del 2000 non trovò.
La prima debuttò nel 1990, proprio in occasione dei Campionati del mondo di Durango.
Quel 17, per il quale in molti avrebbero fatto follie per non averlo sulla propria bici, in realtà portò fortuna a Paola. E quel numero così alto sta a ricordare che Paola, nel 2000, non gareggiò molto proprio per risparmiarsi per la gara di Sidney. Motivo per cui il suo punteggio Uci non le permise di avere un pettorale con un numero più basso.
Insomma, quella Gary Fisher di Paola Pezzo ci dice che sono passati 19 anni e la Mtb non si è fermata un attimo.
Non voglio destare malinconie, né parlare dei "bei tempi andati" perché non credo sia questo il punto.
Il punto semmai è sorridere, meravigliarsi e capire come eravamo e quali bici sognavamo circa 20 anni anni, ossia un paio di ere geologiche fa se parliamo di tecnologia, ma il biker, l'uomo, l'atleta è sempre lo stesso.
L'impegno, la dedizione e la passione che questo mezzo richiede, qualunque esso sia, è sempre la stessa.
La tecnologia è al nostro fianco, è un supporto, non è il fine, perché il fine per chi gareggia, lo sappiamo, è sempre lo stesso: essere davanti a tutti.
E Paola Pezzo e tutti gli atleti della sua epoca lo facevano con mezzi come questo, anche meno raffinati.
Se vogliamo è parlare di storia e questo mi dice che anche la Mtb, seppur la più giovane bici nella storia del ciclismo, inizia ad avere una storia.
Portata avanti con dignità e il solito pizzico di follia che l'ha sempre contraddistinta.
Felice di farne parte, insieme a tutti voi.
Se, come me, siete dei biker dai primi anni Novanta vi invito a mettere alla prova le vostre conoscenze tecniche e la vostra passione sulle Ruote Grasse partecipando a questo quiz...
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Sull'autore
Simone Lanciotti
Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.