Guida all’upgrade corretto (ovvero come non sprecare soldi)

Simone Lanciotti
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Alzi la mano chi non sta pensando a qualche aggiornamento sulla propria bici.
O addirittura a cambiare bici.
Insomma, questo è il momento della stagione in cui l’idea di fare qualche upgrade diventa più realistica.
L’obiettivo è… rimanere obiettivi e da questo punto vista un aiuto arriva dal portafoglio che, quasi sempre, pone dei limiti di spesa ben precisi.
Quindi, possiamo dire che il rischio di spendere soldi inutilmente è abbastanza contenuto.
Ma ne siamo davvero sicuri?
O meglio: siamo certi che, pur avendo definito il nostro budget, quello che vorremo cambiare sulla bici sia proprio ciò di cui abbiamo bisogno?
Quest’articolo si prefigge lo scopo di farvi capire l’upgrade corretto da fare.
Cioè di aiutarvi a capire dove migliorare la bici, in base alle vostre necessità e mettendo da parte (almeno un po’) il puro desiderio di abbellimento della bici.
Per capire su quale componente agire proponiamo delle problematiche di guida molto comuni alle quali risponderemo suggerendovi come intervenire.
Iniziamo.

VORREI MIGLIORARE IL RENDIMENTO IN SALITA
La salita è la situazione nella quale l’efficienza complessiva della bici e le nostre capacità atletiche vengono messe a dura prova. Se avete una hardtail vi suggeriamo di concentrarvi sull’efficienza dei cuscinetti, sulla scorrevolezza delle gomme e sulla leggerezza complessiva della bici.

Foto Niner Bikes
Foto Niner Bikes

Per le full entrano in ballo anche le sospensioni: valutate la possibilità di fare una taratura ad hoc che risponda meglio alle vostre necessità.

- ruote più leggere
- gomme più scorrevoli
- sospensioni con taratura ad hoc (come suggerisce Andreani, ad esempio)
- assetto in sella più disteso
- revisione o sostituzione cuscinetti del movimento centrale e/o dei mozzi (se non siete bravi con il fai-da-te, meglio l’officina)

VORREI MIGLIORARE IL CONTROLLO IN DISCESA
Se la salita richiede preparazione fisica, la discesa è più esigente sul fronte tecnico, cioè sulla capacità di guida. Qui è doveroso dire che il “manico” viene prima di qualunque upgrade.

Foto Cube
Foto Cube

Detto ciò, i limiti tecnici della bici si possono comunque elevare. In diversi modi.

- forcella con più travel (non più di 20 mm rispetto a quella di serie)
- angolo di sterzo più aperto (con la serie sterzo Cane Creek AngleSet, ad esempio)
- manubrio più largo e attacco più corto (leggete qui)
- reggisella telescopico (tutti i modelli testati dalla redazione)
- copertone più tassellato e/o più largo sull’anteriore
- freni più efficienti (leggi più in basso: vorrei una frenata più potente)

VORREI AVERE MAGGIORE PRECISIONE IN DISCESA
Su questo discorso si potrebbe dibattere per ore perché viene chiamata in causa la rigidità, sia del telaio che di vari componenti. Fra cui le ruote e la forcella. Una bici è precisa quando riesce a seguire la traiettoria che le si impone e in questo il giusto grado di rigidità è cruciale.
Il punto è capire qual è il giusto grado.

Foto Ion Bike/Markus Greber
Foto Ion Bike/Markus Greber

Una bici troppo rigida diventa meno facile da guidare.
Fra la lista degli interventi possibili, non a caso, abbiamo inserito anche un telaio in fibra di carbonio che agevola di molto la guida e incrementa la precisione, specie in discesa.

- telaio in fibra di carbonio
- ruote con cerchi in carbonio (prima di scegliere questa soluzione, però, leggete qui)
- cerchi di maggiore larghezza (bastano pochi mm)
- gomme di mescola più morbida (ecco quanto può cambiare la guida)

VORREI ALLEGGERIRE LA BICI
E’ uno degli obiettivi più onerosi da raggiungere per il portafoglio, perché alleggerire significa ricorrere a prodotti e materiali più pregiati. E quindi più costosi. Per togliere subito tanti grammi alla bici si può optare per un telaio in carbonio e mediamente si ottiene un alleggerimento di 300-500 gr, in base alla taglia e alla tipologia di telaio. Poi si passa ai componenti e qui il risparmio di peso maggiore si ha, nell’ordine, con reggisella in carbonio, pedivelle in carbonio e poi tutto il resto della componentistica.

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Serve un discorso a parte per i cerchi in carbonio: nel campo Xc possono portare a un bel risparmio di peso, ma nell’enduro questo beneficio è meno avvertibile. In quest’ultimo caso si avverte soprattutto la rigidità del cerchio in carbonio.
Un’ultima raccomandazione: non fatevi guidare solo dal risparmio di peso nella scelta della bici e dei suoi componenti.

- telaio in carbonio (meglio hardtail se l’obiettivo è la massima leggerezza)
- reggisella in carbonio
- pedivelle in carbonio
- cerchi in carbonio

VORREI CHE LA MIA BICI FOSSE PIÙ COMODA
ll comfort su una Mtb è una voce che alcune volte nemmeno i pro’ trascurano. E non abbiate timori nell’ammettere che avete bisogno di una bici più comoda.
La soluzione che vi porta subito grandi vantaggi è un telaio a doppia sospensione: la differenza rispetto a uno hardtail è netta.

Foto Scott Sports/Martin Bissig
Foto Scott Sports/Martin Bissig

Poi si può agire sulle gomme: il tubeless vi permette di ridurre la pressione di gonfiaggio senza esporvi a rischi di pizzicatura e se scegliete una gomma più larga il beneficio è ancora maggiore.
I punti di contatto fra biker e bici sono tre: pedali, sella e manubrio. Sui pedali si può fare poco per aumentare il comfort, ma su sella e manubrio ci sono margini di miglioramento.

- telaio a doppia sospensione
- copertoni tubeless (ecco come fare la conversione)
- sistema Procore di Schwalbe (qui la presentazione)
- copertoni più larghi
- sella più confortevole, cioè con imbottitura maggiore (se non sapete come sceglierla ecco qualche proposta da San Marco e da Specialized)
- ruote meno racing (cioè con incrocio dei raggi in 3ª e/o con cerchio dal profilo più basso)
- manopole di diametro maggiorato e/o più morbide (ne abbiamo parlato qui)


VORREI ANDARE PIÙ FORTE IN DISCESA
In parte abbiamo già risposto a questa domanda.
Il limite tecnico della bici può essere elevato (e di seguito vi spieghiamo come), ma molto di più può essere fatto sul fattore pilota. Ovvero partecipando a un corso di guida per capire quali sono eventuali errori di impostazione di curva, di assetto e via dicendo.

Foto Scott Sports/Martin Bissig
Foto Scott Sports/Martin Bissig

Non avete idea di quanto si possa migliorare con poche sedute di fianco a un esperto.
Poi, certamente, si può ancora agire sulla bici. Se vi piace tanto la discesa allora valutate la possibilità di prendere proprio un telaio da downhill oppure, nel dubbio, optate per uno da enduro, di certo più versatile.

- partecipate a un corso di guida offroad (Davide Sottocornola, ad esempio, ne organizza diversi)
- telaio da enduro o addirittura da downhill
- ammortizzatore a molla (ecco i principali vantaggi)
- gomme con mescola più morbida (ne abbiamo parlato prima)
- tuning delle sospensioni ad hoc (anche di questo ne abbiamo parlato prima)

VORREI CHE LA MIA BICI FOSSE PIÙ VERSATILE
Proviamo a uscire dall'etichettatura che l’escursione delle sospensioni suggerisce.
In generale, è vero che la doppia sospensione amplifica la versatilità di una bici, ma è anche vero che in alcuni casi è sufficiente fare modifiche mirate, anche a una hardtail, per aumentarne la versatilità. Cioè la capacità di sfruttarla in un range di situazioni più ampio.

L'adozione di un reggisella telescopico amplia all'istante la versatilità di qualunque bici.
L'adozione di un reggisella telescopico amplia all'istante la versatilità di qualunque bici.

Per quanto concerne la trasmissione, anche se l’1x11 ha un’efficienza notevole e prestazioni in molti casi superiori al 2x10, la corona singola se non si ha modo e/o capacità di sostituirla quando il percorso lo richiede può diventare una limitazione e ridurre la versatilità della bici. In alcuni casi, quindi, i vari 2x10, 3x10 e i nuovi 2x11 e 3x11 di Shimano possono diventare degli upgrade.
Dei benefici innegabili, invece, li apportano il reggisella telescopico, i pedali con superficie di appoggio maggiorata e copertoni di sezione maggiorata.

- trasmissioni a doppia o tripla corona (ma solo in alcuni casi)
- reggisella telescopico (qui vi spieghiamo quale tipologia scegliere)
- pedali con superficie di appoggio maggiorata (come questi, ad esempio)
- copertoni di sezione maggiore

VORREI AVERE UNA FRENATA PIÙ POTENTE
Facciamo una premessa paradossale, almeno in apparenza: tanto meno si frena, tanto meglio si riesce a guidare una Mtb. L’azione del freno applica una forza sulla ruota che, oltre a ridurne la velocità di rotazione, ne riduce anche la sua capacità di cambiare direzione. Ovvero, è come se frenando diventasse più pesante.

Foto Mavic/Jeremie Reuiller
Foto Mavic/Jeremie Reuiller

Inoltre, l’azione del freno ha effetto anche sul grip della ruota: tanto più energicamente si frena, tanto più si riduce l’aderenza, soprattutto se la bici è in piega.
Quindi, frenare da un lato è inevitabile e necessario, ma dall’altro comporta un peggioramento della guidabilità della bici.
Vi diciamo questo, non perché vogliamo invitarvi a non frenare più (giammai), ma per far sì che la vostra frenata sia più consapevole.
Cioè prima di potenziare i freni, sappiate che la frenata nell’offroad ha momenti e modalità ben precise.
Fatta questa doverosa premessa, ci sono diverse ragioni per le quali potenziare i freni. La sicurezza prima di tutto, specie in discese molto lunghe, dove il rischio surriscaldamento è molto probabile.

Una pinza freno a 4 pistoncini.
Una pinza freno a 4 pistoncini.

Oppure per necessità personali: un freno con un effetto rapido e un’erogazione immediata della potenza frenante è molto diffuso fra i discesisti.
Ecco come fare, allora.

- passare a freni a disco a 4 pistoncini (come gli Sram Guide)
- pasticche aftermarket (riducono gli spazi di frenata, ma accelerano l’usura del disco)
- dischi di diametro maggiore (aumentano la potenza frenante, ma possono ridurre la modulabilità)

VORREI SENTIRMI PIÙ PROTETTO IN BICI
Un’altra veloce premessa: prima di parlare di protezioni (utilissime) assicuratevi di portare con voi in bici tutto il buon senso che Madre Natura vi ha dato.
Purtroppo non è qualcosa che si può comprare e, di solito, se ne acquisisce di più solo quando ci si accorge di aver sbagliato.
Cioè quando è tardi.

Nell'enduro si cade, anche più che in Dh. Foto Jeremie Reuiller
Nell'enduro si cade, anche più che in Dh.
Foto Jeremie Reuiller

Le protezioni esistono proprio per questo: proteggervi da un momentaneo calo di buon senso (o di lucidità, fate voi) oppure da un imprevisto.
Il lato negativo delle protezioni è che ingombrano, a volte pesano e servono quasi sempre solo in discesa e quindi pongono dei problemi di trasporto.

Protezioni Alpinestars Alp Knee Guard: qui il test. Foto Jeremie Reuiller
Protezioni Alpinestars Alp Knee Guard: qui il test.
Foto Jeremie Reuiller

Ma se l’uscita che state per fare ve le richiede, portatele.
E’ meglio non avere rimpianti…

- casco con maggiore protezione posteriore o integrale (leggete qui)
- protezioni per ginocchia (leggete qui)
- protezione per la schiena (leggete qui)
- protezione per il collo (leggete qui)

Speriamo che ora le idee siano un po’ più chiare.
Se avete appena aggiornato la vostra Mtb (o state per farlo) raccontateci le vostre sensazioni di guida e condividetele con gli altri utenti.
Entrare nel MtbCult Garage, cliccate in alto a sinistra, registratevi, descrivete la vostra bici e datele un voto.
Per ogni modifica o aggiornamento che le fate è possibile modificare il giudizio in ogni momento.
Oppure se cercate un’ispirazione per il prossimo upgrade date uno sguardo alle bici degli altri lettori.

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Sull'autore
Simone Lanciotti

Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.

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