Luca Braidot: «Vi spiego perché ho cambiato marcia»

Daniele Concordia
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È passato qualche giorno dalla vittoria di Luca Braidot in Coppa del Mondo Xc, ma è impossibile dimenticare quella fantastica giornata di sport che ha fatto sognare tutta l'Italia del fuoristrada.

Luca Braidot



A Lenzerheide abbiamo visto un nuovo Luca Braidot, più grintoso, più concentrato, più lucido e scaltro, proprio per questo motivo è riuscito ad approfittare delle scaramucce tra Schurter e Fluckiger per portarsi a casa la prima vittoria in World Cup.

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A dire il vero, però, avevamo visto un Braidot diverso già dall'ultima prova degli Internazionali d'Italia Series, quella di La Thuile, dove aveva letteralmente dominato mostrando una gran condizione.
Ma cosa c'è dietro questo salto di qualità?
Questione di allenamenti o c'è dell'altro?
Abbiamo chiamato l'atleta del Santa Cruz FSA per farci raccontare come ha fatto a raggiungere questo “stato di grazia”.

- Ciao Luca, come stai? Sei già arrivato ad Andorra?
- Ciao! Benissimo, siamo arrivati oggi (martedì, ndr) ad Andorra, per ambientarci e prepararci per le gare del weekend. Sfrutterò questa località anche per terminare il periodo di altura che ho iniziato a Livigno prima di Lenzerheide.

Luca Braidot
Una storia pubblicata da Luca Braidot sul suo profilo Instagram

- Come ti sei allenato a Livigno?
- Più o meno come sempre, di solito in altura si diminuisce un po' l'intensità e si aumenta il volume, quindi le ore di allenamento. Ma niente di troppo diverso rispetto a quello che facevo negli anni scorsi.


- A Lenzerheide stavi bene già dallo short track, ma te lo sentivi anche nei giorni precedenti? Quali segnali ti lancia il corpo in questi periodi “di grazia”?
- Non ho pensato molto, quest'anno sto lavorando con un mental coach proprio per non crearmi troppe aspettative e non darmi dei giudizi da solo. Mi sono concentrato sulle sensazioni del momento: stavo bene, avevo lavorato bene, la bici era perfetta ed ero in pace con me stesso. Nello short track ero la davanti, ma ho osato poco nel momento clou. Comunque mi ha dato morale per domenica.

- A La Thuile hai rilasciato un'intervista, dicendo: «Dopo la delusione di Tokyo ho cambiato tutto, allenamenti, alimentazione ed altre cose». Ci spieghi meglio cosa hai cambiato nello specifico e cosa sbagliavi prima? Ti segue sempre Claudio Cucinotta nella preparazione?
- Il mio preparatore è sempre Claudio, ma dal punto di vista degli allenamenti non abbiamo cambiato moltissimo. La cosa importante, invece, è la presenza di una nutrizionista (Laura Martinelli, ne avevamo parlato in questo articolo, ndr) che non avevo mai avuto finora. E soprattutto la sinergia tra coach e nutrizionista: ora l'alimentazione viene adattata in base agli allenamenti, ci sentiamo spesso tramite una chat di Whatsapp e nulla è lasciato al caso. Prima ero sicuro di alimentarmi nel modo corretto, ma in realtà non era così, quindi ho dovuto fare un passo indietro. E non è stato facile...

Luca Braidot

- Poco fa hai parlato di un mental coach: quanto e come ti sta aiutando? La grinta e la lucidità che abbiamo visto a Lenzerheide sono frutto anche di questo lavoro mentale?
- Sì, mi segue Moreno Biscaro. Con lui abbiamo lavorato soprattutto sulla fase pre-gara, per arrivare alla partenza motivati, concentrati, ma sereni. È difficile da spiegare, ma di sicuro questo lavoro sta portando dei risultati. La grinta in gara, invece, non mi è mai mancata.

Luca Braidot

- Quindi, il cambio di marcia è dovuto a tanti piccoli cambiamenti...
- Esatto, a questi livelli non va tralasciato nulla, ogni aspetto è fondamentale per fare la differenza. Ci metterei anche la bici, perché su un tracciato come quello di Lenzerheide, se non fila tutto liscio a livello tecnico è impossibile vincere. E poi il team, perché l'organizzazione è impeccabile ed io posso concentrarmi solo sulle gare, questo mi dà tanta serenità.

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Festeggiamenti dopo il traguardo di Lenzerheide. C'è anche Andrea Tiberi, che segue costantemente gli atleti del Team Santa Cruz FSA.

- A proposito di bici: che modifiche hai fatto per Lenzerheide?
- Ho usato sempre la Santa Cruz Blur CC in versione TR, quindi con travel di 115 mm dietro e 120 mm davanti. Per le radici di Lenzerheide ho abbassato un po' la pressione delle sospensioni, sfrenando parecchio il ritorno e chiudendo qualche click della compressione. Montavo una corona anteriore da 38 denti, mentre come gomme ho scelto le Vittoria Mezcal da 2.25”, il giusto compromesso tra scorrevolezza e grip.

Luca Braidot

- Quanto pesa la tua bici in configurazione “race?
- Pochissimo! Siamo a circa 10.2 kg, con telaio in taglia L.

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- Con quale mentalità affronterai le prossime prove di Coppa?
- Ho una consapevolezza molto diversa: prima vedevo la vittoria di Coppa come qualcosa di quasi irraggiungibile, ora no, so che posso vincere e battermi con i migliori.

Luca Braidot

- L'obiettivo più grande?
- Il mio pallino è sempre il mondiale, la preparazione è finalizzata a questo obiettivo sin da inizio anno. E se fino a qualche giorno fa lo vedevo come un obiettivo fin troppo ambizioso, ora so che posso lottare per la maglia iridata.

Qui i dettagli della Santa Cruz Blur 2022:

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Per seguire da vicino Luca Braidot visitate il suo profilo Instagram o quello del suo team.

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Sull'autore
Daniele Concordia

Mi piacciono il cross country e le marathon, specialità per le quali ho un'esperienza decennale. Ho avuto un passato agonistico sin da giovanissimo, ho una laurea in scienze motorie e altri trascorsi professionali nell’ambito editoriale della bici.

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