Prime impressioni del RockShox Flight Attendant: semplicemente 😲...

Simone Lanciotti
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Le sospensioni a controllo e gestione elettronica fanno un netto passo in avanti.
Anzi, due passi in avanti.
E’ quanto posso affermare basandomi sulle prime impressioni del RockShox Flight Attendant, il cui test è ancora in corso.
Dopo aver impostato e configurato il sistema sono uscito per provarne il funzionamento e mi sono bastate poche pedalate per capire che avevo a che fare con qualcosa di molto più efficace, efficiente e intelligente rispetto al Fox Live Valve e di più predittivo e veloce rispetto al Brain di Specialized.
Dando per scontato che sappiate cos’è il RockShox Flight Attendant (altrimenti leggete questo articolo), saliamo subito in sella.
Anzi, no: prima facciamo le regolazioni del caso.

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La Canyon Spectral CF fornita da Sram Europe per il test del Flight Attendant è un modello che appartiene alla gamma Spectral ed è acquistabile. Si tratta della Canyon Spectral LTD AXS 29 e ha un costo di 7999€

Le regolazioni prima di partire

La prima volta che usate il Flight Attendant è necessario fare la calibrazione, ossia una procedura richiesta al primo utilizzo, quando si cambia un componente del sistema Flight Attendant oppure qualora la modalità Auto non fosse disponibile, ossia se sul modulo di controllo posto sulla forcella (una RockShox Lyrik Ultimate nel mio caso) lampeggiasse un led rosso.
La procedura, comunque, è molto semplice e rapida ed è illustrata nel video in basso:

Una volta fatta, sul modulo di comando lampeggia un led verde sulla posizione Open: cioè significa che il sistema è configurato, la modalità Auto è attiva e siamo pronti a partire.
A questo punto è possibile effettuare il Sag (che si fa nella maniera classica) e le regolazioni sulla velocità di ritorno, le uniche possibili con pomelli e ghiere.
Va detto che possono essere modificate anche durante l’uscita, senza necessità di interagire con l’app Sram AXS.

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Il modulo di comando del RockShox Flight Attendant è posto sulla sommità della forcella.



Dopo il primo colpo di pedale…

…il sistema inizia a recepire gli input del biker.
Nel mio caso sto pedalando una Canyon Spectral CF equipaggiata anche con gli altri componenti della famiglia AXS disponibili, ossia il reggisella RockShox Reverb AXS e il cambio Sram X01 Eagle AXS.
Questi componenti, in sostanza, dialogano con il Flight Attendant (tramite un protocollo wireless) e funzionano anche da sensori esterni.

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La schermata dell'app Sram AXS una volta fatto l'abbinamento con il modulo di comando del Flight Attendant.

Infatti, se il reggisella è tutto esteso e io sto pedalando con un rapporto da salita e se il terreno è uniforme il Flight Attendant analizza tutte queste informazioni e regola di conseguenza (su Lock, ad esempio) le sospensioni in modo uniforme (entrambe su Lock, ad esempio) oppure in modo separato (una su Lock e l'altra su Pedal, ad esempio).
A seconda della situazione.*
L'immagine in basso mostra tutte le possibili opzioni di funzionamento della modalità Auto:

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Le varie posizioni Auto possibili con il RockShox Flight Attendant

Di questo ho riscontro visivo grazie al led verde che pulsa sulla posizione in uso.

Se provo a fare un bunny hop il sistema se ne accorge immediatamente, perché accelerometri e giroscopi presenti nel modulo di controllo leggono il mio movimento, cioè percepiscono che ho sollevato velocemente la ruota anteriore e aprono le sospensioni.
Il risultato è che sulle mani non avverto mai la spiacevole sensazione di sospensioni chiuse o troppo dure.

E se mi trovo in discesa su un sentiero?

Nulla di più facile da individuare, in realtà, perché il reggisella abbassato segnala al Flight Attendant proprio questa situazione e prepara le sospensioni impostandole perlopiù in Open.
Senza dimenticare che il sensore di pedalata segnala al sistema che sto pedalando a bassissima cadenza oppure per nulla affatto, mentre, intanto, alle sospensioni iniziano ad arrivare le sollecitazioni dalle ruote.

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Quindi, affondamento del reggisella, frequenza di pedalata e rapporto selezionato sono tre parametri che consentono al RockShox Flight Attendant di perfezionare le informazioni che provengono dalle ruote e di indovinare più facilmente il setup delle sospensioni.

E sui saliscendi offroad come si comporta?

Qui entra in ballo un’altra finezza del sistema: è possibile regolare tramite l’App (oppure i pulsanti sul modulo di controllo della forcella) il Bias Adjustment, ovvero la propensione al lock-out delle sospensioni.
Ossia con quale facilità il Flight Attendant terrà in posizione Lock oppure Pedal forcella e ammortizzatore, rispondendo in maniera molto precisa alle necessità e alle abitudini di chi pedala.

Schermata 2021 10 05 alle 08.47.53

Ad esempio, ieri al termine della discesa mi sono trovato ad affrontare 6 km di sterrato, a tratti sconnesso e con salita e discesa.
Il sistema di default imposta a zero il Bias Adjustment e questo teneva le sospensioni quasi sempre su Open, anche in salita, e solo di rado su Pedal, come invece mi sarei invece aspettato.

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Al termine della prima uscita ho trovato più opportuno per le mie necessità impostare questo registro su +1, come si vede nell'immagine in alto. Questa regolazione è fattibile, sia tramite app, sia tramite i pulsanti posti sul modulo di comando.

Selezionando +1 sul Bias Adjustment tramite l'app (foto sopra) il comportamento è cambiato proprio come avrei voluto: le sospensioni in salita passavano in modalità Pedal e talvolta anche in Lock se il fondo era abbastanza compatto e tornavano in Open ogni qual volta necessario.

Ma non solo: ho percepito anche la sospensione anteriore in Open e l’ammortizzatore in Pedal e il modulo di comando me lo ha confermato con due led verdi accesi (il caso B nella foto in alto).

Questo mi ha davvero impressionato.

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Certo, si sente più spesso il flebile ronzio dei due servomotori su forcella e ammortizzatore, proprio perché, di fatto, impostando il Bias Adjustement su +1, ho chiesto al sistema di essere più attivo, ma questo mi ha dato anche una certa soddisfazione.
Perché le sospensioni stavano facendo ciò che avrei fatto io manualmente.

Anzi, no: facevano ciò che talvolta nemmeno io manualmente sarei riuscito a fare, perché pendenza, velocità e condizioni del terreno variavano troppo velocemente per regolare la compressione su forcella e ammortizzatore allo stesso tempo.
E qui mi viene da pensare ai frangenti più spinti, cioè agli ambiti racing, sia enduro, sia Xc (per il quale, però, il RockShox Flight Attendant non è ancora previsto).

Insomma, tanta roba davvero…

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Il sensore di pedalata è inserito all'interno del movimento centrale (che deve essere Sram o Truvativ) ed è alimentato da una batteria di tipo AAA.

Le altre regolazioni possibili

Nel caso della bici che ho avuto in test, la forcella RockShox Lyrik Ultimate e l’ammortizzatore RockShox SuperDeluxe Ultimate prevedono la regolazioni delle basse velocità di compressione.
E quindi tramite l’app (preferibilmente) oppure il modulo di controllo sulla forcella è possibile regolarle.
E in maniera percepibile una volta in sella.
Nel mio caso, il comando remoto del Reverb AXS includeva anche un pulsante dedicato all’Override del sistema Flight Attendant.

Che cosa significa?

Significa che, se per qualunque motivo, è necessario passare alla posizione Lock (quella definita di default dall’app Sram AXS) è sufficiente tenere premuto per 3 secondi il pulsante e si attiva l’Override (led arancio, foto in basso).

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Un altro click sul pulsante remoto e si torna in Auto.
E se si volesse controllare le sospensioni manualmente sfruttando la comodità del pulsante remoto (e senza fili)?

E’ possibile anche questo: tenendo premuto per 2 secondi il pulsante Menu sul modulo di controllo si passa in Manual (led rossi), cioè è il ciclista a decidere quale posizione scegliere fra Open, Pedal e Lock.

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La modalità Manual (led rosso) si attiva tenendo premuto il pulsante Menu sul modulo di comando della forcella.
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Tramite l'app Sram AXS è possibile decidere quale dei due pulsanti controlla il Reverb e quale il Flight Attendant.

Ad ogni click del pulsante remoto (evidenziato in rosso sopra) si “cicla” fra Lock, Open, Pedal, Lock, Open, Pedal…
Per tornare in Auto basta tenere premuto il pulsante Menu per 2 secondi e si torna al led verde.

Le batterie e la loro durata

In totale sulla Canyon Spectral CF in test ci sono 4 batterie Sram AXS, una batteria AAA (nel sensore di pedalata inserito nel movimento centrale) e due batterie CR2032 nei comandi remoti.
Durata?
Per quanto riguarda quelle del sistema Flight Attendant, RockShox prevede una durata di 6-26 mesi per la CR2032, 9 mesi per la batteria AAA e 20-35 ore di autonomia per le due batterie AXS su forcella e ammortizzatore (foto in basso).
Più eventualmente le batterie del cambio e del reggisella.

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Senza averlo mai provato viene da dire che è una bella seccatura dover pensare sempre allo stato di carica di tutte queste batterie.
Ma se avete una certa inclinazione verso la tecnologia e tendete a riconoscerne soprattutto i benefici, allora il discorso batterie lascia il tempo che trova.
Anche perché vivendo nell'era di smartphone e dispositivi elettronici vari sarete già avvezzi...
Se invece ancora preferite sistemi manuali e non avete mai provato nemmeno un cambio elettromeccanico, allora il RockShox Flight Attendant potrebbe non fare ancora al caso vostro.

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La RockShox Lyrik Ultimate equipaggiata con il Flight Attendant

Il Flight Attendant è in vendita?

No, non lo è.
Al momento è previsto di serie solo su alcuni modelli di Mtb (Canyon, Trek e YT), da trail e da enduro, e non sappiamo se RockShox stia valutando l'opzione della vendita in aftermarket.
Di sicuro del Flight Attendant torneremo a parlarne, anche per capire il suo possibile utilizzo su una e-Mtb e in ambiti Xc racing.

E rispetto al Live Valve e al Brain?

Il RockShox Flight Attendant è su un livello superiore, perché è capace di prevedere ciò che il biker sta facendo, beneficiando delle informazioni provenienti dal cambio, dai pedali e dal reggisella telescopico. Detto che anche il Fox Live Valve dispone di sensori, accelerometri e giroscopi ed è capace di risposte rapidissime, solo il Flight Attendant, al momento, è in grado di un simile livello di comprensione e adattamento sulle condizioni di guida.

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Il sistema Fox Live Valve, di cui vi abbiamo parlato in questi articoli

Il sistema Brain di Specialized può essere considerato l’antesignano su base solamente meccanico-idraulica delle attuali sospensioni intelligenti e solo per un ambito Xc.
Il suo debutto risale al 2003, sulla prima Specialized Epic a doppia sospensione.
Non ha però i tempi di risposta rapidissimi di un sistema elettromeccanico e non è capace di predire ciò che il biker sta per fare.

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Insomma, sono tre soluzioni molto diverse fra loro e di certo il Flight Attendant ha aperto una nuova era all’elettronica in ambito bici.
Quello che riesco a vedere su questa Canyon Spectral CF è solo una piccola parte delle evoluzioni che ci attendono nei prossimi anni, guidate, a mio avviso, da un nuovo (e solo appena esplorato) concetto di integrazione.
Fra i componenti e anche i sempre più numerosi sensori a bordo della bici.

Per quanto riguarda i modelli di Mtb dotati di serie del RockShox Flight Attendant al momento ci risultano le seguenti:

full 2022 spectral cf 29 axs ltd 2679 bk wh P5
Canyon Spectral 29 LTD AXS 29: 7999€ Qui tutte le info
full 2022 neuron cf slx ltd 2635 BK P5
Canyon Neuron CF SLX LTD: 7999€ Qui tutte le info
Slash99XX1FA 22 36413 B Primary
Trek Slash 9.9 XX1 AXS Flight Attendant: 13099€ Qui tutte le info
Capra 29 CF SUPERPRO Side without Bottle
YT Capra Capra Uncaged 6: 8999€ Qui tutte le info
Jeffsy 29 CF SuperPro Seite
YT JEFFSY UNCAGED 6: 8999€ Qui tutte le info

Per il momento vi invito a restare connessi e a leggere tutti i nostri articoli sulle sospensioni elettroniche.

Per informazioni Sram.com/RockShox

PS: un piccolo cenno storico sulle sospensioni elettroniche di casa RockShox. Circa 10 anni fa il marchio americano aveva prodotto, solo per le mountain bike Ghost, Lapierre e Haibike, il sistema Ei-Shock, l'antesignano del Flight Attendant. Il cui funzionamento era ben diverso e più rudimentale di quello dell'ultimo arrivato.
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Sull'autore
Simone Lanciotti

Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.

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