TEST - Sram Roam 60: il carbonio anche per l'enduro

Simone Lanciotti
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Che cosa vi aspettereste da una coppia di ruote con cerchi in carbonio?

- Leggerezza
- Rigidità
- Solidità
- Resistenza agli impatti
- Qualità costruttiva

Magari proprio in quest’ordine, giusto?
Quando si pensa ai cerchi in carbonio si pensa a una fragilità eccessiva in caso di impatto.
Si teme ogni sasso un po’ più grande del solito che si trova davanti alla ruota.
In sostanza, si ha paura di rompere il cerchio e guidare con il timore che una certa traiettoria non sia più possibile perché la ruota potrebbe non reggere, beh, è un vero inferno.
Anzi, è qualcosa di inaccettabile.
Quello che abbiamo appena descritto è, per sommi capi, il pregiudizio che aleggia sulle ruote con cerchio in carbonio.
Le cose, almeno per le Sram Roam 60 (qui l'articolo di presentazione ufficiale e qui le prime impressioni), stanno diversamente.

Le flange di dimensioni maggiorate contribuiscono a rendere le ruote più reattive. I raggi sono Sapim Cx Sprint a testa dritta.

Le flange di dimensioni maggiorate contribuiscono a rendere le ruote più reattive. I raggi sono Sapim Cx Sprint a testa dritta.

Appena montate si scopre che…
Come avevamo avuto modo di scrivere nel primo articolo pubblicato su queste ruote, la leggerezza delle Roam 60 è abbastanza avvertibile.
776 grammi l’anteriore e 859 grammi la posteriore per un totale di 1635 grammi comprensivi della cassetta Xd per la versione da 27,5” di diametro.
Quindi, leggerezza ok.

In questa foto si vede come la flangia destra sia leggermente più grande di quella sinistra. Il mozzo posteriore è disponibile anche per cassette tradizionali e non solo Sram Xd.

In questa foto si vede come la flangia destra sia leggermente più grande di quella sinistra. Il mozzo posteriore è disponibile anche per cassette tradizionali e non solo Sram Xd.

Quanto sono rigide realmente?
Il vero vantaggio del cerchio carbonio, oltre che sul piatto della bilancia, lo si avverte in curva e in tutte quelle situazioni in cui la ruota è sottoposta a torsioni.
La sensazione che si avverte in maniera chiara è la precisione di guida, tanto alle basse quanto alle alte velocità.
La ruota anteriore cambia traiettoria con meno sforzo e la mantiene con più precisione.
E’ vero, serve una bici all’altezza della situazione e anche un minimo di esperienza per accorgersi di queste sensazioni, ma se si è abituati a girare con ruote convenzionali, il passaggio ai cerchi in carbonio, da questo punto di vista, è un vantaggio innegabile.
Nei passaggi lenti e dove serve di indirizzare la ruota anteriore con precisione, specie su terreni sconnessi e ripidi, la struttura più rigida della ruota diventa un vantaggio.
Occorre prenderci un minimo la mano, ma una volta trovata la giusta confidenza (a noi è bastata un’uscita, a dire il vero) questa rigidità diventa una risorsa.

Quale effetto fanno le ruote Sram Roam 60 sulla bici intera? Con questa foto potete farvene un'idea.

Quale effetto fanno le ruote Sram Roam 60 sulla bici intera? Con questa foto potete farvene un'idea.

Come si avverte la solidità?
Alzi la ruota anteriore, la fai girare e dopo quasi un mese e mezzo di test e maltrattamenti (più o meno voluti) ti accorgi che il cerchio è ancora ben centrato.
Ma questo è più un’indice della qualità costruttiva e una conseguenza della rigidità del cerchio.
La solidità la senti sullo sconnesso quando la ruota tende a rimbalzare da una parte all’altra del sentiero.
Immaginatevi su un rock garden, ossia su un tracciato con rocce fisse.
Una ruota solida tiene meglio la traiettoria e lascia lavorare di più il copertone (è lui a deformarsi per assorbire gli urti e seguire la traiettoria) e meglio la forcella.
Nessun oggetto è esente da flessioni e vale lo stesso discorso per le Roam 60, ma rispetto a un cerchio in alluminio il mix di leggerezza, rigidità e solidità fino ad ora riscontrato è notevole.
Il profilo da 27 mm (ossia l’altezza del cerchio) contribuisce a rendere il cerchio meno propenso a flettere.

Un dettaglio del mozzo anteriore: i raggi sono incrociati in seconda e anche qui troviamo due flange di diametro differente. Quella sul lato del disco è più grande rispetto all'altra.

Un dettaglio del mozzo anteriore: i raggi sono incrociati in seconda e anche qui troviamo due flange di diametro differente. Quella sul lato del disco è più grande rispetto all'altra.

Il carbonio soffre, ma non cede
Tanto il cerchio in carbonio, quanto quello in alluminio subiscono impatti violenti nella guida sui sentieri.
L’alluminio si ammacca, si abbozza, si graffia e questo è ormai risaputo e il carbonio delle Roam 60?
Ci ha stupito per quanto resistente si è dimostrato agli impatti e non è un risultato tanto comune.
Il carbonio si graffia, come fosse alluminio, ma gli impatti più violenti non lasciano segni preoccupanti sul cerchio.
Di seguito trovate una serie di foto che mostrano i segni che gli impatti più violenti hanno lasciato sui cerchi.

Questo è il graffio più vistoso rimediato durante il test. Il sentiero che ha provocato questo era particolarmente ostile e ha fatto anche altri danni...

Questo è il graffio più vistoso rimediato durante il test. Il sentiero che ha provocato questo era particolarmente ostile e ha fatto anche altri danni...

L'impatto ha scalfito solo la finitura superficiale del cerchio.

L'impatto ha scalfito solo la finitura superficiale del cerchio.

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Se vogliamo fare un paragone con le altre ruote in carbonio fino ad ora provate, le Sram Roam 60 e le Roval Control Trail Sl 29 hanno riportato la stessa ammirevole resistenza agli impatti laterali (rocce smosse per capirci), superiore rispetto a quella delle Enve Am da 27,5".
Sram non ha lasciato al caso questo particolare e ha rinforzato i fianchi del cerchio aggiungendo spessore (e quindi peso) solo dove serve realmente.
Massimizzare la leggerezza, quindi, non è l’unica priorità.

Le Roam 60 sono dotate di serie del flap che le rende compatibili con gomme tubeless (o tubeless ready). La versione da noi provata era da 27,5" di diametro.

Le Roam 60 sono dotate di serie del flap che le rende compatibili con gomme tubeless (o tubeless ready). La versione da noi provata era da 27,5" di diametro.

La qualità costruttiva
Al pari delle Roval, anche le Roam 60 sono delle ruote i cui componenti (mozzo, raggi e cerchi) sono studiati per lavorare gli uni con gli altri. E’ un sistema integrato che dimostra di funzionare molto bene.
I raggi (incrociati in seconda) sono i Sapim Cx Sprint di tipo a testa dritta e hanno tutti la stessa lunghezza, sia lato destro che sinistro, sia anteriore che posteriore.
In questo modo è più facile reperire il ricambio che serve.
La qualità dei ruotismi è garantita da Dt Swiss, dato che le Roam 60 utilizzano il sistema Star Ratchet a 36 denti della casa svizzera per la ruota libera e cuscinetti di alto livello.

I mozzi con tutta la gamma di adattatori disponibili. Da notare che possono essere montati e smontati senza l'utilizzo di attrezzi.

I mozzi con tutta la gamma di adattatori disponibili. Da notare che possono essere montati e smontati senza l'utilizzo di attrezzi.

L’unico inconveniente di questo sistema è che, se la ruota posteriore è smontata dalla bici e si trova con il pacco pignoni inclinato verso il basso (ad esempio quando la si sta caricando in auto), può capitare che quest’ultimo si sfili inavvertitamente. Nulla di grave, perché rimontare tutto è questione di un attimo, a patto però di non smarrire la molletta della ruota libera. Occorre un po’ di attenzione in più.
Tornando al cerchio in carbonio occorre menzionare che la larghezza interna di 21 mm (28 mm esterna) rappresenta un compromesso a nostro avviso ottimale fra il canale da 19 (più Xc oriented) e quello da 23 (più gravity oriented).

Le Roam 60 non temono i trail più difficili. Per essere le prime ruote con cerchio in carbonio, Sram ha fatto davvero un bel lavoro.

Le Roam 60 non temono i trail più difficili. Per essere le prime ruote con cerchio in carbonio, Sram ha fatto davvero un bel lavoro.

A chi le consigliamo?
Le Sram Roam 60 sono un prodotto molto appetibile che migliora senza dubbio la qualità della guida.
Le prestazioni sono elevate, grazie alla leggerezza del cerchio, alla sua rigidità e alla costruzione generale della ruota, ma il prezzo le relega molto in alto e per apprezzarne davvero i benefici servono capacità di guida quanto meno discrete, ma non solo.
Se non siete appassionati di Sag, pressioni, regolazioni e se non siete attenti osservatori delle sensazioni in sella, allora probabilmente di queste ruote noterete soprattutto la maggiore leggerezza.
Che, in assoluto, non porta le Roam 60 al vertice della loro categoria, ma perché Sram ha cercato un compromesso fra solidità, resistenza agli impatti e leggerezza e questa scelta a noi è sembrata ragionevole e condivisibile.
In questo modo si hanno ancora i vantaggi di un cerchio in carbonio, ma senza il timore di danneggiarli quando si incontra un sasso.
Le Roam 60, quindi, si candidano a diventare delle ruote per un uso molto eterogeneo, senza cercare specializzazioni, ma indicato anche per le gare di enduro.
Insomma, sono ruote destinate a durare e non a splendere solo per poche uscite.

Quanto costano?
Il prezzo di listino è di 1924€ la coppia, allineato a quello di altri modelli con cerchio in carbonio, ma comunque decisamente elevato rispetto a una coppia di ruote con cerchio in alluminio. Per fare un esempio, le ruote Roam 50, con cerchio in alluminio, appunto, costano di listino 967€. E' vero, sono meno raffinate anche a livello meccanico, ma lo scalino di prezzo è davvero considerevole. La qualità non si discute, ma è davvero utopistico sperare che un giorno le ruote in carbonio raggiungano costi più abbordabili?

Per informazioni Sram.com

Ps: ecco la presentazione tecnica delle Roam 60 di Sebastian Donze, il product manager di Sram che le ha disegnate.

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Sull'autore
Simone Lanciotti

Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.

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