Cos'ha sbagliato Pidcock al mondiale di Les Gets?
È questa la domanda che ci siamo posti appena finita la gara iridata.
L'inglese era uno dei favoriti, sia perché all'europeo aveva dimostrato una grande superiorità atletica, sia perché ogni volta che torna sulla Mtb lo fa per portare a casa vittorie di spessore, non solo per divertimento...
Ma in Francia qualcosa è andato storto, Pidcock al mondiale è sembrato più "umano" e si è dovuto accontentare della quarta posizione: parliamoci chiaro, in molti firmerebbero subito per un quarto posto al mondiale, ma non Pidcock, lui stesso si aspettava di più. E anche noi...
Di seguito analizziamo i punti salienti della gara di Tom Pidcock e cerchiamo di capire cosa ha sbagliato.
PARTENZA DAL FONDO
Sono le regole del gioco, è vero, ma vedere il campione olimpico e campione europeo di specialità partire dal fondo del gruppo col numero 53 fa strano.
Comprendiamo le regole dei punti UCI e del rispetto verso gli altri riders che hanno corso sulla Mtb da inizio anno, ma di certo in partenza Pidcock ha dovuto faticare più di tutti.
La gamba era sempre stratosferica, ma mentre all'europeo il percorso dava la possibilità di superare facilmente (gamba permettendo), al mondiale di Les Gets il discorso è stato diverso.
Quello francese è un tracciato di vera Mtb, in cui non si improvvisa nulla e in questi casi partire davanti è un vantaggio non indifferente.
Nel primo giro, Tom Pidcock ha fatto un mezzo miracolo, recuperando tantissimo e assestandosi subito intorno alla 15ª posizione. Poi ha continuato ancora a spingere, per arrivare sul gruppetto di testa tra il secondo e il terzo giro.
Insomma, roba da fuoriclasse!
ANSIA O PRESUNZIONE?
Mentre i fan di Pidcock saltavano sul divano, immaginandolo mentre indossava la maglia iridata, l'inglese faceva il primo passo falso.
Invece di rifiatare, studiare gli avversari e cercare il momento giusto per attaccare, Tom ha contrattaccato immediatamente, provando ad andarsene tutto solo.
Ma perché?
A nostro avviso i motivi potrebbero essere due: o era troppo ansioso e voleva scrollarsi tutti di dosso, oppure ha peccato di superbia pensando di essere nettamente superiore.
In ogni caso ha sbagliato ed ha pagato lo sforzo fatto nei primi giri, quando tutti gli altri stavano spingendo forte, ma non a tutta come lui...
Pidcock ha lanciato la bomba e da quel momento in poi ognuno ha iniziato a guardarsi i fatti propri, Nino ha messo in mostra la sua esperienza, Valero idem e Braidot ha mostrato ancora una volta la sua costanza e maturità agonistica.
Non sappiamo bene se sarebbe andata diversamente, ma di sicuro se Pidcock si fosse gestito meglio avrebbe potuto dire la sua nel finale...
QUELLE RADICI CHE...
Nel tratto più lento e tecnico del percorso, quello pieno di radici tra gli alberi, Tom Pidcock è "inciampato" diverse volte, scivolando, mettendo piede a terra e perdendo diversi secondi.
Vedendo la gara da fuori, sembrava non riuscisse a far scorrere la bici nei punti più sconnessi, quelli "old school", mentre in salita e nella zona bike park aveva una buona velocità.
Mancanza di tecnica oppure poca lucidità?
Probabilmente c'è del vero in entrambi i casi, ma spieghiamoci meglio...
Pidcock è giovanissimo e dà il meglio di sé sui percorsi moderni, costruiti, con salti, sponde e rock garden artificiali. Sulle piste "rotte" e naturali fa più fatica, non perché è scarso tecnicamente, ma semplicemente perché fa poca pratica durante l'anno.
Mentre i suoi colleghi correvano in Coppa del mondo, lui ha fatto il Tour de France, tornando in Mtb solo in allenamento.
La gara è tutt'altra cosa e insegna ad economizzare il gesto in condizioni di scarsa lucidità.
A proposito di lucidità, il fatto che Tom fosse poco fluido nei tratti meno scorrevoli potrebbe essere anche una conseguenza dello sforzo iniziale e del successivo affaticamento: quando sei stanco i riflessi calano e si sbaglia più facilmente.
AVETE VISTO IL CAMBIO RUOTA?
Pidcock al mondiale ha avuto anche qualche problema alla ruota posteriore.
Probabilmente non si è trattato di una foratura, ma proprio nel punto pieno di radici deve aver sbattuto creando qualche problema alla ruota, che ha prontamente cambiato ai box, perdendo però altri secondi preziosi.
Non sappiamo se quei secondi sarebbero bastati per raggiungere il nostro Braidot prima del traguardo, ma probabilmente no. Di sicuro, anche questo stop ha costretto l'inglese a fare un ulteriore sforzo nell'ultimo giro.
IN CONCLUSIONE...
Caro Pidcock, sei un fuoriclasse e nessuno lo mette in dubbio.
Ma hai ancora tanto da imparare dai "vecchietti", come gestione di gara, come controllo delle emozioni e come rendimento sui percorsi "veri".
Tuttavia, l'età è dalla tua parte, hai solo 23 anni e saprai rifarti quanto prima.
Dagli errori si impara e quella di Les Gets è stata una bella lezione...
Qui la cronaca del Mondiale di Les Gets:
Condividi con
Tags
Sull'autore
Daniele Concordia
Mi piacciono il cross country e le marathon, specialità per le quali ho un'esperienza decennale. Ho avuto un passato agonistico sin da giovanissimo, ho una laurea in scienze motorie e altri trascorsi professionali nell’ambito editoriale della bici.