L'innovazione nella Mtb? Una cosa assai rara che...

Simone Lanciotti
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Luca
via e-mail
Ciao MtbCult, ecco la mia domanda: l’introduzione di nuovi "standard" ha aumentato la disponibilità di usati anche recenti.
Visti i prezzi del nuovo, alle volte occorre mediare, quindi vi chiedo: è meglio un usato carbonio 26” o un nuovo alluminio da 27,5”?
La domanda potrebbe essere vista quindi in un altro modo: quale delle due innovazioni porta più vantaggi?
Ciao!

Risponde Simone Lanciotti
Questa domanda, caro Luca, solleva una questione importante, cioè il concetto di innovazione nella Mtb.
Prima però rispondo al tuo quesito.

Usato carbonio 26” oppure nuovo alluminio 27,5”?
Tanto più velocemente il mondo della Mtb si rinnova, tanto più velocemente le Mtb usate si deprezzano.
E per tale ragione diventano ancora più appetibili e più abbordabili bici che fino a 3-4 anni fa erano il top di gamma.
Ovvero telaio in fibra di carbonio e allestimento non plus ultra, ma magari ruote da 26” e una geometria, diciamo, non più modernissima.
Quanto vale una bici come questa?
Il mercato, oggi, dice relativamente poco e per dare un termine di paragone il prezzo può essere pari a quello di una bici nuova in alluminio con ruote da 27,5” di pari escursione (cioè della stessa tipologia) e con allestimento meno fiammante.
Cioè, il carbonio (magari anche quello di punta di una volta) vale quanto l’alluminio di oggi.
Più o meno.
Ed è pur sempre carbonio.
Non ha tutti gli standard e gli accorgimenti di oggi, ma… siamo sicuri che tutti questi vantaggi servano davvero?
E soprattutto: siamo certi di essere davvero capaci di apprezzarli o anche solo di rendercene conto?
Quindi, se non avete la necessità o la possibilità di acquistarne una nuova, l’usato ha tantissimo da offrire.
Servono pazienza (nel cercare quella giusta) e un po’ di fiuto.

E adesso torno al concetto sul quale la domanda di Luca mi ha spinto a riflettere: l'innovazione nella Mtb.
Tecnologia, innovazione, rivisitazioni, aggiornamenti, restyling, update, novità… sono parole che si usano spesso e una di queste, innovazione, appunto, è usata spesso a sproposito.
Infatti, cosa si intende per innovazione?
Alcuni marchi usano questo termine per definire il passaggio da una soluzione A a una soluzione B, cioè un qualunque aggiornamento o affinamento è diventato innovazione.
Ma l’innovazione è qualcos’altro.
Potremmo definire l'innovazione nella Mtb in questo modo:
- è innovazione quando si introduce qualcosa che non c’era prima,
- è qualcosa che apporta un beneficio reale ed evidente per tutti,
- è qualcosa che di fatto fa progredire la tecnica,
- è qualcosa che costringe prima o poi tutti i marchi a intraprendere quella soluzione,
- è qualcosa che può giustificare un eventuale aumento del prezzo d'acquisto.

Di innovazione nella Mtb, però, negli ultimi tempi non ce n'è stata poi così tanta:
- le gomme tubeless;
- il reggisella telescopico;
- le trasmissioni monocorona;
- in tempi, più recenti la Forward Geometry;
- e le e-Mtb.

E il resto?
Il resto sono belle idee, anche complesse e sofisticate, ma in sostanza sono il risultato di un lungo e continuo processo di affinamento.
Innovazione, quindi, non è sinonimo di novità, anche se la bike industry spesso vuole farci credere questo, per poter giustificare l’aumento dei prezzi.

Un nuovo standard non è un’innovazione.

E’ un nuovo standard che magari porta delle migliorie, ma non innova, semmai migliora quello che c’era già.
La somma di tanti nuovi standard può portare a un'innovazione.
La domanda di Luca riflette lo stato attuale delle cose: il mondo dell’usato si deprezza a una velocità che è inammissibile e che non tiene conto della reale capacità di acquisto di bici nuove da parte dell’utenza.
Risultato?
In questo momento c’è un’esuberanza di offerta, un’esuberanza di bici non vendute e un’esuberanza di informazioni e standard che un utente deve conoscere prima di fare una scelta.

E in tutto questo discorso ci sono di mezzo i negozi che svolgono il difficilissimo ruolo di interfaccia fra il pubblico e il produttore.
Sono loro che devono gestire l’usato (o almeno ci provano), avere la disponibilità di tutti i formati di gomma, movimento centrale, reggisella, manubri, trasmissioni e sospensioni e anche consigliare e supportare.
Come se ne esce fuori?
Calma e sangue freddo: serve parlare chiaro e ragionare e in questo un magazine ha un ruolo cruciale.
Il mondo della bici e non solo della Mtb convive da tempo con alcune distorsioni e storture che hanno portato alla situazione attuale.
Ognuno di noi, in realtà, può fare molto.
Riflettete su questi punti:

- l’innovazione vera accade di rado;
- le Mtb nuove sono sempre le più belle, ma non sono necessarie per divertirsi in bici;
- l’usato è sempre più ricco di proposte allettanti;
- il biker lo fa il biker e non la bici (ovvero una bici di media gamma, oggi, è più che adeguata);
- un nuovo standard spesso è tanto una miglioria quanto una complicazione in più;
- il prezzo delle bici non lo decide solo chi le produce, ma anche chi le acquista.

Ciò detto, ricordate che per il 99,9% di noi il motivo per cui si sale in sella è il divertimento, poi tutto il resto può passare in secondo piano.
Ora, alla luce di quanto detto, ridate un'occhiata alle ultime novità pubblicate.
E buone pedalate.

Ps: lo 0,1% restante sono i pro’ per i quali la bici è anche una professione.

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Sull'autore
Simone Lanciotti

Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.

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