INTERVISTA DOPPIA - Andrea Tiberi e Damiano Ferraro: due "ex pro" a confronto

Daniele Concordia
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Intervista doppia a Andrea Tiberi e Damiano Ferraro.
Crosscountrista il primo, marathoneta il secondo.
Potenza e tecnica allo stato puro il primo, fisico esile e numeri da scalatore il secondo.
Biker nel DNA il primo, ex stradista innamorato del fuoristrada, il secondo.
Due profili apparentemente opposti, giusto?
Eppure questi due atleti hanno una cosa in comune: nelle scorse settimane, entrambi hanno annunciato l'addio alle competizioni.
Quindi, perché non mettere a confronto i due atleti e i loro mondi (Xc e Marathon) in stile “Iene”?
Pronti? Via!

 

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TIME TO SAY GOODBYE !!! Questo weekend la @capoliverilegendcup sara’ la mia ultima gara. E’ stato un viaggio lungo e bellissimo, ma ogni cosa ha il suo tempo. E’ arrivato il momento di scendere di bici e aprire una nuova parentesi della mia vita. GRAZIE a tutto il team @teamtrekpirelli . GRAZIE a tutti gli sponsor. GRAZIE alla mia famiglia. GRAZIE agli amici. GRAZIE a tutte le persone che ho conosciuto, e quelle con cui ho collaborato durante tutti questi anni. GRAZIE al mio allenatore Paolo Santello di @sptrainingnutrafit per il percorso fatto assieme, ma soprattutto per il rapporto umano instauratosi. GRAZIE al mio amico nonché team manager @marcotrentin80 per questi anni passati assieme. Sembra ieri quel giorno dove tutto è iniziato e invece sono passati quasi 10 anni. Avanti così !!! GRAZIE, a presto. • • • @trekbikes_italia @trekbikes @pirelli_cycling @tonellosrl @autovega @fizikofficial @envecomposites @santini_cycling @ridebontrager @fsa_mtb @crankbrothers @ride100percent @fox @ingridcomponents @garminitaly @secrettrainingcc @avscycling @esigrips @amg_distributore @chameleonskin.bike @andreanigroup @tubolight @magura_official @rmscicloebike #trekpirelli #trekbikes #pirellicycling #tonello #benexe #autovega #fizik #enve #santinisms #bonometticamper #bontrager #compositex #advnet #crankbrothers #secrettraining #ingridcomponents #foxsuspension #fsa #ride100percent #garminitaly #esigrips #avscycling #chameleonskin #andreanigroup #tubolight #garmin #fsamtb #magura #whostopsyou #bonometticamper #rmsciclo

Un post condiviso da Damiano Ferraro (@damianoferraro) in data:

 

- Quando hai pensato al ritiro?
Tiberi: Più che “pensato al ritiro”, a suo tempo, ho pensato a quanto ancora avrei voluto correre e per quanti anni mi sentivo ancora di poter lavorare duramente per rimanere ad alto livello. Era la fine del 2016, dopo la partecipazione olimpica decisi che avrei fatto ancora un “ciclo olimpico”, che sarebbe terminato in questo 2020. Poi non è andata esattamente così, ma ho mantenuto l'impegno fino a quest'anno...
Ferraro: la decisione l'ho presa questa estate.

- I motivi principali della decisione?
T: Per me andare avanti avrebbe avuto senso finché avrei potuto rimanere nel massimo circuito professionistico e fino a quando il rimanere lì avrebbe avuto un senso. Sapevo che questo era direttamente correlato con la motivazione e la voglia di lavorare e faticare, quindi mi ero dato come obbiettivo questi ultimi quattro anni. Era ciò per cui ero motivato.
F: Il motivo principale sono stati alcuni problemi fisici che negli ultimi 4 anni durante la stagione non mi hanno permesso continuità di rendimento, e a lungo andare hanno pesato tanto a livello mentale.

Andrea Tiberi e Damiano Ferraro

Andrea Tiberi durante le Olimpiadi di Rio 2016



- Il fattore “lockdown” ha influito sulla decisione? O era in programma già da prima?
T: Al contrario... Il fattore lockdown per un attimo mi ha fatto riflettere su un’eventuale prolungamento in realtà, diciamo che se la stagione non fosse ripresa per niente, allora probabilmente mi sarei fissato ancora qualche obbiettivo per il 2021, non avrei accettato di ritirarmi senza vivere “Quel momento”.
F: Già da un paio d’anni avevo pensato che il 2020-2021 potesse essere l’anno buono per chiudere, anche perché non ho mai voluto smettere tardi. Durante il lockdown c’avevo pensato, alla riapertura però stavo bene e con Marco Trentin avevamo parlato per fare un altro anno o arrivare almeno fino alla Cape Epic, ma poi il fisico per l’ennesima volta non mi ha sorretto e ho deciso di chiudere.

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Damiano Ferraro in un'immagine di archivio, sul traguardo della Cape Epic

- A bocce ferme, come giudichi la tua carriera?
T: Le bocce si devono ancora fermare, sono state in movimento per troppo tempo... Scherzi a parte, col senno di poi ovviamente ci sono tante, tantissime cose che uno pensa avrebbe potuto fare meglio facendo scelte diverse, ma sono contento dei risultati che ho raggiunto in carriera e penso che alla fine, tutto quello che mi è capitato in questi 20 anni sia servito a formare l’uomo oltre l’atleta e oltre ai risultati, sono contento anche dell’uomo che ne esce.
F: Ho iniziato correndo su strada, poi la Mtb è arrivata quasi per gioco, quindi tutto quello che ho raggiunto in questi anni lo ritengo veramente molto importante essendo partito da zero. Ripensando a tutto, posso ritenerla ottima.

Andrea Tiberi e Damiano Ferraro

- Il momento più bello di questi anni da corridore?
T: L’inizio dell’inverno del 2016, arrivavo dalla mia stagione migliore di sempre, ero tra i migliori 10 al mondo, mi preparavo per la stagione olimpica e mi sentivo forte come mai mi ero sentito prima.
F: Il 5° posto al campionato del mondo marathon 2015 alla Hero.

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Ferraro dopo l'arrivo del mondiale Marathon 2015 a Selva di Val Gardena

- E quello più brutto?
T: E’ curioso constatare come il momento più bello e il più brutto fossero così vicini tra di loro: nel giro di neanche un mese, sono passato dal sentirmi invincibile a provare paura vera per la diagnosi di carcinoma tiroideo e la conseguente asportazione della tiroide. Il febbraio di quell’anno è stato il momento più buio della mia carriera e avrebbe condizionato quella stagione e tutte quelle a seguire (ne avevamo parlato QUI, ndr).
F: I problemi fisici degli ultimi anni che non mi hanno permesso continuità di crescita e di risultati. Vi assicuro che andare alle corse e saper di non poter rendere più dell’80% è una cosa che ti affonda psicologicamente.

Andrea Tiberi e Damiano Ferraro

Per Tiberi, il 2016 è stato l'anno più difficile, non solo per la sua carriera, ma anche per la sua vita...

- Hai qualche rimpianto o qualche rimorso?
T: Ho iniziato a dedicarmi al 100% all’XC, in termini anche di preparazione, solo nel 2013, vorrei che in Italia ci fosse stata una mentalità diversa negli anni in cui sono cresciuto nelle categorie giovanili e nei primi anni da elite e che quella dedizione totale fosse arrivata prima, invece purtroppo per tanti anni c’è stata un’attività un po' confusa tra Xc/Granfondo/Marathon, che ha impedito alla mia generazione, (a parte Fontana, che è stato gestito con un approccio decisamente all’avanguardia) di sviluppare qualità specifiche importanti per eccellere in una disciplina difficile e competitiva come l’Xc.
F: Mi sarebbe piaciuto smettere facendo un’annata di livello, ma purtroppo non ci sono riuscito.

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- La bici “migliore” con cui hai corso, o quella che comunque ti rimarrà nel cuore?
T: L’evoluzione sui mezzi da gara è continua ed importante e quindi tendenzialmente mi viene sempre da dire che la bici migliore è quella che sto usando in questo momento, però se devo fare una considerazione relativizzando la bici con il suo periodo, la full di FRM, con cui ho corso le stagioni 2014, 2015 e 2016. In quegli anni era un prodotto davvero performante e all’avanguardia.
F: Trek Supercaliber, che soddisfazioni, pazzesca davvero.

Andrea Tiberi e Damiano Ferraro

La FRM Anakin Full che utilizzava Tiberi nel 2015

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La Supercaliber 2020 di Ferraro in allestimento speciale per il Team Trek-Pirelli.

- E la “peggiore”, o quella con cui ti sei trovato meno bene?
T: Non si dice però posso dire che i primissimi anni in cui correvo ho iniziato su certi cancelli... Altro che le bici top di gamma su cui vedo i ragazzini di 12-13 anni adesso.
F: Premettendo che ho sempre avuto noie alla schiena fin da bambino, la GT Zaskar nel 2012 andava benone, ma era rigidissima e mi ha fatto soffrire abbastanza.

- Preferisci la front o la full?
T: Full tutta la vita. Però sulla front bisogna crescerci, è una grande scuola.
F: Full tutta la vita, comoda, divertente, permissiva.

Andrea Tiberi e Damiano Ferraro

Ferraro in sella alla GT Zaskar (26 pollici) nel 2011. Foto: Treviso Mtb.

- Salsicciotti: sì o no?
T: Con i prodotti attuali (peso irrilevante e poca riduzione di volume d’aria) non c’è più nessun motivo per non usarli.
F: Li ho usati veramente poco, se non sbaglio solo una volta alla Cape Epic per sicurezza. Per il mio stile mi sono sempre trovato bene senza, ritengo che nell’Xc siano molto più importanti rispetto ad una marathon.

Qui un approfondimento sui "salsicciotti".

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Negli ultimi anni, Andrea Tiberi ha "sconfinato" anche in avventure Gravel ed "elettriche", apprezzando ancora di più alcune soluzioni tecniche di ultima generazione come telescopico, inserti, cerchi larghi e così via...

- Cambio elettronico o meccanico?
T: Sono un romantico, meccanico.
F: Elettronico, dopo averlo provato tornare indietro è quasi impossibile.

- Telescopico sì o no?
T: Idem come per i salsicciotti, con i prodotti disponibili in questo momento, non c’è più motivo per non usarlo.
F: Stesso discorso del salsicciotto, io l’ho usato veramente poco, ma ritengo che sia importante averlo. Sulla mia prossima Mtb lo monterò sicuramente.

Andrea Tiberi e Damiano Ferraro

Eccolo in sella alla sua "amata" Santa Cruz Blur (qui il nostro test) con reggisella telescopico FSA Flowtron.

- Gomma scorrevole o tassellata?
T: In ambito gara sono sempre stato per individuare il giusto compromesso in base al terreno, non ho mai esagerato col tassello. In ambito trail invece tassello.
F: Scorrevole ma non troppo, di Pirelli mi piace un sacco il modello Scorpion H (qui il nostro test, ndr).

- Cerchio largo o stretto?
T: Largo. E’ stata una rivoluzione.
F: Medio-largo, sui 26/27 mm.

Qui un approfondimento sulla larghezza dei cerchi da Xc e Marathon.

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Tiberi è stato tra i primi ad utilizzare i cerchi da 30 mm (FRM in alluminio e carbonio) nelle gare di Coppa del Mondo.

- C'è un componente, un accessorio o un dettaglio in particolare, sul quale prestavi particolarmente attenzione sul mezzo tecnico?
T: Le sospensioni, sono sempre stato maniaco su quello e credo non sia un caso se andassi forte in gare tipo Nove Mesto. Su quei terreni le sospensioni in ordine fanno davvero la differenza.
F: Ho sempre montato i portaborracce King Cage in titanio, per il semplice fatto che per me non era ammissibile perdere le borracce, soprattutto in determinate gare. Mai uscita una in 10 anni. Non ho mai pesato una bici, ho sempre preferito una bici un pò più pesante ma affidabile, soprattutto sulle gomme non ho mai preso in considerazione la versione light.

- E una “fissa”, abitudine o routine pre-gara particolare?
T: Le gare che “preparavo” andavo a provarle a piedi prima di iniziare le prove in bici.
F: Nessuna fissa particolare, controllavo solamente che i perni delle ruote fossero chiusi bene.

Andrea Tiberi e Damiano Ferraro

- Il “collega” che ti mancherà di più? Anche di altri team...
T: Non posso fare un solo nome, ci sono tanti colleghi che sono amici e con i quali è stato bello e divertente condividere gare, viaggi, esperienze.
F: Con Johnny Cattaneo ho un bel rapporto e ho imparato tantissimo quando eravamo compagni di team agli inizi, e poi con Michele Casagrande è nata una bella amicizia. E pensare che prima di conoscerci bene, a pelle non ci stavamo molto simpatici.

Andrea Tiberi e Damiano Ferraro

Il "track walk" di Tiberi a Nove Mesto. Insieme a lui anche Chiara Teocchi e Martina Berta, che ascoltano i suoi consigli e osservano le linee giuste...

- E quello con il quale non sei andato mai troppo d'accordo?
T: C’è n’è uno che tutte le volte che me lo trovavo nei paraggi in gara mi faceva girare i c….i, non dico il nome ma è Austriaco, i colleghi capiranno, è così con tutti
F: Fortunatamente ho sempre avuto un buon rapporto con tutti, non saprei fare un nome.

- In allenamento: distanza o lavori. Cosa facevi più volentieri?
T: La distanza è sempre stata la parte più facile della mia preparazione, ma in realtà i lavori, quelli che mi facevano tornare a casa con la nausea, sono sempre stati quelli a darmi più soddisfazione.
F: Distanza assolutamente, fare lavori mi è sempre pesato tantissimo, ma bisognava farli...

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Damiano Ferraro e Johnny Cattaneo in una foto di archivio

- La gara preferita?
T: Nove Mesto
F: Roc Marathon/Roc d’Azur, il paradiso del biker.

- E quella che proprio non riuscivi a digerire?
T: Albstadt
F: Sellaronda Hero.

Andrea Tiberi e Damiano Ferraro

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- Cosa ti mancherà della vita da corridore?
T: Allenarmi. Mi è sempre piaciuto allenarmi.
F: Mi mancherà non pedalare più in posti belli e spesso nuovi.

- E cosa non ti mancherà per niente?
T: Dover rinunciare allo “Ski d’Printemps” (Sci alpinismo primaverile) e alle vacanze al mare in estate.
F: Non mi mancherà lo stress e il peso di certi momenti, come quando le sensazioni non erano come dovevano e la condizione non arrivava.

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- Come miglioreresti il tuo ambiente (Xc per Tiberi, Marathon per Ferraro) se ne avessi le possibilità?
T: In Italia solo qualcuno è al passo coi tempi, mi riferisco a tracciati di gara, gestione calendari, tecnici, preparatori... Un movimento all’avanguardia è un movimento che cresce atleti migliori. Lavorerei su quello.
F: Sarebbe bella una coppa del mondo vera e propria anche per il marathon, ove possibile anche nelle location dell’Xc. E poi manca un ricambio generazionale nel marathon.

Andrea Tiberi e Damiano Ferraro

- Cosa vorresti fare “da grande”?
T: Andare a sciare in primavera. E al mare in estate. E allenarmi ancora un po’
F: Il ciclismo è un mondo che adoro, mi piacerebbe rimanere in qualche azienda del settore... Vediamo che succederà. E magari continuare a seguire il team Trek-Pirelli.

Andrea Tiberi e Damiano Ferraro

Festa di fine carriera per Tiberi, al termine del campionato italiano Xc del Ciocco

“Tibi” non si sbilancia, ma vista la sua passione siamo certi di rivederlo sui campi gara in qualche altro ruolo, o comunque nell'ambiente.
Damiano, invece, ha già “confessato” di voler restare nel suo mondo e siamo sicuri che troverà la sua sistemazione.

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Andrea Tiberi e Damiano Ferraro: due ragazzi con i piedi per terra, che hanno dato parecchio al movimento Mtb italiano e che potrebbero fornire ancora il loro contributo.
Qualunque sarà il vostro destino, lo staff di MtbCult vi fa un grosso in bocca al lupo!

Qui altri articoli che parlano di Andrea Tiberi.

Qui altri articoli che parlano di Damiano Ferraro.

Qui tutte le interviste pubblicate su MtbCult.

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Sull'autore
Daniele Concordia

Mi piacciono il cross country e le marathon, specialità per le quali ho un'esperienza decennale. Ho avuto un passato agonistico sin da giovanissimo, ho una laurea in scienze motorie e altri trascorsi professionali nell’ambito editoriale della bici.

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