TEST - Urge Supacross: non chiamatelo casco da Xc

Simone Lanciotti
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L'Urge Supacross non è solo un casco da Xc, ma un modello che, nelle intenzioni del produttore, percorre una strada tutta sua.
Il concetto che questo casco vuole trasmettere è “cross your country” e quindi ha una connotazione non solo racing, ma anche escursionistica.
Nella gamma Urge mancava un modello “più facile” dell’All-M e il Supacross va a colmare proprio questa lacuna.
Come tutti gli altri modelli della linea francese, ha in dote una linea originale, anzi, talmente originale da destare reazioni contrastanti: o lo ami o lo odi.
O ti conquista oppure nemmeno lo consideri.

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Eppure con questo modello Urge ha cercato di razionalizzare l’approccio, pensando, a soluzioni più tradizionali.
La feritoia a oblò e alcuni tratti che ricordano le linee aggressive di un automobile lo rendono immediatamente riconoscibile come un casco Urge, ma l’assenza di una visiera lo identifica come un casco da Xc racing moderno.
La linea è essenziale e fa di tutto per passare inosservato, ma appena lo si guarda da vicino si scoprono dettagli anche raffinati.

Il Supacross è il primo casco Urge ad avere la regolazione posteriore della calzata.

Il Supacross è il primo casco Urge ad avere la regolazione posteriore della calzata.

Regolazione posteriore
E’ il primo casco Urge ad avere una regolazione posteriore della calzata micrometrica e testimonia la razionalizzazione dell’approccio di cui si parlava prima.
Il Supacross è più comodo da calzare di altri modelli della casa.
Le taglie disponibili sono due: S/M (54-57cm) e L/XL (58-60cm).
Il modello da noi provato è di taglia L e cambiando l’imbottitura (fornita con il casco) è possibile salire alla taglia XL.

Una volta indossato, il Supacross "sparisce": la visiera appena accennata non intralcia la visuale e le dimensioni del casco sono molto contenute.

Una volta indossato, il Supacross "sparisce": la visiera appena accennata non intralcia la visuale e le dimensioni del casco sono molto contenute.

Quella visiera un po’ così…
Se siete abituati ai caschi classici, ossia con visiera, abituatevi a una visuale diversa e senza ostacoli.
La visiera è solo accennata, ma somiglia più a un becco e ha solo una funzione di “bilanciamento estetico”.
Il fatto di non vederla con lo sguardo mentre si indossa il Supacross contribuisce a farvelo dimenticare una volta messo in testa.
L’ingombro ridotto all’osso a noi è piaciuto molto.

All'interno del casco è possibile vedere le canalizzazioni per i flussi d'aria. La ventilazione è più curata e di discreto livello.

All'interno del casco è possibile vedere le canalizzazioni per i flussi d'aria. La ventilazione è più curata e di discreto livello.

Ventilazione canalizzata
Parlando di Xc e di escursionismo non si può non prestare attenzione alla ventilazione. Se si deve stare in sella per diverse ore un casco comodo e ventilato è quanto meno necessario.
Sulla parte frontale non ci sono feritoie vistose, ma sono sufficienti per una discreta canalizzazione dell’aria.
A differenza, ad esempio, dell’Endur-O-Matic il Supacross mostra un’attenzione molto maggiore all’efficacia della ventilazione.

La feritoia a oblò è uno dei tratti caratteristici della gamma Urge.

La feritoia a oblò è uno dei tratti caratteristici della gamma Urge.

Leggero e spartano
Nel catalogo Urge è si colloca come casco da Xc (e poco oltre) e il peso è interessante: 277 grammi.
La comodità è della calzata è garantita soprattutto dalle imbottiture di ottima qualità: comprimendosi riescono ad adeguarsi alla forma della testa del biker con il risultato che il casco resta bene in posizione senza stressare chi deve pedalare.
La cura dei dettagli non è eccellente e sembra quasi che a Urge interessi relativamente poco. Non si può dire che sia costruito male, ma piuttosto che è spartano.
Elegante, sì, ma senza compromessi e senza civetterie.
E’ ecologico e costruito con materiali riciclati per la calotta e, pertanto, il Supacross è così, prendere o lasciare.
Tornando al discorso iniziale, o ti conquista o desta indifferenza.

Un dettaglio dell'imbottitura interna Gangsta Pad: il suo spessore permette di regolare la taglia.

Un dettaglio dell'imbottitura interna Gangsta Pad: il suo spessore permette di regolare la taglia.

In conclusione…
La cosa che stupisce di questo caso è l’ingombro minimo una volta indossato. Sembra quasi di non averlo. Pedalando, se si guarda la propria ombra sul terreno, sembra quasi di non indossare il casco.
Si vede l’impegno di Urge nel contenere l’impatto estetico, ma anche ambientale.
L’originalità del progetto e la leggerezza, però, si pagano: 139€.
Tanto? Poco?
In assoluto non è poco, ma sta a voi decidere qual è il prezzo che siete disposti a pagare per essere originali e soprattutto per acquistare un casco che, una volta allacciato, ci si dimentica di avere in testa.

Per informazioni www.urgebike.com oppure www.dsb-bonandrini.com

Per conoscere più da vicino i dettagli del casco vi rimandiamo all'articolo e ai video di presentazione pubblicati qualche settimana fa.

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Sull'autore
Simone Lanciotti

Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.

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