Meno tabelle e più tecnica: un consiglio che vi abbiamo dato più volte, ma forse ancora non è chiaro il motivo per il quale ci teniamo tanto.
Capita ancora troppo spesso, soprattutto nelle gare amatoriali (Xc e Granfondo), di vedere concorrenti nel panico nei passaggi tecnici. Non parliamo soltanto di neofiti, ma anche di atleti forti, che magari sui percorsi più scorrevoli sono imbattibili ed hanno una grande resistenza.
Però... Però nel tecnico "vero" vanno in confusione.
Attenzione, non parliamo di tratti impossibili o pericolosi, ma di linee un po' più impegnative, fattibili da chiunque abbia la padronanza del proprio mezzo e sappia reagire agli imprevisti.
Ecco, la padronanza del mezzo è un qualcosa che in ambito amatoriale si sta perdendo, nonostante le bici siano sempre più capaci ed invitino a superare i propri limiti: un paradosso, non credete?
Ma perché?
A chi (o cosa) possiamo attribuire la “colpa”?
E come si potrebbe rimediare?
Parliamone...
LE GARE E GLI ORGANIZZATORI
In Italia, gli organizzatori di gare che “ci mettono la faccia”, pensando prima alla qualità del percorso che al numero dei partecipanti sono pochi.
Purtroppo!
E quelli che lo fanno, molto spesso vengono incolpati di aver disegnato un percorso tecnico.
Invece di ammettere le proprie lacune, si cerca di puntare il dito contro gli organizzatori.
Assurdo.
Questa è una tendenza recente, perché fino a qualche anno fa si correva ovunque, senza troppe storie, con grinta, determinazione e, soprattutto, il sorriso sulle labbra senza pensare ai giudizi altrui nel caso in cui si mettesse piede a terra.
Fattore preponderante nell'era dei social, ahimé...
Ragazzi, facciamo Mtb, uno sport in cui la tecnica dovrebbe prevalere sull'aspetto atletico.
E poi la gara è gara, è il corridore che deve adattarsi al percorso e non viceversa.
Chi non ammette i propri errori e le proprie lacune, farebbe bene a farsi un esame di coscienza e rimboccarsi le maniche. L'alternativa è non frequentare il mondo delle gare, girando sui sentieri preferiti senza obblighi e preoccupazioni.
D'altronde, correre deve essere un piacere, altrimenti là fuori c'è tanto altro da scoprire...
UNA QUESTIONE DI MENTALITÀ
Tutto nasce da qui, dalla mentalità.
Fino a qualche anno fa, il biker era molto aperto ai cambiamenti, voglioso di mettersi alla prova, di scoprire sentieri nuovi, senza paura di cadere e rialzarsi.
É vero, il numero di praticanti (e di conseguenza dei partecipanti alle gare) era inferiore, ma il biker si distingueva per una mentalità più aperta nell'approcciarsi ai percorsi, alle novità e alle nuove sfide.
Il piacere di guida e l'emozione erano predominanti rispetto al lato competitivo dello sport, che comunque aveva una grande importanza nel settore Xc/Granfondo, ma non prendeva il sopravvento su tutto il resto.
Col passare del tempo, molti di noi hanno mantenuto questo atteggiamento, ma i numeri crescenti degli appassionati e la grande influenza del mondo stradistico hanno portato delle novità, a volte stimolanti (come il livello atletico e la concorrenza sempre più alta), altre volte penalizzanti.
Questo cambio di mentalità ha portato ad una perdita progressiva dei rudimenti di tecnica e, soprattutto, della capacità di saper guidare alla cieca, di improvvisare.
Non per tutti, sia chiaro, ma buona parte di coloro che puntano ad un risultato hanno iniziato a ragionare in modo diverso, che a volte li premia e tante altre li penalizza.
Ma c'è anche un altro discorso da fare: chi ha iniziato da pochi anni e magari da adulto, si è trovato subito ad affrontare percorsi “facili”, pedalando a testa bassa per superare l'avversario, senza pensare troppo a migliorare l'abilità tecnica ed a giocare con la bici.
Ecco, in un certo senso manca la gavetta, la curiosità e la voglia di mettersi in gioco lavorando sui punti deboli e non solo su quelli di forza.
É proprio questo che fa migliorare, tecnicamente e non solo...
L'INFLUENZA DEL “METODO”
É inutile negare che parte della “colpa” (volutamente scritto tra virgolette) è proprio del metodo, ossia della voglia di allenarsi sempre con più precisione, utilizzando i numeri come parametro principale.
Sia chiaro, non vogliamo demonizzare il metodo (il sottoscritto ha una Laurea in Scienze Motorie), ma è inutile girarci intorno: le tabelle hanno preso il sopravvento sulla tecnica.
Chi corre per passione, ossia gli amatori, ha poco tempo per allenarsi e cerca di ottimizzare il tutto lavorando con metodo.
Che non è sbagliato come ragionamento, ma non deve farci dimenticare la finalità ultima dei nostri allenamenti, ossia diventare più veloci e sapersi adattare alle varie situazioni, sia in gara che fuori.
Vale la pena guadagnare minuti in salita, se poi si perdono tutti in discesa o nei single track guidati?
Tenete a mente questa cosa: le gare si vincono in salita, ma si possono perdere in discesa!
Senza contare, poi, che l'amatore dovrebbe correre per divertimento e non solo per il risultato.
Avete idea di quanto sia figo ed emozionante guidare forte e pulito sul sentiero tecnico, sentire la bici che scorre sul sentiero, improvvisare linee azzardate...
Ah, che spettacolo!
Insomma, se proprio non vogliamo metterla sotto il profilo agonistico, pensiamo al piacere di guida e al nostro orgoglio.
La soluzione? É sempre quella: meno tabelle e più tecnica!
IL SETUP
Le bici sono sempre più capaci, i componenti sono sempre più evoluti.
Ma che ce ne facciamo di tutto questo, se non cerchiamo almeno di spingerci oltre, mettendoci alla prova sui tracciati tecnici?
Le bici moderne non sono solo per i professionisti, chi corre per mestiere sarebbe capace di affrontare i percorsi di Coppa anche con bici di 10 anni fa...
Le Mtb attuali, invece, aiutano molto di più gli amatori, perché creano delle condizioni più favorevoli, permettendo loro di affrontare i tratti difficili con più sicurezza e disinvoltura.
I mezzi li abbiamo, sfruttiamoli!
Ma bisogna parlare anche dei componenti: la Mtb è stata sempre uno strumento sul quale sperimentare, studiare soluzioni tecniche particolari e personalizzate, lavorare con le pressioni di gomme e sospensioni per trovare il feeling perfetto...
Sui tracciati troppo semplici si perde anche il gusto e l'abitudine di instaurare questo rapporto intimo con la bici, che in realtà è un tassello fondamentale per conoscerla completamente e per godersi al meglio tutti gli aspetti della competizione, iniziando dai preparativi per terminare sul traguardo.
IL NOSTRO CONSIGLIO
Meno tabelle e più tecnica.
Con questo non vogliamo dirvi che il metodo non serve a niente, anzi, per chi ha poco tempo i lavori specifici sono un aiuto non da poco.
Ma l'importante è non fare solo quello: c'è ancora chi prende la Mtb solo il giorno prima della gara e durante la settimana si allena su strada o sui rulli.
Okay, se non avete alternativa (per motivi logistici o lavorativi) il nostro consiglio è inutile, ma se avete la possibilità di prendere almeno un giorno la Mtb e concentrarvi solo sulla guida sui sentieri tecnici fatelo, non è tempo perso. E non credete che serva per forza un tracciato da Mondiale per allenare l'abilità di guida, basta un anello ben disegnato nel parco dietro casa...
Meglio una ripetuta in meno e una discesa tecnica in più, a maggior ragione se pensate di avere qualche problema nella guida.
Ma vi diamo una dritta più precisa: se avete in programma dei lavori specifici su asfalto, prendete comunque la la Mtb e fate in modo di poter imboccare una discesa tecnica subito dopo, senza recuperare troppo.
Questo mix tra specifico e tecnica aiuta a simulare le condizioni di gara, in cui si imbocca la parte tecnica quasi in apnea, ma anche ad ottimizzare il poco tempo a disposizione.
L'APPROCCIO MENTALE
Come sempre, per migliorare tecnicamente serve il giusto approccio mentale: se vi bloccate in un tratto particolare, non fatelo sempre a piedi, ma tornate indietro, provate e riprovate fino a quando non capite l'errore e superate la paura.
Molte volte, i limiti sono mentali e quando si “sblocca” il cervello tutto sembra più facile.
Servono determinazione e curiosità per capire le linee, ma serve anche l'umiltà per ammettere i propri limiti, osservare i riders più forti ed accettare i consigli.
A tanti amatori servirebbe più un corso di guida, che un preparatore atletico: se si sentite carenti tecnicamente, vi consigliamo di provare.
Vi si aprirà un mondo!
Per concludere, se pensate ancora che “tanto contano le gambe” siete fuori strada.
La Mtb è molto altro ed i sentieri tecnici sono parte integrante della specialità.
Il più delle volte non sono i percorsi ed essere “troppo tecnici”, ma i bikers ad essere “poco abili”: prendete le difficoltà come opportunità per imparare cose nuove, non evitatele ma affrontatele con la giusta mentalità, senza pensare sempre e solo al risultato.
Meno tabelle e più tecnica: solo facendo così, alla prossima gara tecnica potreste divertirvi davvero, magari raccogliendo anche un buon risultato 😉
Cercate consigli più specifici per migliorare nei tratti tecnici?
Qui sotto vi lasciamo i video tutorial realizzati finora:
- Come affrontare un gradone:
- Come impennare:
- Come affrontare un ripidone:
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Sull'autore
Daniele Concordia
Mi piacciono il cross country e le marathon, specialità per le quali ho un'esperienza decennale. Ho avuto un passato agonistico sin da giovanissimo, ho una laurea in scienze motorie e altri trascorsi professionali nell’ambito editoriale della bici.