SHORT TEST - Specialized S-Works Epic Carbon 29

Simone Lanciotti
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VERNON, USA - Le aspettative sono molto alte, perché la Specialized Epic 2018 è una delle bici più attese da migliaia di biker in tutto il mondo.
Il suo terreno di gioco sono i circuiti Xc di Coppa del mondo e gli sterrati delle Marathon e quindi la versatilità richiesta a questo mezzo è più ampia rispetto al passato.
Dopo aver ascoltato le spiegazioni dei tecnici Specialized (vi rimando a questo articolo nel caso non lo aveste letto), la curiosità di provare la nuova Epic è ancora più alta.
E’ arrivato il momento di provare la Specialized S-Works Epic Carbon 29, ma prima di iniziare ad armeggiare con pompa, attrezzi e metro mi avvicino a un personaggio che ha scritto la storia della Mtb: Ned Overend.
Al quale faccio un paio di domande su questa bici:

Ok, adesso è decisamente il momento di sistemare la mia Epic.
Stringo i pedali sulle pedivelle e inizio a prendere confidenza con la bici.

SENSAZIONI IN SELLA
Prima cosa: l’attacco manubrio da 90 mm di serie, considerando il reach allungato di 18 mm, mi sembra eccessivo e chiedo di montare uno da 70 mm.
La sensazione in sella cambia radicalmente: mai sento ben centrato fra le due ruote, con il busto proteso verso l’anteriore in modo equilibrato e con le braccia sufficientemente allargate per guidare come si deve anche in discesa.
Il manubrio da 72 cm di larghezza aiuta molto in questo.
Passo al Sag delle sospensioni.
Sulla posteriore mi affido all’AutoSag di cui è dotato l’ammortizzatore e sull’anteriore seguo le indicazioni fornite dallo sticker sulla gamba sinistra della forcella RockShox.
Da fermo, però, il precarico mi sembra eccessiva e mi riservo di modificarlo successivamente.
Tento il Brain Fade, ossia il registro che decide l’intensità della soglia di attivazione delle sospensioni, sul valore massimo (cioè verso Firm) sul posteriore e due click a partire da Firm sulla forcella.
La gomma anteriore da 2,3” regala una vista davvero insolita su una Mtb da Xc, ma già mi sto immaginando la precisione di guida sui singletrack.

Specialized S-Works Epic Carbon 29

Senza dimenticare che la forcella ha la battuta Boost e che i cerchi sono i nuovi Roval Control Sl con canale da 25 mm.
Tanta roba…
Si parte!
Il piccolo gruppo nel quale pedalo è capitanato da Brian Gordon e appena si parte ci si trova subito davanti una salita importante.

SENSAZIONI IN SALITA
Appena si comincia a pedalare su asfalto si avverte che la Specialized Epic 2018 è sempre lei: una full che si traveste da hardtail quando il terreno è liscio.
Però la salita è su un single track abbastanza scorrevole e appena il Brain percepisce le sollecitazioni le sospensioni si attivano.
La mia concentrazione è sulla ruota posteriore, perché all’anteriore abbiamo una forcella, la RockShox Sid World Cup Brain, che è la stessa che equipaggia la S-Works Epic Ht, ad eccezione dell’offset che in questo caso è di 42 mm invece di 51.
Appena arriva un input si sente in maniera istantanea che la sospensione entra in funzione e questa volta lo fa mantenendo l’ammortizzatore ben sostenuto, cioè senza avere più quella sensazione di affondamento rapido che caratterizzava la precedente Epic.
L’idraulica è stata messa a punto per bene e quando la Epic va fuoristrada si comporta come una full.

Specialized S-Works Epic Carbon 29

Mi alzo sui pedali appena sento che il Brain ha chiuso il circuito e ha irrigidito le sospensioni: tutto ok, si pedala alla grande.
E appena arrivano nuove sollecitazioni dal terreno si sente l’affondamento della forcella e meno quello della sospensione posteriore.
Questo comportamento così sostenuto mi incuriosisce: come si comporterà in presenza di sollecitazioni ben maggiori?
Mi viene in mente il comportamento molto progressivo della sua rivale Scalpel alla quale la Epic nuova si ispira per il disegno della sospensione posteriore.
Sarà così anche questa?
Intanto continuo a salire e il primo giro, quello che sarebbe servito a verificare i vari setup della bici, si tramuta presto in una partenza in stile Coppa del mondo.
Brian Gordon davanti spinge e io lo seguo.
Le pendenze sono impegnative (ben oltre il 20%), ma la Specialized S-Works Epic Carbon Sram 29 che sto provando è molto leggera ed efficiente.
E mi stupisce per la facilità con la quale si arrampica.
Non sono un biker puramente Xc, ma questa salita vola via in un attimo e senza nemmeno mai usare il pignone da 50 denti.

Specialized S-Works Epic Carbon 29

SENSAZIONI IN DISCESA
Arriviamo in cima io e Brian e appena la pendenza si inverte Brian mi invita a scendere subito su un sentiero ricco di salti, panettoni e sponde.
Lo seguo senza nemmeno pensarci e mi ritrovo con ruote in aria (molto in aria) con una full da Xc e senza nemmeno il telescopico.
Continuo per un po’, chiudendo inaspettatamente dei doppi su whoops che mi avrebbero impegnato anche con una Stumpjumper, e poi fortunatamente Brian (con il reggisella telescopico) si ferma e si decide di andare su un single track più adatto alla Epic.
E qui inizia il divertimento.
La Epic che sto provando non ha il telescopico di serie e passata la prima discesa non ne sento più di tanto la necessità.
Anche se non mi abbandona il pensiero che ad avercelo sarebbe tutto più facile e divertente.

Specialized S-Works Epic Carbon 29

A Vernon, nel New Jersey, hanno creato un bike park fenomenale, ricco di tracciati per la Dh, l’enduro e anche per il cross country, talmente belli e probanti che dopo un paio di giri mi sembrava di conoscere alla perfezione questa bici.
Certo, merito anche della bici…
Insomma, in discesa, quando si chiamano all’appello tutti i 100 mm di corsa la sospensione posteriore risponde in modo corretto, cioè ti dà il supporto che serve, senza risultare troppo progressiva come la struttura della sospensione lascerebbe sospettare.
E invece no: Mike McAndrews aveva ragione quando diceva che l’idraulica dell’ammo è ispirata a quella di una trail bike.
Quindi, in uscita di curva la bici rimane incollata a terra, anche forzando con braccia e piedi sugli appoggi, senza perdere precisione e, anzi, guadagnando velocità.
Ma questo forse è l’effetto delle ruote da 29”…
Se c’è da saltare la Specialized Epic 2018 ti dà quella sensazione di confidenza che è insolito trovare in una full da Xc.

Specialized S-Works Epic Carbon 29

100 mm di corsa realmente sfruttabili, nonostante non sia più una sospensione Fsr.

E’ più giocosa, più efficace in discesa e anche più precisa.
Insomma, se ci fosse un reggisella telescopico potrebbe somigliare di brutto a una Camber.
A patto di saperla guidare come una Camber…
L'assenza della sospensione Fsr non si è avvertita più di tanto, perché a sopperire alla mancanza del giunto Horst (cioè il pivot sul fodero basso) pensa il tuning dell'ammortizzatore.
In frenata si può avvertire qualche "nervosismo" in più, ma si parla di qualcosa di appena percettibile e che, comunque, durante la breve presa di contatto in New Jersey non è mai stata così palese.

SENSAZIONI SUL PEDALATO
In realtà è qui che la Specialized Epic 2018 fa davvero la differenza, perché quando ci si trova su quei sentieri o sterrati con continui cambi di pendenza e di fondo poter restare concentrati sulla guida e sul proprio impegno sui pedali infischiandosene di registri e comandi remoti di lock-out è una gran cosa.
E’ un particolare cruciale che da sempre caratterizza la Epic e ancora di più la nuova versione.

Specialized S-Works Epic Carbon 29

Sui continui cambi di direzione e pendenza si apprezza molto la super sensibilità del Brain che ha annullato qualunque ritardo di risposta e ha esaltato le reazioni della sospensione posteriore ai piccoli impatti.
La cosa che più di tutte mi ha colpito (ed entusiasmato) è stato il comportamento della sospensione una volta che il Brain ha aperto il circuito: il sostegno alla pedalata è ben avvertibile e altrettanto si può dire nella guida.
Insomma, la Epic è diventata ancora di più una full di grande efficienza sia in salita che nel guidato.
Se avete le gambe per spingerla forte, questa bici vi farà andare ancora più forte.
E non sono chiacchiere.

Specialized S-Works Epic Carbon 29

Giro quasi finito e grande soddisfazione

In conclusione…
Una volta trovato il setup corretto per le sospensioni e la posizione in sella ideale la Specialized Epic 2018 diventa una bici capace di fare cose che escono dall’ambito cross country, ma che allo stesso tempo sono utilissime, oggi, sui tracciati di Xc.
Se avete talento nella guida, oltre che gambe allenate, questa bici è uno strumento perfetto.
Non vedo l’ora di poterla provare più a lungo per capirne per bene vantaggi e limiti.

Per informazioni Specialized.com

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Sull'autore
Simone Lanciotti

Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.

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