Bike Festival: bello l'enduro, da rivedere la formula

Simone Lanciotti
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RIVA DEL GARDA - Con tutti quei nomi importanti nella lista dei partecipanti poteva essere un evento formidabile e invece la seconda tappa dello Specialized-Sram Enduro Series (vale a dire il circuito enduro di riferimento per la Germania) è sembrata piuttosto un'occasione mancata.
Percorsi tecnici e a tratti molti difficili. Anneke Beerten (la vincitrice fra le donne) per un attimo nei giorni precedenti la gara, aveva esitato. Era sul punto di comunicare all'organizzatore la decisione di non partecipare. «Troppo difficile - aveva detto - questo non è enduro».
Fabien Barel e Jerome Clementz avevano confessato in questo video che erano piuttosto sorpresi da quanto aspro fosse il percorso.
Alla fine però tutti erano al via perché trattandosi di professionisti non ci si può tirare indietro se il lavoro si fa un po' più sporco del solito.

Ben Cruz in azione alla speciale numero 5. Alla fine porterà a casa un sesto posto.

Ben Cruz in azione alla speciale numero 5. Alla fine porterà a casa un sesto posto.

Dal centro di Riva del Garda, dalla piazza che circonda il Palazzo dei Congressi nei pressi del lungolago, tutti i 280 concorrenti si sono spostati in località Le Busatte, una splendida location per un giro in bici fra amici, ma magari un po' meno funzionale se si tratta di un evento con oltre 300 persone (se si considerano gli accompagnatori e lo staff dei team).
Pubblico? Zero.
Nessuno o quasi a Riva del Garda sapeva di questo evento.
Va bene, proviamo a soprassedere.
Andiamo dall'organizzatore del circuito, Uwe Bucholtz, e chiediamo la lista dei partenti, ma troviamo un'altra differenza rispetto a quanto siamo abituati: non c'è una lista di partenti, ognuno può partire quando vuole. L'organizzatore ha previsto dei gruppi di rider, radunati in base alle loro capacità di guida.
Chiediamo a Bucholtz il perché di questa scelta e ci risponde che «Lo scorso anno in occasione di un evento in alta quota, grazie a questa formula che consente lo start libero, i rider hanno potuto evitare un temporale e partire quando questo era finito. Se avessero avuto l'obbligo di partire ad un dato orario ci si sarebbero trovati dentro in pieno. Secondo noi la partenza libera è un vantaggio».

Barel, fenomenale
Difficile trovare un'altra parola per questo atleta. E lo stesso vale per l'olandese Anneke Beerten. Provengono da due mondi differenti, affini, ma con filosofie di gara che richiedono doti notevoli.
Questa è stata la prima occasione di confronto fra enduristi di sempre e enduristi dell'ultima ora.

Seconda gara di enduro di un certo spessore, seconda vittoria per l'olandese Anneke Beerten. Abbiamo scoperto una nuova mattatrice?

Seconda gara di enduro di un certo spessore, seconda vittoria per l'olandese Anneke Beerten. Abbiamo scoperto una nuova mattatrice?

Alcuni, però, non sono riusciti ad esprimersi al meglio (tipo Manuel Ducci che è caduto nella speciale 3 rompendo una ruota e finendo al 53º posto) e il confronto di sopra non ha potuto esprimere un verdetto veritiero. Probabilmente nemmeno Punta Ala, la prima dell'Enduro World Series, sarà in grado di darci una risposta attendibile, ma serviranno più occasioni di confronto.
Il percorso di Riva del Garda è decisamente insolito per una prova di enduro e probabilmente ha privilegiato chi aveva più confidenza con le bici da Dh.

I dislivelli non erano proprio trascurabili: circa 1500 metri in tutto, ma Barel sembrava non soffrirli troppo.

I dislivelli non erano proprio trascurabili: circa 1500 metri in tutto, ma Barel sembrava non soffrirli troppo.

A vincere non a caso sono stati Fabien Barel, che di esperienza in tal senso ne ha non poca, e Anneke Beerten, (ex) fenomeno mondiale dell'4Cross.
Dietro di loro però la battaglia c'è stata, eccome. Barel ha vinto per 8 secondi su Clementz e 16 su Lau, entrambi suoi connazionali.
Alle spalle della Beerten invece troviamo Ines Thoma e Antje Kramer, entrambe tedesche e con distacchi superiori al minuto.
E le italiane? Nona Maria Federica Zanotto e 13ª Valentina Macheda. Adesso tutti guardano a Punta Ala.

Perché è stata un'occasione persa?
Come si diceva all'inizio, una location come Riva del Garda, un evento come il Bike Festival e una lista di partecipanti come questa andavano "sfruttati" meglio dagli organizzatori. Della gara di enduro, chi era giù al lago, non ha visto nulla e proprio questo mancato bagno di folla è un'occasione persa per l'enduro in generale.
Ognuno è libero di intendere questa disciplina come meglio crede e di darle le sfumature che ritiene più opportune, ma secondo noi a Riva sono venuti meno alcuni degli ingredienti chiave che hanno reso celebre l'enduro in Italia e nel mondo.
Gli organizzatori, ad onor del vero, hanno detto che la loro formula di gara è aperta a commenti e critiche e che il prossimo anno, se lo riterranno opportuno, cambieranno qualcosa.
Per il bene della specialità auspichiamo che adottino dei format già collaudati altrove, anche in termini di scelta dei percorsi e di numero massimo di concorrenti. Alla tappa di Riva del Garda c'erano 280 partenti, ma ci risulta che ci siano state diverse richieste dopo la chiusura delle iscrizioni. Insomma, si poteva fare di più e di meglio, soprattutto con un parterre come questo.
Speriamo che lo staff di Uwe Bucholtz abbia ascoltato davvero i rider.

Qui si possono trovare i risultati della gara maschile e di quella femminile.

Per informazioni www.enduroseries.net

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Sull'autore
Simone Lanciotti

Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.

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