Soil Searching Italia: North N Line e il futuro del trail building 

Silvia Marcozzi
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Datemi una passione e solleverò il mondo. 

Si potrebbe descrivere così, parafrasando l’adagio attribuito a Pitagora, lo spirito che anima i ragazzi di North N Line, Lorenzo, Valsecchi, Gregorio Lanfranchi e Maurizio Rossi, protagonisti del terzo capitolo del progetto Soil Searching di Specialized.
Un gruppo di amici, prima di ogni altra cosa, uniti dall’amore per la mtb, praticata nei boschi di casa, nel lecchese.



Animati come molti biker dalla fame di trail, hanno iniziato a lavorarci, in quegli stessi boschi.
A riaprire vecchie tracce ormai in disuso, a mantenere tracciati appena percorribili a piedi liberi per le bici, a disegnare nuovi percorsi.
Ma hanno capito presto che, senza il coinvolgimento del territorio, il loro lavoro di trail building e di semplice manutenzione del bosco sarebbe andato perso. 
Basta un proprietario scontento, un’associazione che protesta o un comune che si mette di traverso per mandare all’aria un progetto intero.
Una cosa assurda per chi comprende il potenziale di una trail area.

Soil Searching

Per la sopravvivenza di un territorio, per il mantenimento delle aree boschive e montagnose, per il turismo, per la funzione sociale che lo sport può avere.
E per la bellezza di sfrecciare fra gli alberi e le rocce in sella a una bici che ci salva tutti. 
È così che Lorenzo, Gregorio e Maurizio hanno deciso che queste cose andavano spiegate alle persone, che il territorio andava coinvolto.
Ed è così che due anni fa si sono costituiti in A.S.D., per darsi un’identità giuridica e poter aprire un dialogo con le istituzioni. 

- Avete scelto la via più difficile.
- Forse, ma anche l’unica che può garantire una vera crescita al movimento, che è quello che speriamo di ottenere. 

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- Com’è andata?
- Non è facile, ma più per una questione di burocrazia, di leggi che non ci aiutano a snellire le procedure di autorizzazione per le azioni che vogliamo mettere in campo. Per il resto dobbiamo dire di non avere mai trovato porte chiuse.
Le amministrazioni locali ci stanno supportando molto, in primis quella di Lecco. Pensa il sindaco di uno dei comuni dove interveniamo ci rilascia un'autorizzazione ad hoc che riconosce le finalità del nostro intervento ogni volta che facciamo manutenzione sui sentieri. Avere questo tipo di supporto è importante, se non si esce dall’illegalità non si costruirà mai qualcosa di duraturo. 

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- Avete anche stretto una collaborazione col CAI, che non sempre vede di buon occhio la presenza delle bici sui sentieri. 
- Sì, ci siamo confrontati con la sezione locale e stiamo lavorando per la convivenza pedoni/bici sui sentieri. Abbiamo conosciuto anche il presidente regionale che è una persona di vedute molto aperte ed ha subito capito l’utilità del nostro lavoro anche per chi cammina.
Il CAI ha anche riattivato una sottosezione ciclistica qui a Lecco e questo rende tutto più facile. 

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- Nel 2022 avete ricevuto il riconoscimento di IMBA Europa come “Outstanding Local Trail Crew”, che riconosce in particolare l’impatto sul territorio e la capacità di creare connessioni con altri soggetti. Un riconoscimento importante. 
- Assolutamente, ne siamo molto fieri. Nel giro di poco tempo siamo riusciti a fare rete con tanti soggetti diversi e le persone del posto iniziano a vedere le presenze legate alla mountain bike come qualcosa di positivo. E’ la base di tutto. 

- Passando al lato “operativo”, cosa fa North N Line?
- L’associazione ha due lati.
Uno di trail building e manutenzione dei sentieri e del bosco in generale. E’ quello che gestisce anche grazie ad una crew dedicata il bike park di Madesimo, e che ci impegna nel quotidiano per lo sviluppo dei sentieri del lecchese, territorio ricchissimo di possibilità in questo senso. Questa parte del lavoro comprende anche le giornate e i week end di trail building aperti a tutti che teniamo periodicamente (oltre 20 nel 2022). E’ impegnativo, ma ci dà grande soddisfazione vedere arrivare persone che magari non sanno nulla di mtb ma vogliono dare una mano a pulire il bosco. 
E poi ci teniamo a dedicare sempre una parte di questi eventi a girare in bici, che è poi quello che ci unisce tutti e lo scopo per cui ci impegniamo. 

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- E l’altro lato? 
- È quello dei corsi e delle guide. Per questa parte collaboriamo con altri ragazzi, circa una decina, per riuscire a coprire tutte le richieste. Nessuno di noi purtroppo riesce ancora a farne un lavoro a tempo pieno, quindi per avere sempre qualcuno disponibile dobbiamo metterci insieme.
E infine ci sono gli eventi, contest, pedalate libere e jam sessions, per cui ci danno una grossa mano i ragazzi di Valgredirt
Uno dei progetti per il futuro è quello di ospitare una gara di livello, per far conoscere la zona ma anche per mostrare ai local che quello che facciamo può portare presenze e rappresentare un’opportunità per tutti. 

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- Parliamo dei sentieri del lecchese. Come sono? 
- Sono sentieri piuttosto naturali, di tipo prevalentemente enduristico. Niente di troppo costruito, almeno finché non ci saranno tracciati dedicati in esclusiva alle bici, ma è anche una scelta che valorizza il nostro territorio. 
La rete sentieristica qui è enorme, e il nostro sogno un giorno è di arrivare a collegare comprensori e vallate diverse, sfruttando anche gli impianti sciistici, per garantire un’esperienza davvero unica.
Le potenzialità sono tante, con sentieri lunghi e collegabili dalla Valtellina giù giù fino al lago per finire la giornata con un aperitivo in barca.
La bici andrebbe a completare un’offerta di cui già fanno parte il kite surf e l’arrampicata, facendo dell’outdoor il punto di forza del lecchese. 

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- Organizzate anche shuttle per le risalite? 
- E’ uno degli obiettivi di quest’anno, dovremmo essere attivi a breve. Per il momento si pedala e in tanti usano le e-Mtb.

- Anche voi con le Turbo Levo fornite da Specialized che vi ha voluti coinvolgere nel programma Soil Searching
- Sì, esatto. Specialized è una collaborazione di cui siamo molto orgogliosi. La nostra attività è stata segnalata da alcuni ragazzi arrivati dalla Francia in occasione di una delle giornate di trail building che già facevano parte di Soil Searching. Ci ha fatto piacere che abbiano riconosciuto il valore di quello che facciamo.
Oggi siamo ambassador Soil Searching per Specialized, che ci supporta materialmente e con la visibilità che solo un marchio di questa caratura può avere. 

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- Vi riconoscete nei valori di Soil Seaching?
- Certo, per noi è fondamentale che si crei consapevolezza sul lavoro di trail building e in generale su come il movimento Mtb possa contribuire alla cura di un territorio. 
Noi siamo prima di tutti biker ma senza il lavoro sui sentieri non potremmo fare quello che amiamo di più, quindi l’idea di sostenere i trail builder come gli atleti è giusta. 

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- Esiste un trail building sostenibile?
- Certo, è quello che cerchiamo di far capire a tutti i soggetti con cui veniamo in contatto. Mantenere in salute un territorio non significa non toccarlo, e nemmeno significa che non debba evolvere e cambiare.
Il bosco e la montagna sono sempre stati spazi in cui l’uomo ha vissuto e operato, ed è normale che continui a farlo. Bisogna solo trovare il modo di farlo nel rispetto della natura del territorio e delle altre presenze e attività.
In questo senso una delle attività che preferiamo è quella di fare rete con altri gruppi che operano come noi, spesso ci spostiamo in altre parti d’Italia per insegnare quello che abbiamo imparato a nostra volta. 

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Insomma, la meglio gioventù del trail building ha le idee chiare sul futuro.
A loro va il nostro più grande in bocca al lupo per tutti i progetti che speriamo di vedere presto realizzati. 

Potete seguire i ragazzi di North N Line sulla loro pagina Instagram o su Facebook

Qui invece trovate la raccolta fondi per finanziare la loro attività. 

Qui la recensione video della Turbo Levo in dotazione ai ragazzi di North N Line. 

Qui sotto invece il nostro articolo sul progetto Soil Searching di Specialized:

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Sull'autore
Silvia Marcozzi

Vivo da sempre in equilibrio tra l’amore per lo studio e le parole - ho due lauree in lettere e un dottorato in lingue - e il bisogno di vivere e fare sport all’aperto. Mi sono occupata a lungo di libri e di eventi. Dieci anni fa sono salita su una bici da corsa e non sono più scesa, divertendomi ogni tanto a correre qualche granfondo. Da poco ho scoperto il vasto mondo dell’off-road, dal gravel alla Mtb passando per le e-Mtb, e ho definitivamente capito che la mia sarà sempre più una vita a pedali.

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