VIDEO TEST - La MDE Carve 7

Simone Lanciotti
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Il primo test di lunga durata

Un test di lunga durata è un impegno importante perché non basta solo pedalare e scavicollarsi in discesa, ma occorre anche essere rigorosi nell'ascoltare ciò che la bici dice e fa. E se si ascolta bene di informazioni se ne trovano tantissime.
La prima bici che abbiamo modo di testare con tale dedizione è la Mde Carve 7, un prodotto italiano, in tutto e per tutto, allestita con componenti di alto pregio, ovvero il gruppo Sram XX1, sospensioni Rock Shox e ruote da 27,5 pollici della Enve. Roba di alto livello.
E questo collaudo di lunga durata non viene solo proposto con foto e testo, ma anche con un video che vi invitiamo a guardare subito.
Poi ci sono altri dettagli nel testo e una gallery fotografica (a destra) che completano la descrizione della bici.

VIDEO Test Mde Carve 7 from Mountainbike Culture Magazine on Vimeo.

Ecco l'I-Link System
L'angolo di sterzo da 67,5 gradi è un invito a spingere in discesa, ma prima di partire quelle due-tre regolazioni di rito rallentano questo fremito. Il manubrio Truvativ Noir T40 da 72 centimetri di larghezza e l'attacco Aka da 55 mettono a proprio agio.
Delle ruote da 27,5 pollici si avverte appena il diametro maggiorato, ma si percepisce una sensazione di maggiore sicurezza.
Si parte.
In Mde ci hanno parlato della sospensione posteriore I-Link System da 152 mm, il vero fiore all'occhiello del marchio italiano, che si basa su un sistema a pivot virtuale: il carro, tutto d'un pezzo, è vincolato al triangolo anteriore tramite due biellette in ergal anodizzate rosso.
Corte, massicce e su cuscinetti sigillati firmati Enduro. Tutto un programma...
La prima pedalata mette in luce un comportamento decisamente Xc della sospensione posteriore: con la leva blu della compressione in posizione lock-out il Monarch Rt3 è quasi del tutto fermo.
Attiviamo anche il bloccaggio della forcella: stesso discorso, salvo che qui si avverte, alzandosi sui pedali, un leggero dondolamento.

Tre posizioni per l'idraulica in compressione: la Locked è quasi un bloccaggio totale. Molto utile in salita

Tre posizioni per l'idraulica in compressione: la Locked è quasi un bloccaggio totale. Molto utile in salita

Una bici che si fa portare bene in salita: non ne capitano molte.
La rigidità torsionale su asfalto, pur non avendo un perno passante al posteriore, è molto valida e del resto è difficile lamentarsi di un telaio in alluminio con simili fattezze.
Il Monarch Rt3 ha la taratura perfetta per questa sospensione.
Il movimento centrale (largo 73 mm) dista da terra 34,8 centimetri, per tutte le taglie (la nostra è la Large), ed è dotato di attacco Iscg 03-05.
Per i patiti del portaborraccia va segnalata la presenza delle due famose viti sul tubo obliquo: se volete fare delle usciti brevi, senza lo zaino idrico, nessun problema.
Un altro dato importante, la lunghezza del carro: siamo a 43,9 centimetri ed occorre considerare le gomme da 27,5 pollici con sezione di 2,35. L'interasse è di 117,4 cm, non è proprio contenuto, ma permette ancora alla Carve 7 di muoversi con agilità.

Niente perno passante
Ma solo sulla versione da noi provata. Mde infatti fornisce di serie i forcellini sostituibili con tanto di perno Maxle da 12x142, pronto ad irrigidire ancora di più il carro.
Nel nostro test, grazie anche a ruote di pregio, non abbiamo sentito la necessità di adottare un asse passante.

Ma come lavora la sospensione?
Le piccole asperità vengono assorbite bene se però si ha l'accortezza di selezionare le posizioni Pedal o Unlocked dell'ammortizzatore.
In quel caso lì la sospensione digerisce bene di tutto, anche gli impatti più forti.
Il comportamento della sospensione è progressivo e in assenza di sollecitazioni dal terreno rimane neutrale, sia sotto l'azione del freno che della pedalata. Lo schema progettuale prevede che il centro istantaneo di rotazione (ottenuto dalla congiunzione delle rette che passano per i pivot) si trovi al di sotto dell'altezza della corona più grande (in Mde hanno ipotizzato una da 44 denti) e da ciò derivano le caratteristiche suddette.
L'utilizzo di una corona singola da 32 denti migliora oltremodo il comportamento della sospensione quando si tratta di spingere sui pedali.
In discesa la coppia di sospensioni Rock Shox funziona egregiamente: fluide e con basso carico di stacco, al punto da simulare i comportamenti di elementi a molla. La progressività di funzionamento è ben evidente, sia sull'asse anteriore che su quello posteriore.

Il tubo obliquo arcuato regala un look aggressivo alla MDE Carve7

Il tubo obliquo arcuato regala un look aggressivo alla MDE Carve7

Maneggevole e risparmiosa
Come dicevamo l'interasse non è dei più contenuti, ma la Carve 7 appartiene a quella schiera di Mtb che amano andare veloci in discesa e tollerano bene la guida aggressiva. Non tanto per l'angolo di sterzo da 67,5 gradi (con una forcella da 150 mm), quando per la solidità del carro che segue alla perfezione gli input di chi guida, anche in maniera brusco-stilosa.
E' una bici per divertirsi, quindi, ma se serve di affrontare lunghi trasferimenti, sia su asfalto che su sterrato, la Carve 7 non vi fa disperdere watt preziosi.

Insomma, questa Mde...
Ci è piaciuta e ci ha fatto riscoprire un marchio italiano che, pur non ricorrendo al fatidico carbonio, riesce comunque a fare telai degni di nota e ricchi di originalità. La Carve 7 non è leggerissima (3,15 chili per il solo telaio taglia M e con ammo Monarch Rt3), ma è alla portata delle tasche di molti perché il frameset ha un costo che parte da 1.799€ con Monarch Rt3 e il prezzo di 2.000€ menzionato nel video test si riferisce all'abbinamento con ammortizzatore Fox Float Ctd.
Infine c'è anche la proposta a 2.499€ con Monarch Rt3, forcella Revelation Dp Rct3 e serie sterzo Mde.
Merita, fra le all mountain in alluminio, un rating alto e nell'ambito delle bici italiane rappresenta un vero riferimento.
A breve seguirà un approfondimento sul gruppo Sram XX1, anch'esso "torturato" a dovere in questi mesi di test e sulle ruote Enve Twenty7,5 Am, che abbiamo iniziato a provare proprio su questa Mde, sostituendo temporaneamente quelle previste all'inizio.

www.mdebikes.com

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Sull'autore
Simone Lanciotti

Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.

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