La Yeti ASR sembra una Yeti anomala.
Perché ha "poca" escursione e perché ha una sospensione posteriore "povera" di pivot e leveraggi.
Ben diversa dal DNA delle sorelle di escursione maggiore che vantano raffinatezze uniche come Sixfinity e Switch Infinity.
Eppure...
Appena si supera l'apparenza e si sale in sella si capiscono tante cose, ma, soprattutto, che la ASR è davvero una Yeti.
Dopo quasi un anno di test e di modifiche ai componenti (e la cosa non finisce qua...) ecco finalmente il video test:


Dettagli tecnici della Yeti ASR
- I dati principali
Di seguito le principali caratteristiche della Yeti ASR:
- - escursione sospensione posteriore: 115 mm
- - escursione forcella: 120 mm
- - schema sospensivo: semi-pivotless
- - SAG consigliato: 30% oppure 12 mm
- - diametro ruote: 29"
- - angolo di sterzo: 66,5°
- - angolo piantone: 75,5°
- - reach (tg M): 44,5 cm
- - stack (tg M): 60 cm
- - lunghezza carro: 43,5 cm
- - lunghezza tubo superiore virtuale: 62,5 cm
- - corsa reggisella telescopico: fino a 200 mm (tg L)
- - lunghezza pedivelle: 170 mm


Oltre a queste specifiche segnalo anche la predisposizione per un doppio portaborraccia capace di ospitare borracce anche da 750 ml.
Queste le geometrie (e le 5 taglie disponibili) nella loro interezza:

- Allestimento
La bici in questione è stata allestita partendo dal solo telaio, la versione ASR Turq non Ultimate, e ho utilizzato i componenti di una precedente bici (la trasmissione Sram che avevo su una Canyon Spectral) e altri dedicati a un mezzo con escursione di "soli" 115 mm, come le sospensioni RockShox Flight Attendant e il reggisella Reverb AXS di nuova generazione con travel di 125 mm.
Su questa bici ho montato anche i nuovi freni Raicam RXC Racing con dischi da 180-160 mm e pastiglie ceramiche: un capolavoro che si aggiunge ad un capolavoro.



Ho scelto, infine, un manubrio integrato Bontrager RSL Mtb con attacco da 80 mm, una sella San Marco Mantra e delle ruote 4Race da Xc con cerchio in carbonio con larghezza interna di 30 mm.
Non ho puntato sulla massima leggerezza e infatti...

- Peso
In taglia L, con pedali Garmin Rally XC 200, gomme Maxxis Forekaster da 2,4" e due portaborraccia, il peso è di 11,59 Kg.
Volendo si possono fare scelte diverse sui componenti per privilegiare la leggerezza, considerando che il solo telaio con ammortizzatore, nella versione ASR T-series, pesa 1960 gr.
Volendo si può optare per la versione ASR T-Series Ultimate il cui peso scende a 1830 gr.
- Rapporto qualità/prezzo
Il prezzo del telaio ASR-T con ammortizzatore RockShox SidLuxe Ultimate (non Flight Attendant) è di 4599€.
Di certo non è economica, né alla portata di tutti, ma qui occorre fare i conti con il blasone del marchio e della qualità complessiva del telaio, elevatissima e indiscutibile.
La garanzia è a vita. Qui i dettagli.


Assetto in sella
E' una bici snella e richiede-impone una guida snella.
La prima cosa che ho avvertito è la vicinanza del manubrio rispetto alla sella, pur con un attacco manubrio da 80 mm di lunghezza.
Ma poco male: bastano un paio di uscite, una regolazione fatta bene sulla sella e sulle sospensioni e ci si sente a casa.
Sulle prime ho avuto qualche indolenzimento nelle uscite più lunghe, ma a dirla tutta era anche un fatto di allenamento e abitudine. Adesso non vedo l'ora di starci sopra per ore e ore su single track e sterrati.
Non so se rendo l'idea...

Come va in salita?
L'efficienza di una sospensione a controllo elettronico è un aiuto enorme, ma di certo la sospensione posteriore della ASR è ben propensa ad assorbire.
Grazie anche al SAG del 30% (suggerito da Yeti, ma si può aumentarlo o diminuirlo un po'), la sospensione è sempre reattiva, aumentando comfort e sicurezza nella guida.
La parte centrale della corsa è ottimamente tarata: sostenuta e capace di aiutare il biker nella dinamica di guida in uscita di curva.

Il fondocorsa è progressivo, ma non brusco e abbastanza facile da usare-prevedere.
Insomma, in apparenza è una delle tante semi-pivotless in circolazione, ma in realtà è ancora una Yeti...
Ad aiutare la pedalata, infine, c'è il tubo piantone da 75,5°, dritto, ma non drittissimo, che permette al bacino del ciclista di arretrare un po' e ottimizzare la spinta sui pedali, specie nelle lunghe percorrenze.

Come va in discesa?
Telaio e sospensioni fanno un lavoro fantastico.
E a questo si aggiunga il supporto di gomme tassellate il giusto, freni potenti, modulabili e quasi instancabili (poi vi dirò meglio...), ruote precise, ma non rigidissime e il quadro è chiaro.
E' una bici molto capace (in relazione all'escursione di 115-120 mm), snella e molto precisa nella guida, come ci si aspetta da una Yeti.
Insomma, ben tornata Yeti nel segmento Xc-marathon.


Cosa convince meno?
A dire il vero ben poco.
Nel video ho menzionato la compattezza del tubo superiore e se avessi potuto scegliere avrei aggiunto un centimetro di lunghezza, non di più.
E non ho altro da aggiungere, se non che il prezzo per portarne a casa una è di 4599€ per il solo telaio oppure di 5999€ per l'allestimento ASR C2 90 Transmission (foto in basso), il più abbordabile.

A chi la consiglio?
Nasce per le competizioni Xc-marathon e, volendo, diventa anche più leggera degli 11,59 Kg della bici in test. Io l'ho interpretata privilegiando la versatilità e il piacere di guida, dote che una Yeti è sempre pronta ad elargire con generosità, e ho trovato una compagna di uscite magnifica.
Quindi, la consiglio tanto agli agonisti di queste specialità, quanto a chi cerca una bici più leggera, più snella e più efficiente (e ancora molto capace) rispetto a una trail bike.
In conclusione...
Yeti colpisce nel segno.
Magari ci mette un po', ma quando tira fuori una bici è perché "ha fatto bene i compiti a casa".
La Yeti ASR è una Yeti vera. Punto.
Per informazioni YetiCycles.com oppure DSB-Bonandrini.com
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Sull'autore

Simone Lanciotti
Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.
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E niente.. non l' avevo riflettuta... adesso la compro